thirty-two

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Con lentezza i giorni passavano e anche la mia settimana di meritato riposo stava finendo, stavo imparando molto dalle persone qui, al contrario di come mi aspettavo tutti si facevano gli affari loro senza cercare di mettere i bastoni tra le ruote alle carriere degli altri. Aspettavo Emma e Anthony contro la parete di un negozio, oggi faceva molto caldo e il sole battere contro la mia pelle chiara non era una sensazione piacevole, mi voltai quando notai qualcosa cadere a terra e qualcuno ignorarla completamente.
«ehi ti è caduto questo» lo richiamai afferrando il biglietto del cinema
Si voltò e osservò prima cosa avessi tra le mani e poi me, i suoi capelli erano corti e biondi un po' sbarazzini che gli ricadevano sulla fronte, gli occhi chiari a contatto con il sole brillavano così come la sua carnagione chiara. Indossava una maglietta blu e un jeans scuro sorretto da un cintura in pelle nera. Quasi mi in imbarazzai sotto il suo sguardo.
«grazie» lo afferrò scrutandomi attentamente dal basso verso l'altro come se cercasse di capire chi fossi e anch'io
«non ti ho mai visto qui, conosco tutti al di fuori dei turisti» si avvicinò anche se di poco
«mi sono appena trasferita» spensi la sigaretta gettandola nell'apposito cestino
«Astrid» le urla in lontananza dei paparazzi attirarono l'attenzione di entrambi, correvano verso di noi come dei forsennati scattando continuamente foto
«Astrid ciao» abbassai gli occhiali da sola e feci per entrare in negozio ma sentì la mia mano esser afferrata e iniziai a correre dietro lo sconosciuto
«che fai?» urlai voltandomi indietro
«sono abituato a questo» si gettò all'interno di una stradina lontano dalla calca che si era formata
«odio i paparazzi» sbuffò osservando oltre il muro in mattoni rossi
«scusa, sono stato avventato ma non sopporto quando si avvicinando così» si scusò ridendo leggermente per poi posare un'altra volta lo sguardo su di me
«Astrid» mormorò e alzai lo sguardo sul suo viso pensierosi
«Astrid Hoffman? la modella tedesca?» alzò il mento scrutando il mio viso
«esattamente» sorrisi osservando i miei tacchi viola
«ora capisco, in città parlano tutti di te»
«quando qui a Los Angeles arriva qualcuno di nuovo si sa ancor prima che quella persona lo sappia» ammiccò continuando a passare lo sguardo dal mio corpo al mio volto
«tu invece? posso sapere il tuo nome?»
«da quanto tempo non vai al cinema?» rise di gusto spostando lo sguardo sulla strada opposta che affacciava proprio sul cinema
«non sono mai andata al cinema e poi non guardo molto i film» ammisi imbarazzata più del solito deducendo che fosse un'attore ed anche famoso
«Chad Michael Murray, ma puoi chiamarmi Chad» mi porse la mano che afferrai e strinsi con un sorriso
«Astrid Hoffman» mi presentai ufficialmente
«anche se sai, devo ammettere che Michael è molto più carino» sorrisi osservando la sua espressione, era davvero bello
«lo penso anch'io» annuì anche lui ridendo senza però sentirsi in imbarazzo
«che figura» mormorai non riuscendo a perdonarmi
«tu conosci chi sono ma io non conosco te, mi dispiace» feci un mezzo sorriso per trattenerne le risate
«c'è la prima volta a tutto, anche se non è mai capitato di dovermi presentare ad una ragazza» ammise e annuì ridendo prendendo a camminare di fianco a lui
«quale genere di film preferisci?» mi osservò mettendosi le mani nelle tasche dei jeans, pensai
«gli horror» lo guardai e mi mostrò un meraviglioso sorriso
«magari allora qualche volta ti faccio vedere un bel film, in cui ci sono anch'io ovviamente, House of Wax» piegò leggermente la testa
«Astrid» la voce di Emma mi fece voltare, tornai con lo sguardo sul biondo e annuì accettando la sua proposta
«va benissimo, quando vuoi» guardai i suoi occhi
«perfetto, allora ci becchiamo in giro» mi fece un occhiolino ed io lo salutai con la mano sentendomi osservata fin quando non arrivai davanti la mia amica
«cosa cavolo ci facevi con Chad Michael Murray?» mi strinse il braccio la mia amica alternando lo sguardo da me alle mie spalle con occhi spalancati
«bho l'ho incontrato prima» alzai le spalle e quando, prima di entrare in macchina, mi voltai per vederlo lui non era più lì
«le notizie corrono in fretta» alzai le sopracciglia osservando le foto che ritraevano me e il biondo appena conosciuti correre mano nella mano
«qui è così, peggio di qualsiasi altro paese» parlò Finn guidando
«siamo arrivati?» chiesi nervosamente osservando la azienda con l'enorme marchio rosa avvicinarsi sempre di più
Feci un pesante respiro sentendo il cuore battere a mille.
«sto morendo d'ansia» mi portai le mani alla fronte
«tu ci sei già dentro, è solo un colloquio, ti chiederanno solo qualche misura e qualche dato» cercò di darmi coraggio Emma aggiustandomi i capelli
«sei perfetta, non avere paura» mi sorrise Anthony ripassandomi il lucido scuro
«se sei lì non hai motivo di sentirti inferiori a loro» annuì e prendendo coraggio scesi dall'auto
Centinai di paparazzi erano già lì pronti a scattare ogni minimo passo mentre Finn cercava di scortarmi fino all'entrata senza darmi troppi problemi. Quando varcammo le porte mobili sembrava di vivere in tutt'altro mondo, rosa di tutte le tonalità, fiori e donne e uomini che andavano avanti ed indietro con enormi fascicoli tra le mani.
«Astrid Hoffman è un piacere averla qui con noi» una donna dai capelli neri si avvicinò a me con un sorriso a trentadue denti, mi strinse la mano e mi invitò a seguirla
L'edificio era enorme e davanti qualsiasi stanza passavamo c'erano delle ragazze ad aspettare, prendemmo l'ascensore arrivando al piano superiore, gli spazi qui erano divisi diversamente. C'era soltanto un piano con forse mille e passa ragazze dall'età compresa tra i diciotto e i ventiquattro. Sorrisi salutando con la mano a tutte loro che mi osservavano sorprese e sorpassammo un'altra stanza.
«signor Razek c'è Astrid Hoffman» parlò educatamente per poi far entrar me e Finn che si accomodò in una sedia in lontananza
Percorsi qualche metro arrivando finalmente davanti al tavolo su cui erano seduti il direttore, Oscar Ulric, Heidi Klum e Adriana Lima che mi osservavano con un sorriso.
«ciao Astrid, è un piacere fare la tua conoscenza» sorrise Heidi e quasi rimasi incantata
«Edward ci ha parlato molto bene di te» sorrise la mora
«ragazze avrete tempo per conoscervi» le interruppe Edward posando poi lo sguardo su di me
«prego siediti, com'è andata questa settimana di vacanza?» mi guardò incuriosito
«molto bene, la città è meravigliosa ed anche la casa è stupenda, grazie ancora» feci un cenno con la testa in segno di ringraziamento
«iniziamo se per te va bene» annuì
«certo» sorrisi con espressione seria e la schiena dritta senza toccare lo schienale
«ho già chiesto tutto a Pamela ma volevo sentire la tua esperienza di persona» riordinò dei fogli che passò ad Oscar seduto in mezzo alle due
«come sai i casting hanno delle regole fondamentali ed anche se tu sei già una modella a tutti gli effetti voglio vedere tutto lo stesso» sorrise e osservò alle mie spalle, anche la grande distanza dalla porta alla sedia era una mezza prova che non mi preoccupò affatto
«questo è il mio album» gli porsi il book che nei precedenti pomeriggi avevo studiato accuratamente con Pamela in videochiamata
«tutte le foto comprendo ogni punto e dinamica del mio corpo» alzai il mento osservando ogni loro minima espressione nel mentre sfogliavano le mie foto, Adriana alzò lo sguardo per farmi un occhiolino e sorrisi
«meraviglioso» rise Edward sorpreso osservando i suoi due angeli che annuivano
«allora parlaci un po' delle tue esperienze nell'ambito della moda, fa come se non ci conoscessimo» mi incitò l'uomo con le mani
«sono Astrid Hoffman, ho diociotto anni e sono nata a Berlino nel 1989»
«da quest'anno ho iniziato a lavorare presso l'azienda della stilista Pamela Schneider apparendo per sette volte sulle copertine di Vogue» notai sottocchio le due guardarsi con un sorriso
«ho sfilato per la collezione Primavera-Estate 2007 di Vivienne Westwood Gold Label a Parigi e sempre per la collezione Primavera-Estate 2007 a Parigi di Alexander McQueen»
«sono stata modella d'apertura a tutte le sfilate di Pamela Schneider partecipando al suo World Tour per la nuova collezione estiva»
«per aver iniziato solo quest'anno sono tappe davvero molto importanti quelle che hai fatto» annuì Heidi sorpresa
«e dimmi, in cosa ti specializzi?» mi guardò unendo le mani Edward
«di tutto» risposi sicura di me
«bene Astrid, puoi alzarti e spogliarti?» annuì e feci come disse passando i miei vestiti ad una donna che li posò ordinatamente su delle stampelle restando così in intimo davanti gli occhi di tutti
«quanto sei alta?» domandò osservando delle persone che entravano nella stanza
«un metro e settantotto centimetri» annuì osservandomi
«la tua taglia?» continuò
«una trentotto»
«fai attività fisica?» era un continuo di domande e risposte che provocavano sempre più ansia
«tutti i giorni così come pratico meditazione» sorrisi osservando la sua testa annuire
Delle donne si avvicinarono a me con un metro misurando ogni centimetro del mio corpo, dettarono le misure e se ne andarono dalla stanza. Restai immobile ferma in mezzo la stanza osservando, come facevano gli altri tre, Edward pensare qualcosa.
«non ho niente da dire» parlò serio per poi fare un sorriso
«benvenuta a Victoria's Secret»
Sorrisi e ringraziai tutti stringendogli le mani.
«diventeremo buone amiche» mi afferrò le mani Heidi prima di uscire dalla stanza
«oh mio dio» saltai nonostante i tacchi osservando Finn alle mie spalle
«congratulazioni» mi abbracciò sorridendo
«però adesso rivestiti o prenderai freddo»
Quando uscimmo dell'edificio i paparazzi erano ancora lì, Finn mi fece spazio e lasciai che mi fotografassero al di sotto dell'iconico logo rosa. Facemmo qualche passo e arrivammo davanti un piccolo bar dove Emma ed Anthony erano seduti con un caffè tra le mani.
«salutate il nuovo angelo di Victoria's Secret» aprì le braccia ed Emma si alzò urlando dall'emozione
«sono così contenta per te» mi abbracciò attirando l'attenzione di tutte le persone intorno a noi
«congratulazioni bellezza» mi baciò una guancia il ragazzo
«e poi Emma mi ha detto di un certo Chad Michael Murray» ammiccò con uno strano sorriso
«non lo conoscevo nemmeno, ho fatto una figuraccia» risi portandomi le mani alla bocca
«Finn mica potresti accompagnarmi a casa? vorrei chiamare i ragazzi» annuì e afferrò le chiavi dell'auto
«noi veniamo a piedi più tardi» salutarono i due
Quando entrai in ascensore mi sentivo la ragazza più felice di tutte, avevo realizzato uno dei sogni di tutte le ragazze del mondo senza nemmeno sapere come. La chiamata squillò per un po' e dopo qualche secondo si aprì mostrando le figura dei tre.

