«It's Christmas time, there's no need to be afraid At Christmas time, we let in light and we banish shade. And in our world of plenty we can spread a smile of joy. Throw your arms around the world at Christmas time»La voce di Simon risuonava cristallina e potente in tutta la sala, mentre decine di persone si trovavano ammassate sotto al piccolo palco preparato apposta per il ragazzo e il suo coro.
Simon e tutta la sua classe si trovavano in una delle più grandi mense dei poveri della città, luogo dove il collegio Hillerska aveva deciso di dedicare alcune ore di beneficenza. Non era una semplice mensa, era una sorta di "raduno di Natale" – così lo definivano alcuni compagni di classe del corvino. Le attività che si potevano svolgere, infatti, erano tantissime. Dal preparare porzioni di cibo ai più poveri, fino al raccoglimento e smistamento dei regali per i bambini. Era presente anche un enorme tavolo dove i giovani si dedicavano all'impacchettamento dei doni, che poi i responsabili del progetto avrebbero distribuito in giro per la città. C'era di tutto ed era un modo, per dei giovani ragazzi ricchi che nella vita avevano davvero tutto, di capire davvero cosa significasse fare del bene agli altri.
Ed era proprio dal tavolo adibito ai pacchetti natalizi che Wilhelm fissava incantato il suo ragazzo che si cimentava nell'interpretazione di una delle sue canzoni natalizie preferite. I suoi occhi non smettevano nemmeno per un attimo di fissare il ragazzo, il modo in cui muoveva la testa per tenere il ritmo e la capacità che aveva nel far sembrare semplicissima un'esibizione davvero intensa. E così la fila davanti a sé – la fila di gente che necessitava di un pacchetto per i propri regali – non faceva che allungarsi, mentre Wilhelm cercava di incartare distrattamente l'ennesimo libro.
«Scusi, sua maestà – lo riportò alla realtà l'uomo che aveva davanti improvvisamente – sta lasciando un lato della copertina fuori dalla carta»
Wilhelm riportò gli occhi sul lavoro che stava compiendo e si rese conto di quanto il pacchetto fosse tremendo.
«Oh mi scusi tanto, ero distratto».
In realtà, non era solo Simon il problema. La verità era che Wilhelm era davvero negato per impacchettare i regali. Era negato più in generale per tutto ciò che riguardava un lavoro manuale. Ma nella scelta dell'attività di cui occuparsi, quella sembrava la cosa più semplice per potersi godere anche l'esibizione di Simon.
«And there won't be snow in Africa this Christmas time. The greatest gift they'll get this year is life. Where nothing ever grows. No rain nor rivers flow. Do they know it's Christmas time at all?»
Infondo, aveva ragione. Da lì la visuale era perfetta e gli permetteva di non perdersi nemmeno un secondo della sua splendida voce. Certo, il lavoro era molto: quanti regali faceva la gente a Natale? Era la domanda che più si faceva fra sé notando la coda farsi sempre più lunga davanti al suo banchetto.
«Ecco a lei» disse ad una donna dopo aver impacchettato alcuni prodotti per il viso.
La donna sorrise forzatamente, non sembrava essere troppo soddisfatta del pacchetto, e il principe sentì le guance andare a fuoco per la vergogna. Ci stava provando davvero, eppure qualcosa andava sempre storto. Prima la carta strappata mentre cercava di ripiegarla, poi il fiocco che non voleva saperne di arricciarsi nel modo giusto. Perfino la pinzatrice che utilizzava per fissare il tutto aveva deciso di non collaborare!
Insomma, la situazione era un disastro.
«Feed the world. Let them know it's Christmas time again. Feed the world. Let them know it's Christmas time again»
Sentì il coro intonare le ultime frasi della canzone e cercò di sbrigarsi con i pacchetti per raggiungere il prima possibile Simon. Allungò la testa per guardare quante persone fossero ancora di fronte a lui e sbiancò all'improvviso. Sarebbe stato un lungo, lunghissimo pomeriggio.
***
Circa un'ora dopo, Wilhelm poteva giurare di non sentirsi più le mani. Era esausto, sfinito, e ovunque girasse lo sguardo vedeva fiocchi, brillantini e carta natalizia. Pensò di fingere un malore e scapparsene a casa, quando l'ennesimo regalo sfilò sotto il suo naso. Questa volta accompagnato da una voce familiare.
«Buonasera, desidererei per questo regalo il pacchetto più bello della giornata per favore»
Wilhelm sorrise alzando lo sguardo: «Mi dispiace, qui non facciamo preferenze. Nemmeno se a chiederlo è il ragazzo più bello della sala e con la voce più angelica che io abbia mai sentito»
Simon sorrise a sua volta: «Ti siamo piaciuti?»
«Moltissimo, avrei voluto venire ma....» il biondo lasciò in sospeso la frase, riferendosi all'enorme quantità di gente che aveva dovuto aiutare.
«Non fa niente, forza sono l'ultimo. Ho davvero bisogno di questo pacchetto».
Wilhelm prese in mano il paio di guanti che Simon voleva regalare a Sara e li rigirò fra le mani per capire quale fosse il modo migliore per incartare quell'oggetto. Decise di prendere della carta normale, avvolgerla attorno ai guanti e chiudere in modo maldestro i lati con del nastro adesivo. Aggiunse un fiocco sopra al pacchetto e lo consegnò al suo proprietario.
Simon rimase serio di fronte a quanto realizzato dal suo ragazzo, prima di scoppiare a ridere con tanto di lacrime.
«Che c'è?» chiese Wilhelm confuso.
«È terribile Wille. Ma li hai fatti tutti così?»
«Beh, io....no. Cioè, forse. Insomma, sì» disse abbassando lo sguardo dispiaciuto.
Simon addolcì lo sguardo, fece il giro del tavolo per sedersi sulle sue gambe e lo obbligò a guardarlo negli occhi alzandogli il mento con due dita.
«Non fa niente, è bellissimo lo stesso perché l'hai fatto con questo» disse toccandogli il cuore con una mano.
«Davvero ti piace?»
«È talmente brutto che lo adoro, Wille» disse prima di abbracciarlo e ridere sulla sua spalla.
«Sei uno stronzo» disse il biondo colpendogli dolcemente il braccio ma unendosi alla sua risata.
«Andiamo a casa?» propose il corvino facendo toccare le loro fronti e la punta dei loro nasi.
«Sì ti prego, non voglio vedere carta da pacchi o spaghi per almeno una vita e mezza»
«E allora come farai settimana prossima?»
Wilhelm sbiancò: «Cosa c'è la prossima settimana?»
«Il secondo turno di volontariato!» affermò Simon entusiasta.
«Oh Dio, no ti prego. Dimmi che c'è posto nel vostro coro»
«Scordatelo!» urlò Simon, prima di divincolarsi dalla sua presa e scappare a prendere le sue cose, seguito da un biondo disperato con ancora traccia di carta regalo sulla suola delle sue scarpe.
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Last Christmas I gave you my heart - Wilmon
RomanceUna storia ogni giorno per 25 giorni sulla base di prompts che ho trovato su Twitter