Capitolo 17

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Sono crollata e tu sei arrivato.                                                                                                   Mi sono rialzata e tu sei rimasto.                                                                                                                                                                                                                     Sky Hill  

Yolanda

Continua a trascinarmi per un lungo corridoio con le pareti colorate dalle luci forti dei LED che si mischiano alle ombre delle persone e a quelle delle pareti non illuminate.

Mi trascina in una stanza e si chiude la porta alle spalle appoggiandosi sopra e guardandomi con occhi di fuoco.

Faccio una breve ispezione della stanza, ha solo un piccolo divano è un palcoscenico davanti ad esso con un palo da pole dance nel mezzo, riporto gli occhi nei suoi e indurisco lo sguardo <<che ci fai qui?>>

<<Penso che Orion, Rigel e Alhena si siano messi d'accordo>> <<per cosa esattamente?>>

Alza un sopracciglio come per chiedere:"non è ovvio?" E io incrocio le braccia al petto in una posa dura <<non stavo facendo niente di male>> noto che stringe un pugno e inizia a respirare affannosamente <<ah no?>>

Si avvicina con quel suo solito sguardo da predatore ed io indietreggio fino a ritrovarmi seduta sul divano con lui davanti a me.

Mi solleva il viso e me lo mantiene alzato con una presa serrante dietro al mio collo, porta il pollice ad accarezzarmi le labbra con delicatezza in una mossa lenta e misurata che mi ipnotizza.

Deglutisco appena si abbassa verso di me per far sì che il mio viso sia all'altezza del suo, porta le sue grandi mani alle mie cosce scoperte a causa del vestito succinto che si è alzato, inclina il collo avvicinando la bocca al mio orecchio, chiudo gli occhi  inspirando il suo profumo di muschio bianco misto al whisky.

<<Hai deciso di farmi impazzire?>> <<I-in che senso?>>

<<Nel senso che sto cercando di tener fede al mio misero autocontrollo per evitare di prendere questo pezzo di stoffa e ridurlo veramente in brandelli per poi scoparti appesa a quel palo facendoti gridare il mio nome così forte che quell'idiota che prima ha osato toccarti capisca che la dea che aveva tra le mani è tutta mia.>>

Il respiro inizia a diventare più pesante ma ciononostante un sorrisetto impertinente increspa lo stesso le mie labbra <<sei geloso Altair Lancaster?>>

<<Da morire Yolanda Smith>> resto con la bocca dischiusa, non posso credere che lo abbia ammesso davvero <<adesso che ne dici di ballare per me?>>

<<Per...per te?>>>

<<Esatto, per me, voglio rivivere il giorno che ti ho conosciuta ma stavolta voglio che il tuo sguardo sia proiettato solo su di me, e bada bene leonessa, lo voglio molto più audace della prima volta>> si avvicina e con voce suadente mi sussurra <<fammi vedere chi sei davvero>>.

Mi alzo mentre lui indietreggia e lo supero salendo sul palco, vado verso sinistra dove c'è un computer con una cassa collegata e avvio la canzone shut up and listen, inizio a muovermi al centro del palco irrigidendo le gambe con la schiena dritta per rendere più visibile il mio fondoschiena, inizio a muovere i fianchi camminando lentamente in avanti incrociando le caviglie, arrivo alla fine del palco facendo qualche giravolta  abbassandomi fino a toccare le caviglia in una tipica mossa sexy durante il ballo, mi giro e mi avvicino al palo iniziando a rotearci camminando per poi volteggiarci completamente sopra.

Fragments of broken dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora