Le sue labbra erano ovunque così come le sue mani, un bruciore torturarmi l'anima chiedeva sempre di più. Baciai il suo collo con foga, non ne potevo fare a meno il suo profumo mi era mancato, le sue mani, il suo sguardo, le sue labbra, tutto di lui mi era mancato.
La porta si aprì e come sempre Tom stava per interrompere quel momento, ma non stavolta.
«vaffanculo Tom» urlò Bill lanciandogli un cuscino contro facendogli chiudere immediatamente la porta
«mi sei mancata così tanto» baciò ogni parte del mio viso palpando un mio seno con voglia
«anche tu Bill, pensavo a te ogni notte» gli morsi il labbro inferiore
«non posso più aspettare» ringhiò nel mentre era evidente il modo in cui la sua erezione premeva contro i suoi pantaloni
«ti voglio Kaulitz» sussurrai
Prendemmo a baciarci con ancora più foga, ci alzammo sul letto togliendoci velocemente i vestiti ormai diventati di troppo. Fece scivolare le mani sul mio ventre e sulle mie gambe che strinse e posizionò sulle sue spalle, senza esitare prese a giocare con la mia intimità come se fosse un bambino. Percepivo il suo piercing provocarmi un piacere assurdo così come le sue lunghe e fredde dita che facevano avanti e indietro con un ritmo insaziabile. Sbottonò con velocità il mio reggiseno leccando i miei seni con voglia, lo spinsi stanca di quella tensione e mi posizionai sopra di lui sfilandogli i boxer. Accarezzai il suo petto strusciando la mia intimità completamente fradicia sulla sua erezione, i nostri sospiri riempivano la stanza di piacere, un piacere infinito, che voleva esser saziato. Capovolse la situazione e mi ritrovai con il petto contro il materasso, le sue mani graffiarono dolcemente la mia schiena e le sue mani strinsero i miei fianchi, provocandomi un urlo quando la sua enorme e dura erezione entrò dentro di me. Sorrisi, ero al settimo cielo.
Il mio sorriso svanì in pochi secondi dando spazio a gemiti pieni di soddisfazione.
«cazzo Bill» urlai quando tirò leggermente i miei capelli all'indietro per baciarmi
Mi voltai stando faccia a faccia con lui, era bellissimo, il più bello per i miei occhi.
«sei bellissima» mi baciò dolcemente come se mi avesse lette nel pensiero, mi accarezzò una guancia senza però smettere di muoversi
«ora però voglio sentirti ancora di più» sussurrai al suo orecchio
«ne vuoi ancora?» si alzò con la schiena ridendo leggermente
«non mi basta mai» risi anch'io
Improvvisamente le spinte aumentarono con forza e lo sentì stendersi al mio fianco, baciava e mordeva il mio collo nel mentre la mia testa vagava nell'incavo del suo collo
«non ce la faccio più» sussurrai
Quando uscì da dentro di me una sensazione di pienezza riempiva il mio corpo e il mio cuore.
«mi era mancato tutto questo» parlai nel mentre lo osservavo dare una veloce ripulita con le dita alla mia intimità
«farti scopare da me ti era mancato?» mi prese in giro
«tantissimo» risi e baciai le sue labbra
«ma molto di più stare con te» strinsi il suo corpo e mi alzai con la testa osservandolo dall'alto
«Bill io non so il perché sia successo» scossi il capo triste
«non avrei mai voluto che tu pensassi questo di me, ho passato un mese in cui nella mia testa c'eri solo tu e nessun altro» alzai lo sguardo osservando i suoi meravigliosi occhi scuri essere illuminati dalla fioca luce della lampada
«non mi sarei mai aspettata un gesto del genere, ho reagito ma non è servito a nulla» mi morsi il labbro inferiore andando in paranoia
«non devi giustificarti» sospirò sonoramente
«sapevo tutto, Kyra l'ha mandato anche a me» iniziò ad accarezzare la mia spalla e posai la mia testa sul suo petto, riuscivo a sentire il suo cuore battere
«perché non mi hai chiamato?» alzai la testa
«sono stata così in pensiero, sentivo di morire» chiesi osservando i suoi occhi a pochi centimetri dai miei
«non lo so» sussurrò
«volevo che fosse tutto un brutto sogno, mi sentivo tradito, preso in giro» sospirò passandosi una mano sul volto
«mi dispiace aver dubitato di te, mi dispiace davvero tanto»
«dispiace a me averti fatto dubitare» mi morsi l'interno guancia
«non è colpa tua, né mia» annuì chiudendo gli occhi lasciandomi cullare dal suo dolce tocco
«io sono innamorato di te» aprì di nuovo gli occhi
«e questo dolore non ci separerà, potrà anche durare per sempre ma lo accetteremo, insieme» mi baciò la fronte e risi leggermente
«lo celebreremo insieme» risi
«oggi allora è il nostro giorno» baciai il suo petto ricoperto di tatuaggi
Quando la mattina successiva mi svegliai Bill era di fianco a me, sorrisi e gli posai un bacio sulle labbra.
«giorno» sussurrò voltandosi nell'altra direzione, accarezzai i suoi morbidi capelli e mi vestì
Chiudendo la porta della suite mi ritrovai faccia a faccia con i tre ragazzi, qualche secondo di silenzio e si gettarono su di me per stringermi in un abbraccio.
«mi dispiace tantissimo Astrid, solo il pensiero che avessi fatto de male a Bill mi dava alla testa, non volevo» parlò velocemente Tom
«sta tranquillo non fa nulla, adesso abbiamo risolto quindi tutto okay» lo tranquillizzai osservando anche Gustav con un dolce sorriso
«abbiamo sentito eccome che avete risolto» ammiccò Georg facendo ridere gli altri due
Il moro uscì dalla porta vestito ma ancora assonnato, ci osservò e scoppiammo tutti a ridere. Afferrò la mia mano e come se niente fosse successo ci avviammo ad un bar stellato per fare colazione.
«Gustav mi passi una sigaretta?» indicò il pacchetto Tom
«anche a me» quasi urlò Georg
«mi siete mancati sapete?» sorrisi scrutando i quattro ridere e scherzare tra loro
«anche tu ci sei mancata, non avere qualcuno che rompesse era noioso» rise Tom assieme a Georg
«quando torniamo a casa vi farò vedere» risi
«allora? ultima tappa?» domandai sorseggiando il cappuccino
«Italia, Milano» parlò Bill aspirando il fumo
«cavolo, non sono mai stata in Italia» sorrisi eccitata
«è dove fanno la pizza?» domandò Tom
«ovunque fanno la pizza e quella è Napoli» lo spintonò Gustav
«ci sei mai stato?» domandai al biondo
«un po' di tempo fa, è molto bella e la pizza è un qualcosa» annuì con espressione di goduria
«dopo il concerto piccola fermata a Napoli» applaudì facendo ridere tutti
«pensiamo prima a partire» accarezzò il mio interno coscia Bill
«le tue cose?»
«sono rimaste a Madrid, chiederò a Emma di spedirle in hotel qualche giorno prima del nostro arrivo»
«a proposito abbiamo fatto il tifo per te fino alla fine» sorrise Tom
«si perché anche se qualcuno faceva finta di esser arrabbiato con te continuava a dire di non poterti non vedere» ammiccò Georg prendendo in giro Bill che rise sotto i baffi
«voglio solo vedere l'inizio» lo beffeggiò Gustav facendo ridere tutti
«adesso basta» rise Bill osservando tutti
«ti amo» sussurrai al suo orecchio posandogli un veloce bacio sul collo
Quando tornammo in hotel aiutai i quattro a preparare le valigie, erano le sei di sera quando a Tom venne la brillante idea di prenotare la piscina interna solo per noi. Indossammo i costumi che tenevamo sempre a portata di mano e ci avviammo verso la stanza.
«che paradiso» sussurrò Tom e concordai con lui osservando le luci soffuse e i colori scuri del pavimento e delle pareti
«tuffo?» Georg spintonò Tom che perse l'equilibrio cadendo in acqua come un sacco di patate
Iniziai a ridere come non mai e quando riuscì a respirare nuovamente mi ritrovai i due davanti che mi afferrarono mani e piedi gettandomi in acqua.
«voi due» risi portandomi i capelli all'indietro
«Bill vieni» urlò Gustav
«non ho voglia di bagnarmi» disse sorseggiando lo champagne offerto dalla struttura
«ah si?»
Uscì dall'acqua e mi avvicinai alla sdraio su cui era seduto, ghignò e salì a cavalcioni su di lui, alzò gli occhi al cielo e gli accarezzai il petto abbassandomi lentamente verso il suo viso.
«ora sei bagnato» gli lasciai un piccolo bacio sulle labbra e mi alzai per tornare in acqua
Sentì afferrarmi a mo di sposa e subito mi ritrovai in acqua. Ridemmo, sembravamo dei bambini, ed infondo lo eravamo. Nella mia mente iniziarono ad apparire scena della mia infanzia, della signora Rose, di suo nipote e di come mi avessero salvato la vita.
«a che pensi?» Bill arrivò al mio fianco nuotando agilmente
«nulla» scossi la testa
«vieni qui»
Mi afferrò per i fianchi e salì a cavalcioni su di lui, posai la testa nell'incavo del suo collo aspirando il suo meraviglioso profumo mischiato a quello leggero del cloro. Alzai il capo verso di lui sentendo il suo respiro battere contro il mio viso, le sue labbra si trovavano a pochi centimetri dalle mie e imploravano di esser baciate proprio come i suoi occhi colmi di piacere e la sua erezione che batteva contro lo slip del mio costume.
«qualcuno si sta divertendo» lo feci ridere
«quando ci sei tu non posso controllarmi, sei troppo» prese a baciare il mio collo con foga, gettai la testa all'indietro stringendo i suoi capelli
«meglio che noi andiamo» ci salutò Gustav obbligando gli altri due a uscire dall'acqua avviandosi verso l'uscita
Ci fu qualche secondo di silenzio e quando Bill provò a dire qualcosa per zittirlo lo baciai, in un attimo uscimmo dall'acqua e completamente fradici ci stendemmo sulla sdraio. Piccole goccioline dai suoi capelli scivolarono sul mio viso, non avevo mai provato nulla del genere per nessuno, Bill era la prima e l'unica persona che mi avesse provocato tali emozioni. Lo amavo, lo amavo tanto.
«ti amo» sussurrai
«ti amo» continuai baciando ogni singola parte del suo viso
Restammo lì, stretti in quella posizione per non so quanto tempo a ridere e scherzare delle cose passate insieme. Percepì la sua mano smettere di accarezzare il mio ventre e voltandomi notai la sua espressione pensierosa.
«che succede?» gli accarezzai una guancia
«io ho paura di ferirti Astrid» mi alzai con la schiena
«perché dovresti? Bill devi smetterla non devi preoccuparti» ammisi contraria alla sua opinione
«perché sei bella dentro, sei pura e se penso a quello che ti ha fatto passare e a come abbia dubitato di te mi sento uno schifo» sospirò alzandosi anche lui con la schiena
«tu non hai niente a che fare con lui hai capito?» gli afferrai il volto tra le mie mani osservando i suoi occhi
«tu sei dolce, gentile e non devi condannarti per aver dubitato di me l'avrebbero fatto tutti e anch'io» annuì abbassando lo sguardo
«guardami» lo obbligai a guardarmi in viso
«non pensarlo nemmeno un secondo di poterti paragonare a lui, lui è un mostro tu no»
Non parlò, lo osservai rigirarsi gli anelli nervosamente e lo abbracciai.
«il nostro problema è essere solo dei ragazzini cresciuti troppo in fretta, abbiamo subito e sofferto troppo» gli accarezzai una guancia
«ma farei di tutto per te Bill, qualsiasi cosa»
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Black cat | bill kaulitz
Fanfic❛La sensazione del sentirsi diversi, del vuoto al petto e della solitudine erano le uniche cose che riuscivano a spaventare Astrid, una ragazza così tanto forte quanto debole. Sola e con mille paranoie si ritroverà a porre la sua completa fiducia in...