24. Blu Traditore

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Il viaggio del Corvino Bluastro s'era di certo prolungato, però s'era reso conto che oltre alla vendetta, poteva ottenere anche tutta Rupestride.

Dopo qualche giorno di camminata, Granelli Bucolici era finalmente alle porte e con essa Romantius: la Corvina Rosea. 

Cobaltius, proprio come per Roselius e Nubius, non si vedeva con la sorella dalla Guerra D'Ocra e quando si rividero nel mezzo delle povere strade, di sabbia soffice, di Granelli Bucolici, si salutarono si fugacemente, ma entrambi si afferrarono reciprocamente il viso, o meglio l'elmo, come se dovessero baciarsi.

Segno di quanto fossero legati.

Finite quelle smancerie, in mezzo a quel rudere baciato dal sorgere del sole all'orizzonte, i Corvini tornarono Corvini, dunque Romantius esortò: "e ora? Cosa c'è? Brami forse il mio ausilio, fratello?"

"Sei proprio scaltra, scaltra e rapida, snella e abile come sempre, Romantius. Hai azzeccato. Tu puoi aiutarmi a riconquistare Rupestride."

"Oh certo! non anelare a cose impossibili, proprio come quando volemmo rendere capitale del deserto Pira! Adesso è allo stesso stato della mia città e di Sabbie Lievi, con Argentius lì secluso!

Spiegami come diamine facciamo a conquistare da soli il gioiello, siamo senza un esercito e senza speranza alcuna: neppure Azalea può esserci d'aiuto; tarperebbero le sue rosee ali con le loro possenti balestre!"

Afferrandole le spalle della sorella con bonaria, il Corvino Bluastro rimbeccò: "Romantius, ho stipulato un accordo con la traditrice. E' giunta a Sabbie Lievi scortata da due guardie per dirmi che se avessi ucciso Roselius, m'avrebbe dato vitto a Rupestride, sostituendo la casa scarlatta di nostro fratello con una blu tutta per me."

"Cosa?! Uccidere Roselius? Mi garba ma non ne capisco il motivo..."

"Ha tradito il Festival Della Lama. Quello stolto potrebbe essersi lasciato scappare la probabile Dea Del Sangue. Per compassione non l'avrebbe finita e successivamente, alla chetichella, l'avrebbe teletrasportata a casa: Brezza Albina"

"finito di dire panzane?"

"Romantius, non mi troverei qui a parlarti se non avessi nulla da dire... devi credermi..."

"certo, sei qui solo per gli affari tuoi, mai per stare con me! Hai dimenticato tutte le belle cose che abbiamo fatto insieme, nevvero? Ed ora sei giunto qui a raccontarmi queste frottole?! Fammi il favore di andartene, che questo rudere non si tiene in piedi da solo, oppure ti farò andare via io con le maniere forti!" Disse un'adirata Corvina ghermendo il manico della sua infoderata katana.

"Affari miei?!" Disse incredulo Cobaltius, "t'ho detto che possiamo riprenderci Rupestride! Stammi a sentire! Poi ti sembra che io mi sia bevuto che la Dea Del Sangue stia arrivando? Per favore! Quell'erotica vampira m'avrà detto una fandonia perché evidentemente s'è stufata di formicare con il rosso ed ora vuole farlo con il blu! 

Fatto sta che adesso lei non s'aspetterà mai un attacco da parte nostra, visto che io dovrò partire per est. Malice ora pensa che nel Deserto Dorato ci siano solamente due Corvini, invece verrà attaccata da me, te ed Argentius. Ci riprenderemo Il Gioiello Del Deserto e con tutto il denaro di quella città faremo, assurgere le nostre fatiscenti piazze a grandi e lussuosi centri! 

Tutti e tre governeremo il Deserto Dorato, in più ci vendicheremo su Roselius!"

La Corvina Rosea si chetò, ripose le mani a posto e disse: "m'hai convinta fratello, sveglio Azalea e partiamo per Pira al fine d'informare Argentius."

Romantius portò Cobaltius s'una collina prospiciente al sobborgo: lì vi era un dormiente drago roseo. 

Letizia, la Corvina fischiò. In men che non si dica un polverone arancione subissò i due, che per pararsi dal quel getto posero le mani dinanzi i loro elmi.

Azalea era sveglia, e pronta a condurli dal loro plumbeo e cangiante fratello.

Era un drago assai peculiare, ma anche assai grandioso: le squame erano tinte di rosa, la sua lunga schiena era colma di scarlatte scaglie appuntite, che avevano il loro apice sulla sua ancora più aguzza coda; iniziavano corte da dopo la testa, s'andavano poi ad allungare fino al centro della schiena di Azalea, da lì decrescevano fino alla punta della coda. Gli artigli delle sue zampe, sia anteriori che posteriori, erano d'una foggia argentata così dura, che da essi un bravo fabbro avrebbe potuto ricavarci degli impeccabili armamenti. 

Poi, poste in mezzo al dorso e ai fianchi, s'elevavano due maestose ali rosa con i bordi pigmentati di rosso acceso. La loro sublimità era intaccata però da qualche buco qua e là; segni di quanto avesse combattuto fedelmente quel drago.

Infine sul muso il rosa andava a snaturarsi divenendo più fioco. I suoi occhi erano totalmente bianchi, eccetto per una marcata iride rubiconda e carnicina. La sua larga bocca era, ovviamente, costituita da miriadi di aguzzi denti in grado di fendere anche la roccia. 

Tutta questa maestosità andava a conformare Azalea, il drago trovato da Romantius pochi giorni dopo la Creazione Scarlatta, quando era solo una cucciola. 

"E' da molto che non ti facevo fare un giro fratello" disse la Corvina Rosea; Cobaltius, con i suoi piccoli occhi cerulei, ammiccò. Subito dopo i due legati fratelli salirono in groppa al loro volante destriero, pronti per andare a parlare con Argentius. 

Quella mattinata, però, era solo al suo inizio; infatti a Seblùsia e nella Capitale Dorata si respirava un'aria di cambiamento. 

Il Cavaliere, al suo risveglio, dovette nascondere la sua acquatica spada nella fodera, e non tirarla mai più fuori fino alla fine del viaggio, per non far venire sete agli Elfi Di Terra, i quali, come la stragrande maggior parte delle Creature generate dal sangue, pativano la mancanza del principio scomparso. 

Nubius, invece, fece trasalire tutte le curatrici che quella mattina s'erano svegliate dai lati del suo letto: Il Corvino, era attorniato da un grande alone d'ombra viola e nero, il quale attingeva ad un fuoco che persisteva a tremolare. 

Entrambi percepivano sensazioni diverse. In quel momento L'Ultimo Degli Ultimi si sentiva... più fluido. Era strano ma vero; sentiva come se avesse il potere di sciogliersi e ricomporsi. Il Corvino Nero, invece, era ancora steso. Non si muoveva, era immobile, sembrava però che in lui stesse avvenendo un radicale cambiamento, infatti il suo appuntito elmo quella mattina mutò.

Adesso aveva una gemma blu al suo centro e due ali stilizzate, oblique, rivolte verso il cielo. 

Inoltre, due spazi neri s'erano creati in quel cimiero; sembrava servissero proprio a contenere due occhi, solo che Nubius non li aveva mai avuti...











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