"Astrid" urlò Tom dall'altra parte dello schermo
"sbaglio o sei più bella?" domandò Georg provocandomi un sorridere
"lei è sempre bella" lo spintonò Gustav
"forse perché da oggi potete considerarmi un angelo di Victoria's Secret?" sorrisi
"ti hanno preso?" annuì e i tre iniziarono ad urlare fieri di me
"vorrei tanto essere lì per festeggiare con voi" feci un mezzo sorriso
"anche da qui noi siamo sempre fieri di te, è il tuo sogno e te lo meriti" parlò Gustav
"hai ragione" annuì
"hai conosciuto qualche modella?" ammiccò Tom incuriosendo anche il ragazzo dai capelli lunghi al suo fianco
"Heidi Klum e Adriana Lima" alzai le sopracciglia annuendo con la testa osservando le loro espressioni gelose
"dio Heidi Klum" mormorò Tom chiudendo gli occhi
"se dovessi mai sposarmi mia moglie dovrà essere lei" continuò e risi
"non so se le piacciono i bambini" lo guardai con un sorriso innocente in volto
"fino a prova contraria sono maggiorenne, lasciami crescere un po' e ti faccio vedere se potrei piacerle o meno" ammiccò con un sorriso tutt'altro che innocente
"montato" gli diede una botta in testa Georg
"ho anche conosciuto uno che fa l'attore ed è anche un modello, sembra simpatico" ignorai l'espressione perversa di Tom
"chi è?" domandò Gustav
"si chiama Chad Michael Murray"
"non è quello di One Tree Hill?" il
biondo osservò Georg pensare
"il tipo che interpretata Lucas?" lo guardò l'amico
"esatto" annuì velocemente Gustav
"siete da soli?" chiesi cercando di capire se Bill fosse lì o no
"sì, Bill è in doccia" mormorò Georg abbassando lo sguardo rispondendo alla domanda che non avevo neanche posto
"ragazzi per favore" respirai profondamente non riuscendo più a gestire quella situazione
"se non vuole parlarmi o vedermi non è un problema, non mi interessa più ormai, basta che non mi prendiate in giro" li guardai e subito passarono lo sguardo dietro
la telecamera, sentì un rumore di una sedia spostarsi e poi la porta esser chiusa violentemente
"ci dispiace" sospirò Tom
"non fa nulla, adesso vado a mangiare ci sentiamo"
"ciao Astrid" salutarono all'unisono

Mi portai le mani al viso sospirando pesantemente, ancora non ero abituata alla mancanza dei miei piercing, toccare il mio sopracciglio e le mie labbra senza trovarli più mi faceva ancora uno strano effetto dal momento che per me era come se portassi i gemelli sempre con me. Come tutte le sere mi preparai e andai a cenare a casa dei due amici assieme a Finn, tutto sembrava tranquillo finché non tornai a casa. Quel silenzio e quella calma mi mandava in totale confusione mentre la mia testa si auto sabotava tornando al solito pensiero.
Bill Kaulitz.
Sapevo che avrei dovuto farci l'abitudine e che piangere ogni notte non l'avrebbe riportato da me tantomeno avrebbe reso me più serena. Eppure qualsiasi cosa facessi anche il fumare una semplice sigaretta riportava la mia mente a me e lui, alle nostre labbra unite, alle sue mani sul mio corpo e alle infinite notti insonni passate a fare l'amore. Mi stavo rendendo conto che tutto il dolore che avevo subito quegli anni non era nulla messo a confronto con il suo abbandono. Lui era la luce, il sole. Una di quelle persone pure, gentili, di quelle che accarezzano i gatti randagi nonostante fossero neri e scaramantiche di malaugurio.

Black cat | bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora