<Scusami, conosci Renée Moore? La nuova?>
Era Reece Turner al telefono, uno dei ragazzi più popolari della scuola, se non il più popolare.
Giravano tante voci su di lui e aveva fatto parte di alcuni giri poco raccomandabili, io non gli avevo mai parlato prima però avevamo alcuni amici in comune.
<Sì, la conosco. Perché?> chiesi.
<È in ospedale, non ho i contatti dei suoi, potresti darmi una mano? Ti lascio l'indirizzo via messaggi e anche il piano>
Renée era in ospedale? E lui come la conosceva?
<Sto arrivando> decisi di andarci, non potevo non aiutarla, infondo mi stavo affezionando a quella ragazza.Presi il bus e arrivai sul posto un ora dopo.
Entrai nella stanza e vidi subito Renée stesa sul letto d'ospedale.
Sgranò gli occhi e tutti i muscoli del suo viso si rilassarono, abbandonandosi ad un sonoro sbadiglio.
<Ti servirebbe del balsamo labbra. Per tua fortuna ne ho un po' con me> dissi io, le stavo fissando le labbra. Erano un po' screpolate.
<Non ne ho bisogno, e poi non ti fa schifo?> domandò.
<Oh si che ne hai bisogno, e sta' tranquilla, certo che mi fa schifo ma ho anche una confezione a tubetto> ribattei.
Lei sbuffò mettendosi a sedere, sembrava così a disagio.
Mi avvicinai per applicarle il prodotto sulle labbra, aveva gli occhi stanchi e il colorito pallido.
Non avevo idea del perché la mia presenza la facesse sentire minacciata, forse la stavo mettendo in soggezione?
<Mi spieghi perché sono in ospedale? Non ricordo niente>
<Credo che tu abbia perso i sensi, mi ha chiamata Reece per dirmelo. Mi ha spiegato che ti sei sentita male e mi ha dato l'indirizzo, non sapevo nemmeno che avesse il mio numero> risposi.
<Oh dio sì, ieri ho dormito da lui> disse, e io le rivolsi un'occhiata divertita.
<No, aspetta. Non come pensi tu> specificò.
<Mh, va bene, e come allora?> stavo ancora ridendo di sottecchi.
<È complicato, ma ti assicuro che non è affatto come credi>
<Va bene, va bene> mi arresi.
<Olive, ho un problema>
<Che tipo di problema?> inarcai un sopracciglio.
<Non credo di poter tornare a casa quando mi riprenderò> confessò.
<In che senso?>
<Nel senso che non è il caso che lo faccia. Lo so che ti sto chiedendo tanto ma potrei stare da te per un po'? Non so cosa fare> a quella richiesta sbarrai gli occhi, ma se mi schifava fino a qualche minuto prima?
<Scusami, io cerco di fare in tutti i modi amicizia con te, tu mi respingi, mi imprechi addosso, io mi faccio un'ora di metro per arrivare in ospedale da te e tu, non solo non mi dai spiegazioni, ma mi chiedi di venire a stare da me? Nel senso, ci conosciamo appena>.
La sua richiesta era davvero strana, perché ammai avrebbe dovuto avere paura di tornare in casa sua? Non credevo che avrei mai capito quella ragazza.
<Ti prego, sarà per poco. È importante>
<E va bene, chiedo a mia madre. Penso che sarà d'accordo>
<Grazie mille, ti spiegherò ogni cosa non appena sarà possibile> gracchiò sollevando un angolo delle labbra.
Io sorrisi a mia volta, non avevo idea di cosa aspettarmi da quella convivenza inaspettata.
In ogni caso speravo che il suo problema si sarebbe risolta al più presto, non avevo idea di cosa stesse parlando ma mi era sembrata molto preoccupata.
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I colori non esistono
Narrativa generaleRenée è una ragazza da un carattere particolare. Il suo passato l'ha resa spigolosa e riservata ma anche molto più forte e intuitiva. Dopo essersi trasferita in un nuovo stato con la sua zia parrucchiera, l'unica cosa che vorrebbe è essere felice e...