sixteen

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I giorni passano sempre più velocemente e da quel giorno io e Bill riuscivamo a stare insieme sempre più sporadicamente, lui restava ora e ore chiuso in studio assieme agli altri ed io passavo le giornate intere in agenzia.
«oggi è di riposo per tutti» osservai Emma che chiuse le valigie contenenti make-up e accessori per i capelli
«davvero? mio dio che bello» sospirai sprofondando sullo sgabello rosa 
«mi raccomando presta attenzione, niente sforzi, niente cadute e soprattutto sgarri manca meno di una settimana, bisogna che tu sia perfetta»
Ascoltavo attentamente le parole di Emma, davvero in questo mondo era così tanto importante l'aspetto fisico?
«tranquilla passerò in studio dai ragazzi e me ne starò seduta ascoltando Bill» mi alzai con occhi sognanti
«a proposito come sta andando? non l'avete ancora reso ufficiale?» rispose
«beh alla fine che il mondo lo sappia non cambia il nostro modo di vivere» alzai le spalle estraendo una sigaretta dal pacchetto
«dovresti smetterla, potrebbe farti perdere il posto se Pamela ti vedesse» mi sgridò la rossa
«sto smettendo lentamente» assaporai il fumo socchiudendo gli occhi
«dai ci vediamo domani» le diedi un veloce bacio sulla guancia e uscì correndo dal camerino
«signorina» urlò Pamele dal balcone interno de palazzo
«è una sigaretta quella?» continuò
«a domani Pamela» la salutai con la mano tenendo stretta tra le labbra la stecca
Risi e uscì del tutto dalla struttura, camminando mi sentì chiamare e quando mi voltai notai un gruppo di ragazze anche più grandi di me fissarmi con un sorriso sulle labbra.
«si?» le guardai quasi spaventata
«possiamo fare una foto insieme?» sorrisi e annuì facendo foto con ognuna di loro
«grazie mille, sei davvero fantastica» mi abbraccia una
«tu e Bill sareste una coppia stupenda» parlò con occhi sognanti
«ci farò un pensierino» annuì ridendo per poi salutarle
Cercai di arrivare velocemente alla casa discografica a causa del freddo e della pioggia che era iniziata a scendere, riuscì a entrare in tempo e presi subito l'ascensore che mi avrebbe portato in studio.
«buongiorno» salutai tutti e mi risposero con un segno della mano intenti ad aspettare qualcosa
«che succede?» mi sedetti al fianco di Elia che mi fece accomodare passandomi un paio di cuffie
Osservai Bill con le mani intrecciate sul microfono e la testa posata su di esse. Era strano non l'avevo mai visto in quel modo.
«hai già ascoltato il nuovo album?» mi chiese sussurrando all'orecchio l'uomo
«Bill voleva che lo ascoltassi per la prima volta in tour» lo guardai sorridere capendo il perché
«non voleva che lo vedessi così» si voltò non appena udì un sospiro da parte del moro
«on top of the roof, the air is so cold and so calm
I say your name in silence, you don't wanna hear it right now
The eyes of the city are counting the tears falling down
Each one, a promise of everything you never found»
Mi mancò l'aria al solo sentire la sua voce calma che vorrebbe urlare, mi voltai verso Elia che però non mi guardò e ritornai a posare lo sguardo su Bill che continuò a cantare.
«I scream into the night for you
Don't make it true, don't jump
The lights will not guide you through
They're deceiving you, don't jump
Don't let memories go of me and you
The world is down there, out of view
Please don't jump»
Trattenni le lacrime mordendomi un labbro, le espressioni dei quattro erano tristi e soprappensiero nel mentre come noi udivano quella voce angelica.
«I don't know how long
I can hold you so strong
I don't know how long
Just take my hand and give it a chance
Don't jump»
Lo ascoltavo incantata, aveva davvero tutto quel dolore dentro di se?
«And if all that can't hold you back
Then I'll jump for you»
«oh Bill» sussurrai asciugando velocemente una lacrima
Mi alzai dalla sedia e entrai nella stanza insonorizzata, dalla sua espressione non si aspettava di vedermi li.
«Astrid che ci fai qui?» domandò quasi imbarazzato
«volevo farti una sorpresa ma mi hai fatto piangere» risi indicando il trucco sbavato
«e poi perché non volevi farmi ascoltare questa meraviglia?» lo spintonai
«sei fantastico» sussurrai al suo orecchio posandogli poi un bacio sulle labbra che aizzò delle risatine tra gli altri
«che carino Bill è arrossito?» lo prese in giro Tom assieme a Georg nel mentre venivano sgridati dal Gustav che scuoteva la testa
«vieni qui do un bacino anche a te?» mi allungai verso Tom che scappò proteggendosi dietro le possenti spalle di Georg
«che ti nascondi a fare, ne do uno anche a Georg» risi per la loro espressione
«due in uno, ne approfitto per le foto dell'altra volta ve ne siete dimenticati?» feci per acchiapparli
«forse» alzò le spalle Tom
«te ne faccio ricordare io» afferrai la
mazza di legno di fianco a me e li vidi sbiancare prima di posare a terra le chitarre e iniziare a correre
«ragazzi» urlò divertito Elia
Li rincorsi per tutto l'edificio nel mentre venivamo osservati dallo staff e aspiranti cantanti che sognavano di diventare qualcuno, sentì i miei fianchi essere afferrati e qualcosa mi alzò in aria.
