Che il Natale fosse uno dei periodi migliori per il coro della scuola non era di certo un segreto. I ragazzi della scuola di Hillerska venivano chiamati a tantissimi eventi per creare la giusta atmosfera natalizia e intonare alcune fra le canzoni più belle del periodo. Ma quell'anno si era rivelato essere davvero uno dei migliori per il coro: erano stati invitati dalla Regina in persona a Palazzo e avrebbero cantato per lei e anche in diretta nazionale. Era un'occasione unica per la scuola, oltre che un'occasione unica per Simon che anche quest'anno era stato scelto come solista del gruppo. Il corvino aveva passato le ultime settimane a provare e riprovare, senza sentire troppo l'agitazione del momento. Ma negli ultimi giorni, quelli che precedevano il grande evento, si era reso conto di non essersi mai sentito così nervoso in vita sua. E forse c'entrava il fatto che la donna non fosse solo la più alta carica del suo Paese, ma anche la madre del ragazzo che frequentava da ormai un anno e mezzo. E si sa, i loro trascorsi non erano proprio dei migliori.
«Se provi la canzone un'altra volta domani non avrai nemmeno più voce» lo rimproverò scherzosamente Wilhelm. Il biondo l'aveva cercato per tutta la scuola, salvo rendersi conto che l'unico posto in cui poteva essere era la sala di musica.
«Fra meno di 24 ore devo cantare per la Regina. Che si dà il caso essere anche tua madre, non so se hai la minima idea di quanto mi senta agitato» rispose ridendo.
«Non ne hai motivo – disse Wilhelm serio -. Nessuno è bravo come te»
«Lo dici perché sei di parte»
«Forse, ma ho anche visto molti cori a Palazzo. Non c'è proprio paragone»
«Quindi sei di parte, ruffiano e anche bugiardo» lo provocò il corvino ridendo e avvicinandosi a lui.
Wilhelm sorrise scuotendo la testa, prima di attirarlo a sé e stringerlo in un abbraccio.
«Ti va di restare da me a dormire stanotte? Così ti tranquillizzi un po'» propose il biondo.
«Non so se vuoi davvero vedermi in queste condizioni, sarò isterico»
Wilhelm scoppiò a ridere: «Conosco un po' di metodi per calmarti»
Simon spalancò la bocca di fronte alle provocazioni del compagno e lo colpì leggermente ad un braccio per rimproverarlo.
«Di parte, ruffiano, bugiardo e anche sfacciato!»
«Che c'è? Non ti sei mai lamentato»
«Scemo! Vai in camera, va'» disse prima di seguirlo al dormitorio.
***
Simon continuava a rigirarsi nelle coperte, non riuscendo a prendere sonno. Non voleva disturbare Wilhelm, che dormiva sereno al suo fianco, ma davvero c'era sempre qualcosa che gli impediva di dormire. Prima il caldo del piumone, poi dei rumori fuori dalla finestra, infine una piccola luce che continuava a lampeggiare dal computer del suo ragazzo. Simon sbuffò appena, rigirandosi per l'ennesima volta verso il volto del principe. Che se ne stava lì, addormentato, con un ciuffo biondo che gli ricadeva sugli occhi, la bocca leggermente aperta e il respiro leggero che usciva dalle sue labbra ad un ritmo regolare. Simon sorrise appena, guardandolo dormire. Gli dava serenità, tranquillità. Gli accarezzò piano i capelli, stando attento a non svegliarlo e seguendo il ritmo del suo respiro si ritrovò con gli occhi semichiusi, che un po' alla volta lo fecero cadere in un sonno leggero. Questa volta sperò durasse più a lungo.
Inutilmente, poche ore più tardi si ritrovò di nuovo con gli occhi spalancati che fissavano il soffitto. Questa volta, Simon sbuffò più rumorosamente e decise di alzarsi per dirigersi al bagno. Si sciacquò il viso, colpendosi delicatamente le guance. Risciacquò anche la bocca, utilizzando del collutorio di Wilhelm.
«Simon?» si sentì richiamare da una voce assonnata.
«Ehi, ti ho svegliato?»
«Ho sentito freddo quando ti sei alzato». Wilhelm si mosse leggermente per controllare l'orario. «Sono le cinque, Simon. Torna a letto, dai» disse con voce supplicante.
«Volevo riprovare un'ultima volta la canzone»
«Ma quale canzone? Hai capito che ore sono?»
Simon alzò gli occhi, dirigendosi dal suo ragazzo e gettandosi fra le sue braccia sconsolato.
«Voglio fare bella figura, Wille. Voglio che sia contenta del fatto che sono il tuo ragazzo»
«Lo sarà, Simon. E poi questo non c'entra con noi. Sei un'artista straordinario e lo saresti anche se non fossi il mio ragazzo. Mia madre resterà incantata, okay? Ti fidi di me?»
«Mi fido» disse facendosi stringere dalle sue braccia.
«Ora fammi dormire» disse il biondo lamentandosi e portando più verso di sé il corpo del corvino. Lo strinse in un abbraccio, in modo che il volto di Simon posasse sul suo petto. Gli lasciò leggere carezze con il pollice nelle tempie, fino a quando notò il ragazzo finalmente addormentato su di sé. Sorrise lasciandogli un bacio leggero, prima di chiudere gli occhi e unirsi in un sonno profondo.
***
Era uno degli applausi più forti che Wilhelm avesse mai sentito provenire dai membri della corte reale. E a giudicare dal sorriso di sua madre, composto ma più allegro del solito, era piuttosto palese il fatto che il concerto fosse stato gradito da tutti. Che la voce di Wilhelm fosse stata davvero gradita da tutti. E ne ebbe conferma nel vedere tutti complimentarsi con lui, compresa sua madre che – di persona – si stava avvicinando al corvino di spalle.
«Simon» richiamò la sua attenzione.
Il riccio sbiancò leggermente, prima di salutarla con rispetto.
«Ti volevo porgere i miei ringraziamenti e i miei complimenti. Un'esibizione splendida. Ti andrebbe di venire più spesso a cantare a Palazzo? Abbiamo un po' di eventi prossimamente che dovremmo accompagnare con un po' di musica»
Simon si illuminò: «Sarebbe un onore per me, Vostra Maestà. La ringrazio infinitamente». L'entusiasmo si smorzò però improvvisamente, quando un pensiero balenò nella sua mente.
«Altezza, se me lo chiede solo perché sono il ragazzo di Wilhelm-»
«Oh sciocchezze, Wilhelm non c'entra nulla. Hai un talento enorme, Simon. Lo faccio solo per questo»
Simon sorrise, felice che la relazione con il figlio non fosse l'unico motivo per fargli una richiesta di questo tipo.
«Allora accetto, senza dubbio»
La donna sorrise, prima di tornare dai suoi ospiti. Simon trattenne l'entusiasmo e corse da Wilhelm per aggiornarlo sulla richiesta della madre.
«Ti giuro che io non c'entro Simon, è tutto merito tuo»
«Lo so, sono troppo felice. Così ci vedremo anche di più»
«Non sarò più solo a queste stupide feste a Palazzo»
«Ehi, non definirle stupide. Ora ci canto io»
«Oh mi scusi, vedrà il divertimento allora!» rispose sarcastico, prima di prenderlo per mano e dirigersi al tavolo per prendere qualcosa da bere.
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Last Christmas I gave you my heart - Wilmon
Lãng mạnUna storia ogni giorno per 25 giorni sulla base di prompts che ho trovato su Twitter