Simon non aveva molti ricordi belli che riguardassero suo padre. Da quando ne ha memoria tutto ciò che riguarda lui lo riconduceva a liti con sua madre, bottiglie di alcol per la casa e pianti di Sara spaventata da ciò che accadeva. In tutto questo buio, però, Simon ricordava alla perfezione un ricordo che riguardava il Natale. Ogni anno, alla Vigilia, suo padre preparava per lui e sua sorella una caldissima e dolcissima cioccolata calda, accompagnata da morbidi marshmallow. Era una tradizione di quando erano piccoli e uno dei pochi momenti con lui che davvero custodiva nel cuore.
Erano anni, però, che quella cioccolata calda veniva bevuta solo da lui e sua sorella, senza la presenza di quell'uomo che li aveva fatti soffrire così tanto. Simon fingeva di non sentirsi triste per questo, che quella piccola tradizione non fosse così importante, ma a distanza di anni ogni Vigilia si ritrovava a pensare a quanto mancasse quella figura paterna nella sua vita. A quanto avesse sempre desiderato un padre amorevole in grado di aiutarlo nei momenti più difficili. Avrebbe voluto più spensieratezza, meno preoccupazioni e pensieri, avrebbe voluto dover fare meno sacrifici di quelli fatti in realtà.
E ripensò a tutto questo durante l'ultima settimana di lezioni ad Hillerska, prima delle vacanze natalizie, mentre condivideva proprio una cioccolata calda con i suoi compagni di classe. Fra questi, c'erano Wilhelm, August, Felice e Sara. Stavano discutendo di qualcosa che era totalmente sfuggito al corvino, troppo concentrato ad osservare quella tazza fumante di fronte a lui che gli evocava così tanti dolceamari ricordi.
Ma a due occhi in particolare il suo silenzio e la sua assenza non passarono inosservati. Se ne rese conto quando una mano sfiorò la sua coscia, posandosi delicatamente.
«Va tutto bene?» chiese sussurrando Wilhelm.
Simon indossò un falso sorriso, annuendo leggermente con la testa.
«Certo, mi sono solo distratto un attimo»
«Sei sicuro? È da quando siamo entrati in questo bar che sei strano. Se non stai ben-» insistette il biondo.
«No, davvero. Ero solo con la testa fra le nuvole»
«Non è vero. È la cioccolata calda» si intromise Sara, sentendo tutta la conversazione con Wilhelm.
In risposta, la ragazza ricevette un'occhiataccia dal fratello che tutto voleva tranne tirare fuori quella stupida storia davanti a tutti.
«Che ha? Non ti piace?» chiese August confuso.
«Sisi mi piace, solo...non la bevo spesso» mentì il ragazzo.
Sara sospirò e alzò gli occhi al cielo: «Quando eravamo piccoli la bevevamo sempre con nostro padre. Era una stupida tradizione a cui Simon è legato. Ogni volta che beve una cioccolata calda reagisce così».
«Sara!» si infuriò il ragazzo, offeso dal modo con cui la sorella descriveva quella storia.
«Che c'è? È la verità. Non riesci più a bere quella bevanda da quando papà-»
«Sei una stronza, Sara» esclamò soltanto, prima di alzarsi dalla sedia e, sotto agli occhi stupiti di tutti, scappare fuori dal locale.
Si sedette in una panchina poco distante da lì, disposto a sopportare il gelido freddo di quella giornata piuttosto delle stupidaggini che uscivano dalla bocca di sua sorella. Si sentiva davvero un bambino a reagire così per una cioccolata calda, ma sentirla parlare in questo modo l'aveva ferito ancor di più.
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Last Christmas I gave you my heart - Wilmon
RomanceUna storia ogni giorno per 25 giorni sulla base di prompts che ho trovato su Twitter