«Bill no» mi dimenai nel mentre mi teneva stretta a se
«sta buona» rise osservando il fratello e l'amico che con il fiatone tornavano verso di noi
«siete dei cretini, vi ricordo che viviamo insieme conviene chiudervi a chiave la notte» li minacciai e da uno sguardo serio iniziai a ridere
«vi voglio bene» aprì le braccia e si fiondarono ad abbracciarmi
Tornammo a casa ad inoltrata mezzanotte, la prima cosa che feci aiutata da Georg fu preparare dei panini veloci e un piatto di pasta.
«questi non bastano per tutti» osservò i maccheroni il moro
«io non posso» indicai la dieta appesa al mobile
«ho salmone, avocado e noci» feci un mezzo sorriso ed anche se adoravo quel piatto un panino mi avrebbe proprio fatta felice
«come farò senza di te un mese»
Percepì le sue mani avvolgermi i fianchi e il suo viso sprofondare nell'incavo del mio collo. Mi voltai e lo osservai in tutta la sua bellezza.
«sei bellissimo quando non indossi il trucco sai? i tuoi occhi si illuminano» sorrisi posando un veloce bacio sulle sue labbra 
«ah si?» mi morse il labbro inferiore e avvicinò il suo corpo al mio, fece scivolare la mano sul mio sedere iniziando a stringerlo
Ci staccammo quando sentimmo gli altri arrivare e iniziammo a cenare tutti insieme. Le serate così erano le più belle, sembravamo tutti dei semplici adolescenti senza impegni o pesi addosso. Fosse per me avrei vissuto tutta la vita così. Li osservai uno ad uno nel mentre sorseggiavo dell'acqua, erano tutti così gioiosi e felici fin quando non mi resi conto di essere osservata.
«cosa c'è Astrid?» domandò subito
Gustav
«nulla» risposi stranita dalle espressioni dei quattro
«e perché stai piangendo?» parlò Tom
Corrugai le sopracciglia e mi toccai sotto l'occhio costatando che in effetti stessi piangendo. Scossi la testa mettendomi a ridere.
«non so, ma sono lacrime di gioia» continuai
«ringrazio tutto per aver portato
nella mia vita persone come voi, ne ho sempre avuto bisogno» strinsi la mano a Gustav che sorrideva come un bambino
Aizzammo le orecchie quando suonò il
campanello, Georg finì la birra e apri la
porta osservando incuriosito qualcosa fuori il
cancello.
«chi sei?» disse ma non ricevette nessuna risposta
Ci osservammo tra di noi e subito ci alzammo per evitare un improvviso scatto da parte del nostro amico. Portai la testa fuori e lo osservai.
«Georg entra dentro» lo tirai per il
braccio ma non si mosse
«che cazzo vuoi?» mi ignorò uscendo nel vialetto ed avvicinandosi al cancello
Tom gli corse dietro così come Bill e Gustav.
«ragazzi» quasi strillai
«Kurt cosa vuoi?»
Mi intromisi tra i quattro osservando da dietro le sbarre il ragazzo che solo dopo aver sentito la mia voce si voltò, una sigaretta stretta tra le labbra e il suo solito sorriso.
«volevo solo vedere per l'ultima volta la causa del perché non torni da me» osservò Bill e notai Tom irrigidirsi
«sai che non c'entra niente e che non torno da te perché sei una merda» lo guardai inorridita
«Ben mi racconta e vedo come vai a scuola, a lavoro, sei sempre più carina» sussurrò
«giuro che se non te ne vai chiamo la polizia» rise amaramente
«seguo tutto di te e fa un certo effetto vederti in televisione, anche se non è la stessa cosa di venirti addosso»
«vattene da qui» Bill aprì il cancello trovandosi faccia a faccia e nonostante la differenza d'età era più alto di lui
«non mi fai paura» cacciò il fumo contro il suo viso
«vattene da qui» Tom si mise in mezzo scandendo bene le parole e venendo osservato con un risolino in volto dal ragazzo
«non l'hai sentito? via» Georg lo spintonò verso la strada andandogli contro
«ci vediamo Astrid» mi mandò un bacio e ricambiai con un'espressione di disgusto
Entrammo di nuovo in casa e percorsi velocemente le scale per il piano superiore chiudendomi all'interno della mia stanza.

Black cat | bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora