Well done, you just ruined Christmas

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«Che diavolo significa che non riuscirà a portarlo entro Natale?»

«...»

«E secondo lei dove dovrei trovare un altro albero in 5 giorni? Mi avete garantito la spedizione entro il 25 dicembre!»

«...»

«Beh, si vergogni! Anzi, ben fatto: avete appena rovinato il Natale!»

Simon chiuse quella telefonata con una violenza che sorprese Wilhelm, rimasto zitto e al suo fianco per tutta la durata della discussione.

«Che è successo?» chiese un po' timoroso.

«Lo stupido corriere non porterà l'albero in tempo. Il Natale qui a casa è rovinato» disse portandosi le mani alla testa.

«Dai Simon, tua madre capirà...insomma, so che è triste senza albero. Ma ci sono cose peggiori. L'importante è passarlo insieme»

«Ma le avevo promesso che quest'anno avrebbe passato un Natale vero, con le luci e i regali e le palline rosse e oro. Non ha mai potuto permetterselo, capisci? E quest'anno che potevo farle questo regalo...»

«Lo so amore, lo capisco – disse stringendolo a sé -. Troveremo una soluzione, okay? Cercheremo un nuovo albero»

«Ho cercato ovunque, non lo troveremo mai» disse sconsolato il corvino «Ho contattato tutti i negozi della zona, non è rimasto nemmeno uno»

«Fammi fare delle telefonate, okay?» propose il principe.

«No, Wille. Non voglio coinvolgerti in questo»

«Eddai, essere un principe servirà pur a qualcosa, no?» disse ridendo e contagiando anche il ragazzo.

***

A quanto pare, essere principe era davvero utile, ma non a trovare un albero di Natale. Wilhelm aveva appena chiuso l'ennesima telefonata a vuoto: trovare quell'abete si stava trasformando nell'impresa più ardua mai affrontata da Wilhelm. Che diavolo stava succedendo quell'anno?

«Niente Sim, anche qui non hanno più nulla.»

«Te l'ho detto. Quest'anno sono andati a ruba. È finita, Wille. Niente albero anche per quest'anno»

«Mi dispiace amore, davvero ci ho provato»

Simon sorrise dolcemente: «Lo so, ti ringrazio davvero tanto».

Wilhelm si diresse a casa, deluso dal fatto di non aver potuto aiutare il compagno e con un peso nel cuore nell'immaginarlo triste e sconsolato a Natale.

Rientrò a Palazzo dove ad accoglierlo c'era un albero davvero enorme e si sentì anche in colpa per quello sfarzo esagerato. Si diresse in camera per compilare un po' di documenti, ma non riusciva a pensare ad altro che non fossero quei due occhi tristi e delusi. Se solo avesse potuto prendere quello stupido albero e portarlo a lui...

«Wilhelm? Hai finito con i moduli?» lo interruppe suo padre all'improvviso.

«Quasi, mi sono distratto»

«Va tutto bene?» chiese allora l'uomo.

«Sì, sto solo pensando a Simon. Non è riuscito a trovare un albero per la sua famiglia ed era un po' giù. Ho provato a chiamare tantissimi negozi ma non c'è più nulla disponibile. È assurdo»

«Mi dispiace figliolo, immagino il dispiacere di Simon. Ricordo quanto adoravate fare l'albero insieme tu ed Erik. Ti ricordi? Quello piccolo per la cucina...»

Wilhelm sorrise ripensando a quei momenti. Quell'albero era davvero piccolo, ma non avevano mai voluto sostituirlo con uno più grande, nonostante l'insistenza dei genitori.

«Papà...dov'è finito quell'albero?»

«Credo sia nel magazzino, perché?»

Quella domanda rimase nell'aria perché nel momento in cui l'uomo incrociò gli occhi illuminati di Wilhelm, aveva già capito cos'aveva in mente. Sorrise dolcemente al figlio e gli fece cenno di seguirlo per cercare quell'albero così speciale.

***

Wilhelm avrebbe voluto sorprenderlo a Natale, ma l'agitazione di realizzare quel piccolo sogno del corvino lo portò a correre subito a Bjarstad. Era elettrizzato all'idea di aver davvero trovato una soluzione per salvare il Natale del suo ragazzo.

Suonò il campanello più volte, non voleva sprecare nemmeno un minuto.

Quando Simon aprì la porta fu sorpreso di trovarci il biondo, ma ancor di più di vedere che con sé aveva un enorme scatolone da cui fuoriuscivano rami e luci da accendere.

«Non è possibile»

«Invece sì» rispose non trattenendo la gioia.

Wilhelm entrò con tutto il malloppo, mentre Simon non riusciva a reagire di fronte a ciò che stava vedendo.

«Stavo parlando con mio padre e mi ha fatto ricordare di questo vecchio albero che amavamo fare io e Erik. Simon, è davvero piccolo però è l'unico che ho trovato»

«Wille – disse con le lacrime agli occhi il corvino – Non posso accettare, è il vostro albero»

«Se ne sta chiuso in magazzino da anni. E poi non vorrei che fosse da nessun'altra parte se non qui, con voi. Pensi possa andare abbastanza bene?»

«Wille, è meraviglioso. Ti ringrazio, davvero»

Simon lo strinse a sé, prima di correre da sua madre per farle questa sorpresa. Passarono la serata a decorarlo e riempirlo di palline e luci. Era davvero strapieno, per recuperare tutti gli anni di buio e vuoto che il Natale aveva portato in quella famiglia. Ma la cosa più piena in quella stanza era senza dubbio il cuore di Wilhelm, felice di aver realizzato un piccolo ma enorme sogno del suo fidanzato.

Last Christmas I gave you my heart - WilmonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora