It's snowing

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«Papà! Muoviti papà è ora di alzarsi»

Simon soffocò a fatica un lamento sul cuscino, mentre quattro piedini sgattaiolavano all'alba dal corridoio all'entrata della sua camera da letto.

«Forza dobbiamo partire, papo dai» aggiunse una vocina femminile subito dopo.

«Wille? Sei sveglio?»

«Mh-m» sentì solo provenire dal lato di fianco al suo con voce assonnata.

Fu un sonno destinato a durare ancora per poco, perché dopo pochi attimi di silenzio entrambi i ragazzi sentirono un peso rimbalzare sulle loro pance, sintomo che i bimbi fossero saliti sul letto e si trovassero, ormai, in braccio a loro.

«Ahi, Erik. Mi fai male così» si lamentò Simon.

Aprì definitivamente gli occhi, giusto il tempo di vedere una testolina riccia guardarlo con un sorriso enorme – seppur sdentato – e due occhioni giganti. Simon sorrise a sua volta e si alzò giusto il necessario per solleticare la pancia del bimbo che posava a cavalcioni sulle sue gambe.

«Papà, smettila» ripeteva ridendo il più piccolo.

Simon si voltò felice per cercare lo sguardo di Wilhelm, ma quello che vide lo sciolse come un cubetto di ghiaccio al sole. Il biondo era steso con gli occhi chiusi – probabilmente aveva già ripreso sonno – e stringeva fra le braccia la loro piccolina, anch'essa addormentata sulla sua spalla e con un ciuffetto biondo che le copriva gli occhi.

Lena ed Erik erano arrivati nelle loro vite 5 anni prima. L'adozione era stata piuttosto complessa, ma i due ragazzi erano riusciti a portare a casa con sé entrambi i fratelli. Mai avrebbero permesso che venissero divisi. Certo, crescerli non era facile. Wilhelm era re da ormai quasi otto anni e Simon aveva accettato di accompagnarlo in questa avventura, pur rifiutando ogni tipo di carica reale. E così si erano trasferiti a Palazzo, tutti e 4, e trascorrevano il tempo divisi fra il guidare il Paese e crescere la loro famiglia. In tutta onestà, le cose stavano andando piuttosto bene: i bambini erano felici e sereni e sembravano essersi abituati in fretta alla loro nuova famiglia. A soffrire di più era piuttosto Wilhelm, che difficilmente si perdonava il fatto di doverli spesso lasciare soli con Simon e allontanarsi da casa per faccende istituzionali.

Sentiva di non essere abbastanza da supporto al compagno, nonostante dedicasse a loro tutto il tempo che aveva a disposizione. Così, visto l'avvicinarsi del Natale, aveva deciso di organizzare una gita e godersi una settimana in uno chalet della sua famiglia, sulle montagne. Idea che i bambini avevano apprezzato da morire, tanto che quella mattina – la mattina della partenza – si erano svegliati all'alba pur di montare in macchina e godersi il viaggio.

Dopo mezz'ora di lotta con cuscini e coccole, la famiglia si era messa in marcia, aveva caricato le valigie nella macchina reale e si era accomodata sui sedili posteriori, dove avrebbero trascorso le successive due ore.

«Papo ci sarà la neve?» chiese Lena con gli occhi sognanti.

«Non saprei tesoro, non penso nevicherà quest'anno» disse Wilhelm col tono più dolce che riuscì a trovare. Non voleva ferire la figlia, ma quell'anno le temperature si stavano rivelando davvero alte rispetto al normale, difficilmente avrebbero trovato la neve nella loro meta.

La piccola mise un leggero broncio, salvo distrarsi subito con il fratello che le passava qualche giocattolo da condividere durante il viaggio.

Nonostante la serenità e la gioia di quel momento, però, Simon non riuscì a non notare gli occhi pensierosi del compagno. Fece toccare leggermente le loro ginocchia, giusto il necessario per attirare l'attenzione del biondo.

Last Christmas I gave you my heart - WilmonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora