«Te l'avrò detto almeno un milione di volte. Forse anche due milioni di volte. Non mi stai mai ad ascoltare» brontolava Simon la mattina di Natale, mentre recuperava dal freezer un pacco di piselli da porgere a Wilhelm. «Dovevi proprio farlo? Dovevi proprio arrampicarti su per la scala per attaccare quella stupida ghirlanda?»
«Nessuno l'aveva ancora appesa – cercò di giustificarsi Wilhelm dolorante -. Era un peccato lasciarla nella scatola»
Il corvino si diresse verso il divano al centro della loro casa, una piccola villetta comprata poco meno di un anno prima. Era il primo Natale in quella casa e proprio quel giorno i due stavano attendendo le loro famiglie e i loro amici per festeggiare insieme ed aprire i regali. Ma qualcosa era andato storto.
Wilhelm, infatti, aveva notato dentro ad uno scatoloncino una piccola ghirlanda abbandonata e aveva pensato di attaccarla sopra ad un quadro nel soggiorno, usufruendo di una scala. Una scala che, come Simon gli aveva ripetuto più e più volte, non era stabile e avrebbe rischiato di farlo cadere. Inutile dire che quel rischio si era avverato: Wilhelm era scivolato all'indietro, battendo la testa e posando malamente anche un piede che ora era molto gonfio e appoggiato sopra ad un cuscino.
Simon passò al compagno il pacco di piselli ghiacciato, da poter mettere sulla testa, e si diresse poi a medicare il piede con una crema lenitiva che aveva trovato nei loro armadietti.
«Non posso credere che tu ti sia fatto male il giorno di Natale appendendo le decorazioni. Ti rendi conto che fra un'ora e mezza arrivano tutti gli ospiti? Che facciamo?»
«Sto bene amore, dammi solo- ahi» si lamentò cercando di cambiare posizione nel divano.
«Attento! Wille, sta' fermo ti prego» gli chiese il corvino, con dolcezza. Nonostante i rimproveri era davvero preoccupato per il compagno che sembrava non smettere di provare dolore.
Wilhelm sentì un po' di sollievo grazie al ghiaccio e alla crema e sperò che quella sensazione durasse per sempre.
«Non è il caso che ti porti in ospedale?» suggerì il corvino preoccupato.
«È solo una botta, Simon. Sto benissimo davvero. Anzi, guarda». Il biondo si alzò in piedi, nonostante le proteste del fidanzato e gli dimostrò di essere perfettamente in grado di stare in equilibrio.
Sorrise furbo, sotto gli occhi più nervosi del riccio e restò così un paio di secondi. E poi, all'improvviso, un capogiro lo colpì violentemente e gli fece perdere la stabilità trovata.
«Wille» urlò Simon e si precipitò a prenderlo prima che potesse toccare terra.
«Andiamo, ti porto al pronto soccorso» dichiarò senza ascoltare obiezioni. Wilhelm cercò di controbattere ma si arrese, poco dopo, notando la testardaggine del ragazzo. Sarebbe stata una lunga, lunghissima, giornata.
***
Nonostante fosse il 25 dicembre, la sala d'attesa dell'ospedale era piuttosto affollata. Simon e Wilhelm avevano almeno 8 persone davanti a loro ma, a quanto pare, essere un membro della famiglia reale aiutava ad essere visitati più in fretta. Simon si sentì in colpa per il trattamento ricevuto, per saltare così la fila di fronte ad altre persone evidentemente in difficoltà, ma la preoccupazione che aveva per Wilhelm fece tacere le voci nella sua mente. D'altronde, il biondo aveva sbattuto la testa e la sua immaginazione aveva già dato vita a mille scenari catastrofici.
Furono chiamati dopo 10 minuti e il medico visitò Wilhelm con cura e attenzione, al punto da sottoporlo anche ad ulteriori esami per vedere le condizioni del principe. Lo lasciarono in una stanza, il tempo necessario per controllare l'esito degli esami, e Simon si accomodò al suo fianco, continuando a muovere su e giù nervosamente un ginocchio e a guardarsi intorno ossessivamente, incapace di rilassarsi.
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Last Christmas I gave you my heart - Wilmon
RomanceUna storia ogni giorno per 25 giorni sulla base di prompts che ho trovato su Twitter