Untangling the lights

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Si dice che il Natale sia speciale perché non è mai uguale, ma ogni anno è diverso e unico nel suo genere. E Simon e Wilhelm ci credevano, ci credevano davvero. Ma quel Natale in particolare si prospettava essere uno dei più particolari in assoluto, soprattutto per la presenza di un ospite speciale che avrebbe reso quella giornata davvero indimenticabile.

I due ragazzi vivevano in un appartamento a Stoccolma, a pochi passi dal centro della città. Era una soluzione provvisoria ma più che sufficiente. Gli permetteva di essere indipendenti, ma allo stesso tempo di godersi la loro relazione e la loro gioventù. Anche perché, presto Wilhelm sarebbe diventato re e le cose sarebbero state molto più complicate da gestire.

In ogni caso, i due ragazzi avevano deciso di trascorrere quel Natale con le rispettive famiglie e di tornare a casa. Non avevano previsto, però, che una terribile tempesta di neve paralizzasse la città, costringendoli a rintanarsi in casa e capire come gestire quell'imprevisto.

Erano infatti più di 30 ore che la neve non smetteva di scendere, rendendo ogni spostamento impossibile.

«Non credo riusciremo a tornare a casa, Wille» disse ad un certo punto Simon, fissando il tempo fuori dalla loro finestra.

«È quello che temo anche io. Anche se dovesse smettere di nevicare, la situazione è davvero complicata lì fuori» aggiunse il biondo posando una mano sulla sua schiena.

«Dici che avviso già mia madre? Non voglio che prepari tutto per niente»

Wilhelm sospirò. Era la prima volta che si trovava lontano dalla sua famiglia il 25 dicembre. La cosa lo intristì molto, ma forse era la scelta migliore. Mettersi in strada in quelle condizioni era davvero troppo pericoloso.

«Mi sa che questo Natale lo passeremo insieme noi due»

Simon abbassò gli occhi, un po' dispiaciuto. Ma poi si concesse un piccolo sorriso ricercando nuovamente gli occhi del fidanzato.

«Poteva andare peggio, però. Potremmo guardare film tutto il giorno abbracciati nel divano e bevendo the caldo»

Anche Wilhelm sorrise: «Sì, poteva andare decisamente peggio»

***

Anche quando aprirono gli occhi, il giorno successivo, tutta la città era coperta da un enorme strato di neve. I fiocchi cadevano a terra talmente veloci e grossi da non riuscire a intravedere bene i palazzi di fronte alle proprie finestre.

Simon alzò leggermente la temperatura del termostato – faceva davvero freddo – e si diresse in cucina per preparare la colazione. Il biondo lo raggiunse dopo pochi minuti, ancora con gli occhi assonnati e i capelli spettinati.

Gli posò un bacio sulla guancia: «Buon Vigilia, amore»

Simon sorrise, ricambiando gli auguri e il bacio, prima di mettersi nel divano a sorseggiare la tazza di caffè che aveva preparato e mangiucchiare qualche biscotto che avevano in casa.

Fu la suoneria del cellulare di Wilhelm, improvvisamente, ad attirare la loro attenzione in quella fredda e nevosa mattinata.

«Pronto? Alicia, ciao! Sei già tornata?» salutò Wilhelm dopo aver risposto.

Alicia era la loro vicina di casa, una donna sulla trentina sempre gentile ed estremamente premurosa verso i due ragazzi. Li aveva aiutati molto quando si erano trasferiti e avevano instaurato un bel rapporto di amicizia, tanto che la donna – momentaneamente a New York per un viaggio di lavoro – aveva chiesto loro di nutrire il bellissimo meticcio che aveva, in modo da non farlo sentire solo. I due avevano accettato entusiasti, amavano quel cane, e ogni giorno dalla sua partenza si erano occupati del cucciolo.

Last Christmas I gave you my heart - WilmonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora