Stop being such a Grinch

127 2 0
                                    

Il piccolo appartamento preso in affitto da Simon distava pochi chilometri dal Palazzo di Wilhelm. Finiti gli studi, infatti, il corvino aveva deciso di trovarsi un lavoro che gli permettesse di essere il più autonomo possibile e anche uno spazio tutto suo dove poter finalmente esprimere la propria indipendenza. Certo, "tutto suo", forse è un po' esagerato. Wilhelm passava in quell'appartamento più tempo di quanto fosse effettivamente necessario. In ogni minuto libero a sua disposizione il biondo era lì, pronto a cucinare un piatto per il suo ragazzo, aiutarlo a fare le faccende di casa, anche solo guardare un film accoccolati sul divano. Era un po' come convivere senza farlo veramente e ai due, questa soluzione, sembrava davvero perfetta.

Un po' meno perfetto, invece, era l'atteggiamento di Simon verso il Natale, ormai alle porte. Più volte, infatti, Wilhelm si era lamentato col compagno di non aver minimamente decorato la casa con qualche addobbo natalizio o qualche ghirlanda. Non c'era nemmeno l'albero.

«Lo sai che non impazzisco per il Natale» gli rispondeva ogni volta il compagno, alzando le spalle.

E infatti era così: Simon aveva passato tutta la sua vita a desiderare come regalo di Natale un po' di pace fra i suoi genitori. Vederli smettere di litigare e vederli trovare il modo per far funzionare le cose. Crescendo questo desiderio era sparito, ma il Natale era comunque un momento di grande tristezza per lui: pochi regali sotto l'albero, nessuna luce calda e colorata, nessun motivo per festeggiare veramente.

«Ma...è Natale. Come fa a non piacerti? Almeno qualche luce, o delle palline»

«Ci penserò la prossima settimana» gli ripeteva sempre il corvino per cambiare discorso. Ma intanto le settimane passavano e di quello spirito natalizio non c'era nemmeno l'ombra.

Più evidente, invece, era il malumore continuo che aveva avvolto come una ragnatela proprio il riccio. Nel piccolo negozio in cui lavorava, infatti, il periodo natalizio era un vero incubo e tutti i giorni Simon tornava a casa più infastidito di quello precedente. Odiava la frenesia dei regali, il via vai della gente, il loro essere assolutamente stressati e invadenti.

Nemmeno tornare a casa e trovare il suo ragazzo lo metteva di buon umore, anzi. Ultimamente sentiva il bisogno di stare solo e non di sentire continuamente storie di "quanto il Natale fosse speciale" o rimproveri sul non sentire abbastanza "lo spirito delle feste".

Così, quella sera successe l'inevitabile. La famosa goccia che fa traboccare il vaso, che per Simon significava sfogare tutta la sua frustrazione addosso al suo ragazzo.

«Non credi che sia arrivato il momento di abbellire un po' questa casa?» gli chiese per l'ennesima volta il biondo.

«Perché sei così fissato? Non mi interessa avere la casa piena di luci e palline»

«Ma è tristissimo così! Insomma, è Natale»

«Ti ho detto mille volte che non mi interessa del Natale» rispose duramente il corvino. Possibile che non capisse quanto quella festa lo facesse soffrire?

«Oddio, smettila di comportarti come il Grinch» gli rispose scocciato Wilhelm.

Simon fece sbattere le posate sul suo piatto, zittendo all'istante il suo ragazzo e sollevando una grande tensione nell'aria.

«Finiscila, Wilhelm. Non mi importa un cazzo del Natale, di queste stupidaggini degli addobbi o del tuo stupido spirito delle feste. Voglio solo stare qui tranquillo. Se non ti sta bene te ne puoi anche andare».

Wilhelm lo fissò con gli occhi sgranati. Simon non gli aveva mai parlato così, tanto meno aveva mai alzato la voce in quel modo.

«Sai che c'è? – gli rispose arrabbiato il biondo –. Me ne vado. Stai qui nella tua tristezza e solitudine. Starai molto meglio. Buon Natale Simon»

Last Christmas I gave you my heart - WilmonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora