Ho passato gli ultimi tre giorni a letto dopo l’incidente al mio povero ginocchio. Mi sono ripetuta fino allo sfinimento che sarei dovuta rimanere a riposo cosicché sarei riuscita a guarire per domenica e con questa premessa, ho fatto fuori chili e chili di creme e ghiaccio per alleviare il dolore e diminuire il gonfiore dovuti alla caduta.
Immaginatevi un ginocchio così gonfio da assomigliare ad un pallone da calcio, aggiungeteci strati di crema e cubetti di ghiaccio come contorno avvolti da una spessa garza e avrete la ricetta per creare la prima ragazza al mondo con una palla per il fitness al posto della gamba.
Il lato positivo di questa faccenda è stato l’aver potuto fare scorpacciate su scorpacciate di serie tv come se non ci fosse un domani.
Ho recuperato l’ultima stagione di Teen Wolf, ho riguardato per la milionesima volta la terza stagione di The vampire diaries che è quella che preferisco e ho guardicchiato Shadowhunters che ho dovuto abbandonare per la poca sopportazione nei confronti dei due protagonisti. Sinceramente, nonostante debba ancora leggere i libri, ho preferito di gran lunga il film alla serie tv.
Ho anche passato parecchio tempo in una fase di profonda depressione da cancellazione telefilm. Ma come si fa dico io? E solo perché hanno fatto pochi ascolti. Io li ascoltavo eccome invece! Come farò senza il mio dolce Ronan? Come riuscirò ad andare avanti senza l'affascinante Killian insieme alla sua Freya? Come potrò sopravvivere senza Stephen e John? E che ne sarà del circolo segreto? Ma insomma! I produttori non pensano alle migliaia di cuori che hanno spezzato? Il mio compreso? Fin dove si può spingere la perfidia degli altri...
Dato che ero in lutto mi sono riguardata anche quelli.
Insomma, con la mia bella ciotola di pop corn e il pc appoggiato sulle gambe, ho riso, ho pianto, mi son messa nei panni dei protagonisti, ho tentato invano di entrare nel portatile per raggiungere Damon, e sono arrivata a sabato con gli occhi sgranati e quasi fuori dalle orbite nel tentativo e lo sforzo di riuscire a tenerli aperti.
Se il mio computer fosse stato provvisto di lingua l’avrebbe tenuta a penzoloni per l’immane fatica e potrei giurare di aver visto sullo schermo delle goccioline di sudore. Se potesse parlare me ne direbbe di tutti i colori.
Anche il mio cellulare non se la passa benissimo... l’ho sfiancato con le centomila chiamate e i mille messaggi al giorno scambiati con Meg e Evy che mi tenevano aggiornate sugli eventi.
Mi hanno detto che Declan ha chiesto di me... mentre era in compagnia di Kristal! A detta loro, la smorfiosa ha fatto la faccia come di una che si è appena mangiata grilli fritti. Non appena me lo hanno riferito sono scoppiata a ridere. Ben le sta!
Declan è stato dolcissimo a chiedere di me. È così premuroso! Dato che ha il mio numero, però, un messaggio poteva anche mandarmelo. Un qualcosa del tipo: "Claire, senza di te andare a scuola è una tortura... ti prego torna. Mi manchi da morire." Oppure: "Mia amata Claire, tutta questa faccenda mi ha fatto capire che a te ci tengo veramente. Ti penso ad ogni ora del giorno e della notte, tanto che non riesco più a dormire. Vorrei essere più di un amico per te... Ti prego, accetta di diventare la mia ragazza e giuro che non te ne pentirai! So di poterti rendere felice e un giorno, quando saremo pronti, ci sposeremo e andremo a vivere su una di quelle bellissime isole con le spiagge bianche, il mare cristallino e il sole sempre splendente, proprio come i tuoi occhi."
Waaa! Magari mi mandasse messaggi del genere! Tengo il viso rosso e fumante tra le mani e, in fibrillazione, agito le gambe ricordandomi troppo tardi che una è malconcia e mi fa ricomporre subito.
Il letto è tutto bagnato.
Ecco, ora non pensate male. Intendo che è tutto bagnato a causa del ghiaccio che si è sciolto e capisco solo ora che è stato davvero stupido da parte mia non usare la borsa del ghiaccio ma pensavo che i cubetti a contatto con la pelle avrebbero dato risultati piu positivi.
Vabbè, ho fatto una cavolata si è capito ma ho deciso di dare la colpa al dolore alla gamba che non mi ha fatta ragionare con lucidità e alla telefonata di Declan che ha mandato il mio cervello su una spiaggia in Thailandia.
Non che mamma mi abbia fatto minimamente notare la cosa quando veniva a vedere come stavo, anzi, mi assecondava e continuava a portarmi in camera il ghiaccio in questione, insieme al cibo e ai biscotti di nonna.
Provo a muovere la gamba e a togliere la fasciatura (se così possiamo chiamarla), e devo dire che tutto sommato il mix creato ha dato i suoi frutti. Il ginocchio è ancora arrossato ma finalmente il gonfiore è sparito quasi del tutto. Mi alzo e noto con piacere che riesco a stare in piedi, non mi fa più tanto male ma la camminata è ancora un po' da rivedere e, zoppicante, arrivo davanti allo specchio. Quasi non caccio un urlo per lo spavento.
Santi numi! Non sono mai stata un granché ma qui stiamo proprio esagerando e siamo arrivati a livelli altissimi di bruttezza!
Sembra che qualcuno si sia divertito a gettarmi sui capelli litri di olio per quanto riescono ad essere unti, ho gli occhi talmente arrossati da sembrare spiritata, labbra così screpolate che sembra non abbia bevuto per un intero mese e una protuberanza gigantesca al centro della fronte. Se non fossi assolutamente certa che si tratti di un brufolo penserei che mi stia spuntando fuori un corno che mi farebbe poi somigliare a un unicorno. Indosso ancora il pigiamone di flanella e i pantaloni dentro ai calzini danno quel tocco in più che non guasta mai...
Mi faccio schifo da sola.
Questa giornata dovrà essere interamente dedicata al restauro di qualunque cosa io sia diventata.
Per prima cosa è meglio che mi butti in doccia, non vorrei far svenire nessuno e... anzi, prima apriamo le finestre e facciamo arieggiare un po' la stanza e solo poi potrò farmi un bagnetto caldo.
Zoppicar, zoppicar.
Apro le persiane e una luce forte mi abbaglia. Sembro un vampiro che si è appena risvegliato da un sonno lungo secoli. Rimango un attimo a godermi la brezza fresca del mattino e a respirare aria pulita, poi decido di rientrare prima che qualcuno si spaventi vedendo uno zombie in pigiama sul balcone di casa Fills.
Zoppicar, zoppicar.
Butto all’aria il pigiama e rimanendo in costume adamitico mi fiondo nella vasca sotto il getto di acqua calda.
Com'è rilassante! Ci voleva proprio.
Faccio fuori mezzo flacone di shampoo e un flacone intero di bagnoschiuma... un po' esagerato?
Suvvia, sto solo compensando i tre giorni in cui non ho toccato acqua se non per lavarmi le mani.
Nel mentre canto a squarciagola Wannabe delle spice girl, sento qualcuno che tira la catenella del w.c. e un getto d’acqua ghiacciata mi colpisce in pieno facendomi fare un acuto da far impallidire Maria Callas.
Qualcuno se la sta ghignando alla grande e mi sale una rabbia allucinante.
«JOSH!!!» ringhio e scosto la tendina facendo sbucare fuori la testa, ritrovandomi ad un paio di metri da quel decerebrato di mio fratello.
«Che c'è sorellina? L’acqua non è di tuo gradimento?» Mi chiede con un ghigno sadico al che, adirata, gli tiro dietro quello che mi capita per le mani: flaconi di shampoo, balsamo e anche la spugna col manico che papà usa per lavarsi la schiena.
«Mancato, mancato e... mancato.» Dice schivando tutti i miei colpi «Pessima mira babba scema... davvero pessima. Lascia che ti faccia vedere come lancia un professionista.» E dicendo ciò, me li rispedisce tutti indietro. Devo fare delle mosse alla Jackie Chan per riuscire a non farmi colpire e a non scivolare nella vasca piena di sapone. Ma sapete che sono la regina delle figuracce, no? E secondo voi riesco nell’intento senza finire col mio povero deretano a terra? La risposta è no. Come volevasi dimostrare, scivolo sbattendo la spalla sinistra sul rubinetto dell’acqua per poi finire gambe all'aria. Giusto perché non bastava il dolore al ginocchio! Ora mi uscirà un bel lividazzo multicolore sulla spalla e sul sedere.
