«Che ne dite di organizzare il Babbo Natale segreto?»
Quella pessima giornata era iniziata con quella domanda fatta da Felice, in un momento di spensieratezza ad Hillerska. I ragazzi dell'ultimo anno si trovavano tutti riuniti nella sala comune, quando la ragazza aveva avuto la brillante idea di organizzare quel gioco tanto divertente quanto rischioso. Rischioso, sì. Almeno per Simon, che si trovava all'interno di una stanza piena di persone che odiava e a cui tutto avrebbe voluto fare, eccetto che un regalo. Anche perché, cosa avrebbe potuto regalare a ragazzi di quel calibro? Ragazzi che avevano già tutto e che si potevano permettere borse e profumi di marca anche solo per un Babbo Natale segreto? Lui, che a sua madre aveva preso una sciarpa trovata in sconto al mercato di Bjarstad coi pochi soldi che aveva. Acconsentì comunque a quel gioco, sentendosi in imbarazzo per essere l'unico a non voler partecipare, e si girò verso Wilhelm che probabilmente aveva già intuito il suo disagio.
Nemmeno lui era poi così entusiasta di quella attività: del resto, gli amici veri che aveva in quella scuola li poteva contare sulle dita di una mano. Ma se la maggioranza era d'accordo, se ne sarebbe fatto una ragione.
Tutti infatti sembrarono approvare quella proposta, al punto che già nei secondi successivi iniziarono a preparare i bigliettini con i vari nomi da pescare, utilizzando come contenitore una calza natalizia appesa nella porta. Le regole erano semplici: avrebbero dovuto pescare alla cieca un nome dalla calza e, senza rivelare chi fosse il fortunato, fare un regalo a quella persona.
I ragazzi iniziarono ad estrarre i nomi e presto fu il turno di Simon. Il corvino si alzò, per dirigersi a pescare il nome del compagno che avrebbe ricevuto un regalo da lui. Si rese conto in quel preciso momento che erano molti i nomi che davvero sperava di non pescare, ma di uno in particolare era terrorizzato. Infilò la mano nel sacchetto e chiuse gli occhi, pregando tutti i santi di estrarre il nome di sua sorella, di Felice o di Wilhelm stesso. Sentì con le dita un pezzo di carta e lo afferrò con decisione. Estrasse il biglietto e lesse di nascosto il suo contenuto.
Non lui. Non lui. Non lui.
"August".
Simon sbiancò, rilasciando un sospiro rumoroso che non si era accorto di trattenere. Proprio la peggiore delle ipotesi possibili. Alzò gli occhi al cielo e tornò al proprio posto sconsolato.
Wilhelm lo osservò tutto il tempo e capì immediatamente dalla sua reazione che il nome estratto dal corvino non fosse esattamente di suo gradimento. Così, dopo aver fatto la sua estrazione, si avvicinò a lui lentamente. Notò come fosse ancora sovrappensiero, tanto da accorgersi della sua presenza solo dopo parecchi secondi.
«È andata così male?» gli chiese soltanto.
«Peggio di così non poteva andare».
Wilhelm sgranò gli occhi: «August?»
Simon annuì. Non avrebbe dovuto per le regole del gioco rivelare il nome estratto, ma aveva bisogno di confidarsi con lui.
«Che diavolo regalo ad August?»
«Senti, se vuoi ti do una mano con il budget. Insomma, se tu-».
Simon si alzò dalla sedia, innervosito da quel commento.
«Non si tratta dei soldi, Wille»
«Lo so - disse il biondo sincero. Sapeva bene quale fosse il reale problema -. Dico solo che se non vuoi occupartene posso farlo io»
«A te non dà fastidio questa situazione?» gli chiese Simon con un tono un po' offeso.
«Certo che mi dà fastidio, ma non voglio vederti così».
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Last Christmas I gave you my heart - Wilmon
RomanceUna storia ogni giorno per 25 giorni sulla base di prompts che ho trovato su Twitter