Capitolo 16

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Sei sempre lo sguardo che cerco                                                                                                 In tutti gli occhi che incontro.                                                                                                                                                                                                  Max  Capozzi

Yolanda    

Gli sorrido e gli verso da bere, ne verso anche a me e poso la bottiglia alla mia sinistra, Altair porta lentamente il bicchierino alle labbra ma lo blocco poggiando una mano sul suo braccio muscoloso.

<<Aspetta>> mi guarda con uno sguardo interrogativo incitandomi a continuare <<dovrai promettermi una cosa>> <<cosa?>>

<<Non so cosa potrei fare o dire da ubriaca, ma tu dovrai promettermi di non toccarmi>> sorride comprensivo e mi porta un ricciolo ribelle dietro all'orecchio <<non ti toccherò nemmeno con un dito non preoccuparti.>>

Gli sorrido e lo lascio, porto il mio bicchiere alle labbra e ingurgito tutto d'un fiato.

Inizio a versarmene un altro e faccio lo stesso con lui e dopo altri tre bicchierini bevuti in silenzio sono completamente ubriaca. Inizio ad avvertire un forte caldo e inizio a sventolarmi con la mano ottenendo l'esatto contrario <<tutto bene?>>

Annuisco e inizio a sbottonarmi la camicetta restando solo in reggiseno, riprendo di nuovo il bicchiere che avevo appoggiato vicino alla bottiglia e mi verso ancora un'altra dose <<ne vuoi ancora?>>

<<No direi basta, un altro bicchiere e sarò fuori>> <<non è questo il nostro obiettivo? Bere e dimenticare>> cerco di portare il bicchiere alle labbra ma lui se lo prende così come la bottiglia <<non funziona così.>>

Sbuffo e mi sdraio a terra, lui imita il mio movimento e io chiudo gli occhi, li riapro guardando il cielo stellato sorridendo vedendo una stella in particolare <<GUARDA!>>

Alza anche lui lo sguardo seguendo la traiettoria del mio dito <<sono io>> glielo dico con una punta di orgoglio nella voce sorridendo come una scema probabilmente ma a ricostruire la mia reputazione sinceramente ci penserò domani mattina <<come?>>

<<Papà diceva sempre che io ero Vega, la stella di cui loro parlarono la prima volta che si conobbero, diceva che per lui sono il regalo d'amore più bello che la costellazione della Lira potesse mai fargli>> <<ti amavano molto>> <<si, eravamo le loro stelline, sia io che Ambra>> <<cosa è successo?>>

<<Sono andati via...hanno aperto le loro ali e le hanno unite, si sono presi per mano e mi hanno lasciato, però sono lì guarda!>> gli indico il cielo con le lacrime agli occhi <<sono in quella costellazione ogni notte e ogni momento del giorno, solo che lì io non li vedo, lo faccio solo di notte perché è di notte che li ho persi, per questo loro vengono da me.>>

Inizio a piangere sorridendo ma mi asciugo subito le lacrime alzandomi e rimettendomi seduta <<piangi se vuoi, rimarrà un segreto>> scuoto la testa negando con vigore <<no perché loro dicevano che i miei occhi non dovevano mai piangere, ferisco loro capisci? E io non voglio>> vedo che ha gli occhi lucidi e una lacrima silenziosa gli scende lungo la guancia <<sei forte>> mi accarezza il viso e io gli sorrido <<si, lo dicevano anche loro>>.

Resto in silenzio un altro po' poi mi giro verso Altair che ha le braccia incrociate dietro la testa e i piedi ancora nell'acqua, appoggio il capo sulla sua spalla iniziando ad accarezzargli il petto con dei movimenti circolari dell' indice medio e anulare dove spicca in primo piano l'anello. Lui si mette seduto ed io seguo il suo movimento <<che c'è, non posso nemmeno accarezzarti?>> <<No.>>

Fragments of broken dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora