<Renée> la mamma di Olive mi chiamò.
<Sì?> risposi.
<Hai invitato qualche tua amica, cara?> mi domandò.
<No, in realtà dovrei uscire con una mia compagna>
<Ah ecco perché c'è una macchina qui davanti, ti sarà venuta a prendere?>
<Suppongo di sì> dissi mentre terminavo di sistemare le mie cose. Il bagno di Olive era a soqquadro, c'erano trucchi dappertutto, un po' dei miei e un po' dei suoi.
Io avevo davvero pochi trucchi e vestiti che avevo preso da casa mia quando ero andata ad abitare lì, mentre Olive aveva prodotti di cosmetica di ogni tipo. Per non parlare dei dieci arricciacapelli che aveva nella sua camera e del guardaroba grandissimo e pieno di colori sgargianti.
Magari avessi avuto io tutte quelle cose, ero sempre stata una ragazza abbastanza vanitosa e in quello io e Olive eravamo molto simili.
Prima di uscire passai uno strato di lip gloss trasparente sulle labbra, mi sistemai velocemente i capelli stirati e mi precipitai al piano inferiore.
<Vai via?> mi chiese Elize.
<Sì, scusa se mi sono dimenticata di dirtelo>
<Non preoccuparti non c'è bisogno che tu me lo dica, hai il passaggio al ritorno per stasera?>
<Sì> annuii.
<Bene, allora a dopo> mi salutò.
<A dopo>.
Non appena varcai l'uscita vidi Zara nella sua Hyundai di un forte blu elettrico.
<Ciao> le sorrisi.
<Ciao Ren, salta su che siamo in ritardo> mi indicò lo sportello, io mi avvicinai e lo aprii sedendomi accanto a lei.
<Mi piace molto la tua macchina> dissi.
<Me lo dicono in tanti, un tantino appariscente eh?> ridacchiò mentre girava il volante.
<Sì, ma è bella proprio per questo>
<Come me, no?> mi guardò per un istante.
<Esatto> esalai divertita.
<Conosci Marika e Angelika?>
<No, non conosco molte persone in questa scuola> risposi.
<Sono due gemelle che adorano le serate, ne organizzano di ogni tipo. Solitamente andiamo sempre a casa loro ma stasera non potevano, quindi le stiamo andando a prendere.>
<Ah ok, allora siamo io, te e loro?>
<In realtà dovremo passare anche da Melissah che mi ha chiesto il passaggio un oretta fa, senza contare i ragazzi>
<In che senso?>
<Il nostro gruppo è pieno di ragazzi, le ragazze non sono molte. Comunque dovrebbe esserci anche Olive stasera, quindi non ti sentirai sola. Stai tranquilla, siamo molto socievoli.>
<Ehm, ok> balbettai.
<Sei molto carina comunque, dove il vestito?>
Mi squadrò incurante del fatto che fosse alla guida.
<Grazie, anche se non ricordo, l'ho preso con mia zia un po' di tempo fa>.
In realtà l'avevo portato a casa di Olive per puro caso, non pensavo sarei mai andata a una festa durante il periodo in cui sarei rimasta da lei.
<Ah ok, ti sta bene davvero bene il malva> mi disse prima di fermare l'auto davanti al cortile di una casa gigantesca.
Due ragazze identiche si avvicinarono a noi, avevano una gonna stretta, un giubbotto nero e degli altissimi stivali bianchi uguali.
Erano la classica coppia di gemelle, neanche i loro outfit avevano differenze.
<Muovete il culo ragazze> disse la mia amica mentre loro entravano in macchina.
Quando le vidi da vicino mi accorsi di quanto fossero belle, avevano gli occhi così scuri da non riuscire a distinguerne le pupille e le chiome lunghissime dello stesso nero pece.
Avevamo i capelli quasi della stessa lunghezza, forse i miei erano leggermente più lunghi, ma in quanto a estetica non avevano niente da invidiarmi.
Ci presentammo velocemente e dal breve tragitto che facemmo insieme mi resi conto di non sopportarle: erano delle oche, snervanti come poche.
Non facevano che guardare video sul loro cellulare e cinguettare cose come: "No amore, ma siamo noi", "No tesoro sono assolutamente io" con tanto di risatine da cretine.
Se non avessero smesso non avrei esitato a mollargli una sberla.
Passammo anche da Melissah, e, conoscendo il personaggio, fui costretta a farmi il segno della croce prima che anche lei si unisse all'allegra combriccola.
In ogni caso arrivammo alla festa senza nulla di rotto, per loro fortuna.
La casa di Archie, così Zara mi aveva detto si chiamasse, era enorme.
Aveva tre piani, il garage e un giardino bellissimo, anche se forse non era grande quanto la casa delle gemelle.
La gente era tantissima, c'erano molte persone che mi era capitato di incrociare nei corridoi di scuola e altre che invece non avevo mai visto.
Ci avvicinammo a un tavolo di alcuni ragazzi, e io, a differenza delle mie compagne, mi sentivo molto a disagio.
<Ehi amore> Zara si avvicinò a un tipo e, prima che lui potesse salutarla, gli lasciò un bacio languido sulle labbra.
<Ragazzi, lei è Renée, la ragazza nuova di quarta. Stasera è dei nostri> mi presentò la bionda. Qualcuno mi salutò con un cenno mentre qualcun altro mi ignorò.
D'un tratto Marika, o forse Angelica, mi attirò a sé prendendomi per il braccio.
<Ti va di bere qualcosa Renée? Sono sicura che Marcus ha qualcosa per noi> sorrise a un ragazzo castano seduto a capotavola.
<Mi dispiace bella, stasera non toccava a me portare l'alcool> fece lui dal suo posto.
<E a chi allora?> la mora si accigliò.
<Eccolo> rispose.
Non appena lo vidi sbiancai.
Cayden. Cazzo.
Portava con sé alcune buste, aveva una maglietta nera aderente e dei pantaloni della tuta. Nonostante fosse vestito in modo sportivo era molto attraente, la sua presenza attirò l'attenzione di molte ragazze che si voltarono nella sua direzione.
Immagina andare a una festa piena di persone che non conosci e poi ritrovarti di fronte al ragazzo bello e odioso con il quale hai litigato animatamente appena un giorno prima, benvenuto nella mia vita! Porca miseria.
<Ciao> Cayden arrivò al tavolo e salutò tutti.
<Ciao bro> un ragazzo biondo gli diede una pacca sulla spalla.
Le mie compagne si avvicinarono a lui, compresa Zara che fino a quel momento era addosso a un altro.
<Ehi Cayden, come stai?> fece Melissah sbattendo le ciglia, ridicola.
<Bene, come va a voi?> chiese con aria annoiata.
<A noi bene, stasera c'è anche la ragazza nuova> una delle gemelle entrò nel discorso nominandomi. Sono sempre stata contro la violenza sugli animali, ma in quel momento avrei tanto voluto picchiare quella gatta morta.
D'improvviso sentii il suo sguardo addosso, così deglutii.
Lui mi rivolse un'occhiata di risentimento che durò solo un istante.
Mi scollò gli occhi di dosso per guardare altrove, poi ritornò su di me e mi sorrise divertito. Una fossetta spuntò sulla sua guancia sinistra e si toccò il ciuffo castano che gli ricadde morbido sulla fronte.
<Che c'è Cayden? Ti diverto?> sbottai senza pensare al fatto che tutti ci stessero guardando.
Voleva prendermi in giro? In tal caso non vedevo l'ora che ci provasse.
<Perché dovresti? Io non ti conosco>
Sì, voleva decisamente prendermi in giro.
Ma la vera domanda era: credeva davvero che glielo avrei lasciato fare?
<Ti dimentichi di tutti quelli che mandi a fare in culo generalmente?>
<No, ma degli stronzi che non si prendono le proprie responsabilità sì, generalmente>
<Uhhh, tensione> esclamò Zara. Io la fulminai.
<Beh, non sei l'unico a soffrire di strane amnesie. Anche io sto dimenticando uno stronzo che insinua che non mi sia presa le mie responsabilità, anche se non sono davvero mie> lo guardai dritto negli occhi mentre pronunciavo quelle parole.
<Comunque la nuova è proprio tosta eh> mormorò qualcuno in fondo al tavolo, qualcun altro ridacchiò.
<Ragazzi, ubriacatevi. Che qui la serata è lunga> Cayden decise di ignorarmi e mise l'alcool sul tavolo, tutti esultarono.
Sarebbe stata davvero una serata molto lunga.
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I colori non esistono
General FictionRenée è una ragazza da un carattere particolare. Il suo passato l'ha resa spigolosa e riservata ma anche molto più forte e intuitiva. Dopo essersi trasferita in un nuovo stato con la sua zia parrucchiera, l'unica cosa che vorrebbe è essere felice e...