Una what if che si inserisce alla fine della prima stagione e dopo la famosa conversazione di Natale
Quella che Simon stava ingerendo era la quarta o forse la quinta birra dall'inizio della serata. Aveva perso il conto ormai, troppo stanco per mantenere il controllo sul suo corpo che quella sera gli stava urlando a gran voce di lasciarsi andare. Di smettere di cercare di gestire tutto, di mantenere la lucidità, di avere tutto sotto controllo. E, per una volta invece, di comportarsi in modo irresponsabile e cercare di divertirsi nell'unico modo possibile: smettere di pensare.
Soprattutto, smettere di pensare a quel ragazzo biondo dagli occhi marroni che aveva fatto il suo ingresso alla festa circa un'ora prima. Lui, che Simon non aveva più rivisto da circa un mese, dopo l'ultimo giorno di lezioni ad Hillerska, quando il principe gli aveva confessato di amarlo.
Dopo aver detto a tutto il Paese che tu non sei nulla, gli ricordò la voce della sua coscienza. Così, raccogliendo tutte le forze che aveva, Simon gli aveva risposto con un semplice "Spero che passerai un Buon Natale" che aveva lacerato il cuore ad entrambi. E poi era scoppiato a piangere, si era rinchiuso a casa per un mese e aveva cercato di dimenticare questa stupida storia d'amore. Inutilmente, gli ricordò ancora la sua mente. Ma anche questa volta, Simon decise di lasciar stare queste voci insistenti.
E tutto si aspettava tranne che vederlo alla festa che i ragazzi dell'ultimo anno avevano organizzato prima dell'inizio del nuovo semestre. Non aveva mai voluto partecipare a questi eventi, tanto meno farlo di sua spontanea volontà. E invece era lì, dall'altro lato della sala, a ridere e scherzare con August, i suoi amici e qualche ragazza del terzo anno. Lo vedeva sereno, Simon. Come se la crepa inflitta al suo cuore fosse stata una pura nullità.
Mentre io muoio dentro, ogni giorno.
Portò nuovamente alla bocca la bottiglia di birra e mando giù il resto del contenuto in un solo sorso. Ogni tanto notava i suoi occhi posarsi su di lui. Bruciavano, quegli sguardi. E Simon cercava di sfidarlo, di continuare a guardarlo per vedere chi dei due avesse più coraggio. E puntualmente, il primo a distogliere lo sguardo era proprio Wilhelm. Codardo, pensava. O forse era solo l'alcol in corpo a dargli tutta questa determinazione.
Venne trascinato in pista da sua sorella e cercò di ballare a ritmo di musica, a non pensare all'amore della sua vita che probabilmente lo stava fissando; cercò di concentrarsi su di lui, sulle sue sensazioni e sulla sua felicità.
Si staccò dopo un paio di minuti per andare a prendere qualcos'altro da bere.
«Un gin tonic» chiese alla barista.
«Non starai esagerando un po'?» gli chiese improvvisamente quella voce alle sue spalle. L'avrebbe riconosciuta fra milioni, anche sopra al rumore della musica che copriva ogni suono. Anche con cinque (o sei?) birre in corpo.
Si voltò per guardarlo negli occhi e notò un po' di tensione e preoccupazione nel suo sguardo. Simon sorrise falsamente. «Che ti importa?»
«Ho solo paura che tu stia male»
Il corvino non trattenne una risata isterica. «Ti preoccupi per me?»
«Sì, esatto. Mi preoccupo per te» gli rispose il biondo con tono serio.
Simon prese il bicchiere che conteneva la sua ordinazione, scese dallo sgabello dove si era seduto per l'attesa e posò una mano sul petto di Wilhelm, lasciando dei leggeri colpetti.
«So badare a me stesso, ti ringrazio» e se ne andò, lasciando il biondo visibilmente preoccupato ad osservarlo allontanarsi, mentre si scolava l'ennesimo drink.
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Last Christmas I gave you my heart - Wilmon
RomanceUna storia ogni giorno per 25 giorni sulla base di prompts che ho trovato su Twitter