Il Natale era alle porte e a scuola non si parlava d'altro che delle splendide feste a cui tutti gli studenti avrebbero partecipato. Erano tutti entusiasti e felici.
Tutti, tranne Simon. Che aveva voglia di qualsiasi cosa, tranne che di festeggiare il Natale o qualunque altra festa. Il suo spirito natalizio, infatti, quell'anno non era mai comparso. Forse perché non era uno "stupido figlio di papà", come definiva i suoi compagni. Forse perché sapeva che il 25 dicembre ad attenderlo non ci sarebbero stati grandi pacchi e regali costosi. O forse quella tristezza e quella rabbia che provava quell'anno derivavano dalla recente rottura col suo ragazzo, Wilhelm.
I due ragazzi erano stati insieme per un anno intero, dopo che Wilhelm aveva rivelato in diretta televisiva di essere proprio lui, quello nel famoso video. Era stato un anno complicato, le cose da gestire erano state davvero molte, ma era stato anche un periodo ricco di amore. O almeno così pensava il riccio, fino a un giorno di qualche settimana prima.
«Ti devo parlare urgentemente» gli aveva detto Wilhelm recuperandolo dalla classe dopo la lezione di inglese.
Simon aveva sorriso, salvo poi notare lo sguardo serio del biondo e quella mano che tremava appena, sfiorandogli il maglione.
«Che succede?» gli chiese una volta in disparte.
«Simon...io...Dio è così difficile e non so da dove iniziare». Il biondo continuava a farneticare frasi senza senso, senza mai guardarlo negli occhi.
«Ehi – gli disse posandogli le mani nel viso per far incrociare i loro occhi -. Parlami e basta»
«Credo dovremmo prenderci una pausa».
Era stata una delle frasi più devastanti che avesse mai sentito, soprattutto perché sapeva benissimo a cosa portassero le famose pause. E soprattutto perché dopo quel discorso, a cui era seguita una pesante lite fra i due, Wilhelm non si era mai fatto sentire, nemmeno una volta. Non gli aveva mai dato nemmeno una reale spiegazione del perché fossero arrivati a quel punto. L'aveva mollato e basta, lasciandolo con un cuore in mille pezzi da ricomporre e mille domande nella sua testa.
La cosa peggiore, fra tutte le cose negative di quella situazione, era che Simon non aveva ancora avuto il coraggio di dire a sua madre della rottura, troppo felice che i due avessero trovato il giusto modo per far funzionare la loro relazione. E così, a una settimana dalla vigilia, Linda ebbe la brillante idea di ricordare a Simon che quel Natale attendeva anche Wilhelm alla consueta cena di famiglia. E non avrebbe mai accettato un no come risposta.
O magari basterebbe dire che vi siete lasciati, pensò la sua coscienza. Ma il riccio continuava a rimandare questa ipotesi. Del resto, dirlo ad alta voce equivaleva ad ammetterlo anche a se stesso. Forse non era ancora pronto per un passo del genere. Ma allora che poteva fare?
***
Simon stava camminando da minuti interi avanti e indietro davanti alla camera del biondo. Le mani gli sudavano, la bocca era secca e un forte senso di nausea teneva in ostaggio il suo stomaco.
Sapeva che quella, fra tutte, era l'idea peggiore in assoluto per risolvere il problema, ma la sua mente non era stata in grado di pensare ad altro. O forse era il suo inconscio a spingerlo ad arrivare a tanto, desideroso di rivedere il suo ragaz-, ex-ragazzo, e capire cosa stesse succedendo davvero. Capire perché lo avesse lasciato come se niente fosse.
Così fece un respiro profondo e bussò rumorosamente alla porta con le nocche della sua mano. Wilhelm ci mise una decina di secondi ad aprire e quando se lo trovò davanti sbiancò vistosamente.
«Simon, che ci fai qui?» chiese schiarendosi la voce.
«Posso entrare? Avrei bisogno di parlarti» disse deciso il corvino, ma senza guardarlo negli occhi.
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Last Christmas I gave you my heart - Wilmon
RomantikUna storia ogni giorno per 25 giorni sulla base di prompts che ho trovato su Twitter