«Bill Kaulitz e Astrid Hoffman fotografati al concerto dei Linkin Park»
Risi leggendo la notizia su di noi.
«pur di parlare scrivono davvero di tutto» mi sdraiai sul letto di fianco a lui
«questo non è nulla, una volta videro eravamo in un bar, io e Tom eravamo minorenni ma Gustav essendo più grande prese una birra, ti lascio immaginare» rise ricordando il momento
«povero Gustav» mi portai le dita vicino le labbra pensando
«i ragazzi ancora non si sono fatti sentire, speriamo stiano bene» mormorai controllando le notifiche del mio cellulare
«sono in mano di Gustav, mi fido» mi osservò accarezzandomi i capelli per tranquillizzarmi
«è quello il problema, con loro anche uno come Gustav impazzisce» risi genuinamente baciandogli la punta del naso
«non ci credo che sono già passati tre giorni» sbuffai sonoramente
«facciamo qualcosa» mi alzai con la
schiena osservandolo voltarsi verso di me
«sono le quattro del mattino, cosa vorresti fare?»
«perché non ci divertiamo un po'?» ghignai salendo a cavalcioni su di lui
«o anche ora sei stanco?» strusciai la mia intimità contro la sua sentendo il suo respiro aumentare anche se di poco
Mi abbassai verso il suo viso accarezzagli il petto completamente scoperto. Leccai la sua mascella e le sue labbra posandogli un bacio che approfondì in pochi secondi con la
lingua. Capovolse la situazione e si trovò lui su di me, sorrisi soddisfatta percependo il suo respiro affannato sul viso e la sua erezione premere contro la mia gamba.
«ti diverte così tanto provocarmi?» rise amaramente osservando i miei occhi
«se questa è la reazione» risi chiudendo gli occhi e beandomi della sue labbra che succhiavano e leccavano la
pelle del mio collo
Le sue mani scivolarono dalla mia mascella al mio seno che afferrò e strinse pizzicandomi leggermente un capezzolo, feci un gridolino che lo fece staccare dal mio coro per abbassarsi poi verso il mio torace. Li leccò avidamente mordicchiandoli, gemetti e sussurrai un "ti prego" per avere di più. Non se lo fece ripetere due volte e sfilò con velocità il pantaloncino di seta nero e le mutandine in pizzo del medesimo colore. Iniziò a massaggiarla strusciando le lunghe dita contro le mie labbra, se le portò alla bocca leccandole prima di farne entrare due dentro di me. Mi abbandonai completamente al suo tocco inarcando la schiena e lasciando ogni parte del mio corpo per lui. Respirai affannosamente quando capì di star per venire ma tolse le dita osservandomi con un sorriso di sfida. Mi morsi il mio labbro inferiore percependo un senso di vuoto all'interno del petto.
«sei uno stronzo» tornai a cavalcioni su di lui gettandolo con la schiena sul materasso, mi abbassai con il viso contro la sua erezione prendendola in mano dopo avergli abbassato i boxer
Il suo respiro divenne pesante quando aumentai la velocità, come ripicca mi staccai prima che potesse arrivare al culmine e sorrisi guardando la sua espressione accigliata. In piena agli ormoni salì su di lui beandomi di quella meravigliosa sensazione che solo con lui riuscivo a provare. Gettai la testa all'indietro continuando a saltare sul suo corpo, mi afferrò per il sedere aumentando la velocità che ci fece gemere entrambi. Mi accarezzò un fianco e staccandomi da lui mi accompagnò con una mano per posizionarmi a quattro zampe aprendo le gambe per provocarmi maggiore piacere, mi stesi con il petto contro le coperte osservando il sole sorgere con lentezza.
«cazzo Bill» lo incitai quando mi afferrò per i capelli costringendomi a guardarlo
«sei stupenda» mormorò contro la mia testa e prima di uscire da me provocandomi infinti brividi
«se il sesso è peccato voglio andare all'inferno» sussurrò con il fiato corto e risi di gusto
«per te ci andrei» posai la testa sul suo petto lasciando che la sua mano accarezzasse i miei capelli
Quando ci svegliammo era mezzogiorno, ci facemmo una doccia veloce truccandoci e vestendoci per scendere a pranzo. Attraversammo il corridoio dei soliti sguardi stavolta accentuati dai nostri look giornalieri.
«stavo pensando, stasera vogliamo andare in un posto? è famoso qui, una specie di discoteca» annuì scrutando il suo volto e i suoi occhi contornati dall'ombretto nero proprio come i miei
«va bene» sorrisi sorseggiando il calice di vino bianco
Girammo un po' per la città, gli enormi grattacieli erano meravigliosi, il sole che batteva contro le loro vetrate, l'aria estiva che si respirava di fianco al mare, ma anche qui i paparazzi non ci avevano dato un attimo di pace.
«cosa ne pensi dell'arresto di Kurt Weber?» domandò uno di loro avvicinando il microfono e la telecamera al mio viso
«ha avuto quel che si meritava» parlò al mio posto Bill cercando di passare senza mai perdermi d'occhio
«non ti senti in colpa?»
In colpa?
«e di cosa?» mi fermai di botto
«di essermi salvata la pelle?» domandai retorica osservando il suo viso privo di qualsiasi tipo di emozione
«questa non è una ripicca o un modo per vendicarmi, ma può essere un segnale di speranza per tutti quelli che come me si sono trovati nei casini senza sapere se prima o poi ne sarebbero usciti» alzai gli occhiali da sole riabbassandoli solo per riprendere a camminare
«si ma non credi tu sia avvantaggiata? che la tua posizione abbia agevolato il suo arresto? non stai dando il buon esempio» continuò
«può anche darsi ma questo non significa che per vivere in serenità e avere giustizia bisogna essere belli e famosi, chiunque deve denunciare e non arrivare sul punto di morte» parlai duramente
«il cattivo esempio lo sta dando lei sparando queste stronzate pur di far passare dalla parte del torto qualcuno di famoso per ricevere più soldi»
Sputai acida afferrando la mano a Bill e tirandolo via da quell'ammasso di gente.
«ehi tranquilla» mi bloccò ad un muro
accarezzandomi una guancia
«lasciali parlare, presto ti inizierai ad abituare anche tu» mi posò un bacio sulla fronte
«anche a me succedeva così, credevo che sarei stato in grado di gestirli e sembrava funzionare ma dopo un po' senti il peso di tutte quelle parole e delle tue azioni» sussurrò facendo scontare la sua fronte contro la mia
«ma fidati di me imparerai a fregartene, alcuni lo fanno apposta, se fossero tutti gentili come andrebbe avanti il mondo delle celebrità?» rise e annuì ridendo assieme a lui
«hai ragione me la prendo troppo» sorrisi
«andiamo»
Mi cinse il collo con un braccio posandomi un bacio sulla fronte. I pomeriggi erano tranquilli e passare del tempo da soli ci serviva proprio. Staccai i miei occhi dal mare quando il telefono di Bill squillò.
«pronto Elia»
«cosa? davvero?» urlò facendo voltare nella sua direzione anche le persone intorno a noi
«okay si tranquillo, ci vediamo grazie» attaccò la chiamata portandosi le mani alla testa
Mi alzai con la schiena dal lettino cercando di capire cosa fosse successo.
«Bill cosa voleva Elia?» mi abbassai posando le mani sulle sue ginocchia preoccupata
«siamo stati invitati agli MTV Europe Music Award»
Mi portai immediatamente le mani alla bocca spalancando gli occhi al sentire di quella notizia. Lo strinsi a me non riuscendo a smettere di sorridere.
«Bill è fantastico» applaudì quasi più emozionata di lui
«e quando? i ragazzi lo sanno?» domandai curiosa
«giusto una settimana» sorrise soddisfatto
«e no, è una sorpresa per loro» alzò gli occhi al cielo abbracciandomi e cadendo entrambi sulla sabbia
«sono così tanto fiera di te» lo baciai sotto gli occhi di tutti i presenti che riprendevano il momento
Quando tornammo in hotel la prima cosa che facemmo fu chiamare i ragazzi con ancora i costumi bagnati e la salsedine sul corpo."siete vivi?" risi osservando i tre ragazzi inquadrarsi nella videocamera
"com è lì?" domandò Georg e afferrai il pc mostrandogli la vista della nostra stanza
"beati voi qui non facciamo altro che uscire, andare a ballare e bere" sbuffò il ragazzo ddi capelli lunghi
"quando però le ragazze si avvicinano non ti lamenti» ricevette uno schiaffo dietro la testa da Tom ma Gustav li fermò prima di iniziare una lite
"ragazzi basta, Bill sei silenzioso cos'hai?" domandò il biondo notando il silenzio dell'amico
"vai" incitai il moro a parlare
"gli MTV ci hanno invitato agli Europe Music Award" disse con un sorriso tra le labbra
"cosa?" i tre iniziarono ad urlare e saltare come dei posseduti
"a cosa siamo stati candidati?" chiese Tom dopo essersi calmati
"Bill voleva che lo scoprissimo tutti insieme" sorrisi a trentadue denti osservandolo leggere qualcosa sul cellulare
"allora due categorie" iniziò e notai i tre annuire attenti
"miglior gruppo assieme ai My Chemical Romance, Good Charlotte, Fall Out Boy e i Linkin Park"
"okay" sussurrò Gustav
"e miglior artista interattivo sul web con i Thirty Seconds to Mars, Depeche Mode e sempre i My Chemical Romance e i Fall Out Boy" alzò lo sguardo per osservare le espressioni felici dei tre
"quando dovremmo andare?" chiese ansioso Tom
"tra una settimana" parlai iniziando a saltare e applaudire dopo aver interrotto il ragazzo al mio fiancoQuando terminammo la chiamata restammo in silenzio con il sorriso sulle labbra, mi sedetti sulle sue gambe e portai le mie mani dietro il suo collo. Accarezzò il mio interno coscia dolcemente iniziando a baciarmi.
«stasera dobbiamo festeggiare allora» mi allontanai dal suo viso
«perché non adesso?» mi afferrò il mento e storsi il naso
«sono stanca» rise di gusto accarezzandomi una guancia
Era mezzanotte e mezza quando uscimmo dall'hotel per dirigerci ad una delle discoteche più prestigiose di Chicago. Parcheggiò l'auto e iniziai a camminare verso l'entrata alzando le mani sentendo la musica già da fuori. Era enorme e a tre piani, la musica era fortissima e le luci colorate rendevano l'atmosfera tipica di questi anni. Afferrai le sue mani trascinandolo in pista muovendomi a tempo di "Genie in a Bottle" di Christina Aguilera.
«adoro questa canzone» urlai sentendo la canzone osservandolo muoversi come se non ci fosse nessuno intorno a noi
«so what is right? and what is wrong?»
«gimme a sign» sorrisi gettandogli le mani al collo quando lo sussurrò al mio orecchio
«what is love?»
Ci strusciavamo l'uno sull'altro incuranti delle persone intorno a noi, incuranti delle notizie che sarebbero uscite. Chiuse con forza la porta togliendosi la giacca in pelle senza staccare le sue labbra dalle mie, mi stesi sul letto osservandolo sbottonarsi con fretta la camicia mentre sorridevo sotto il suo sguardo. Si gettò su di me sfilandomi le spalline del vestito, ridevamo completamente ubriachi. Sbottonai la sua cintura e abbassai la zip permettendogli di sbrigarsi. Con ancora i vestiti addosso entrò dentro di me con forza, gridai e sentì la sua mano gelida stringermi il collo, socchiusi gli occhi godendomi quell'immenso piacere. Si stese di fianco a me respirando a fatica e con il volto coperto da un leggero strato di sudore.
«la più bella sveltina mai fatta» risi di gusto guardandolo di lato
«vero» rise anche lui sfilando dal jeans il pacchetto di sigarette portandosene una alla bocca dopo averne passata una anche a me
Stesi e con la testa che girava stavamo in silenzio, senza sentire il bisogno di dire nulla solo le nostre mani si sfioravano bisognose di sentirsi vicini. Il mio cuore batteva forte e nella mia mente balenava la costante idea di parlargli e dirgli tutto, di dirgli che l'avrei abbandonato.
«sai» presi parola osservando il soffitto
Sentì il letto cigolare e iniziai a percepire i suoi occhi sul mio viso curiosi di sapere cosa stessi per dire.
«nulla» scossi la testa portandomi la sigaretta alle labbra
«sei tutto quello che mi resta Bill» la sua mano scivolò sopra la mia afferrandola saldamente
«resterò con te per sempre» mi baciò il collo e una lacrima solitaria, che subito asciugai, mi solcò il viso
Sorrisi e chiudi gli occhi beandomi del suo dolce tocco e del calore del suo corpo.
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Black cat | bill kaulitz
Fiksi Penggemar❛La sensazione del sentirsi diversi, del vuoto al petto e della solitudine erano le uniche cose che riuscivano a spaventare Astrid, una ragazza così tanto forte quanto debole. Sola e con mille paranoie si ritroverà a porre la sua completa fiducia in...