«Tu sei un pazzo! Potevo anche ammazzarmi, lo sai???» Gli urlo furibonda da dietro la tenda, cercando di rimettermi in piedi.
«La solita melodrammatica, quante storie per una piccola caduta... e non urlare che spaventi i vicini. Bye, bye.» Saluta con la mano e si avvia, soddisfatto, alla porta.
«PICCOLA CADUTA UN CORNO! STAI BENE IN GUARDIA PERCHE' QUESTA NON LA PASSI LISCIA! HAI CAPITO?!?» Urlo come un’ossessa, facendo quasi incrinare i muri, anche se ormai se ne è andato via e continuo imperterrita a buttare giù sproloqui che uno scaricatore di porto al confronto parrebbe la finezza in persona.
Questa me la paga. Non so ancora come, ma questa me la paga. So che lo dico ogni volta che mi fa uno dei suoi scherzetti, ma ultimamente sta davvero superando i limiti. Potevo farmi male sul serio! In questi tre giorni non si è fatto proprio sentire e pensavo mi stesse dando un po' di tregua e invece stava solo aspettando che abbassassi la guardia per colpire ancora.
Voglio che torni Kyle. Quando c'è lui, Josh pare un’altra persona e il nostro rapporto è diverso. Cioè, non diventiamo amiconi... ma in compenso c'è una reciproca indifferenza.
Chissà cosa sta facendo adesso... sicuramente sarà insieme alla sua nuova fidanzata di cui, ancora tutt’ora, non posso sapere il nome.
Ah, quanta pazienza che devo avere.
Dopo essermi calmata, esco dalla vasca più acciaccata di prima e indosso l’accappatoio. Nonna si muove più agilmente di me. Cavoli, sembro una vecchia di novant'anni! Anzi, con la spalla un po' ricurva assomiglio al gobbo di Notre-Dame.
Tampono i capelli con l’asciugamano e lo metto a mo’ di turbante, dando così libera uscita al brufolo sulla fronte che prima veniva semi coperto dalla frangetta. Osceno. Qui ci vuole una super maschera all’argilla!
Mi vesto con una tuta blu un po' informe e cerco di scendere le scale senza ammazzarmi, per raggiungere la cucina.
Zoppicar e saltellar.
Arrivata a destinazione, noto che come al solito mamma e nonna sono sedute al tavolo a bersi il thè e a leggere il giornale.
«Ehi, piccola, tutto bene? Il ginocchio come va?» Chiede mio padre arrivandomi alle spalle per poi entrare in cucina. Io mi volto e quasi non gli viene un colpo. Gentile, davvero. «Cosa diavolo ti sei messa sul viso?» Mi chiede tra l’inorridito e lo scoppiare a ridermi in faccia, al che pure nonna e mamma alzano lo sguardo incuriosito per scrutarmi.
«È una normalissima maschera all’argilla!» Rispondo un po' indispettita. Perché le star del cinema, con qualunque cosa si mettano in faccia, sembrano delle divinità scese in terra e io invece assomiglio ogni volta alla versione brutta dell’abominevole uomo delle nevi?
Ecco, diciamo che potevo stenderla meglio, quello sì. Ne ho messa così tanta che si sono venuti a creare come delle specie di tentacoli d'argilla e qualcuno potrebbe benissimo scambiarmi per...
«Assomigli un po' a quel polpo nel film con Johnny Depp, com'è che si chiamava...?» Schiocca le dita vicino alle tempie per cercare di ricordare e nel mentre io lo fulmino come meglio posso ma vengo altamente snobbata. «Devy Jones!» Esclama indicandomi, colto da un'improvvisa illuminazione.
Ecco, appunto.
«Riderei se non fosse che non posso muovere granché i muscoli facciali.» Rispondo sarcastica senza aprire troppo la bocca per non crepare il mascherone grigio.
«E quell’enorme brufolo che hai sulla fronte? Non dovresti fare qualcosa per mandarlo via?» Domanda nonna, dando il via ad un altro round di scrutamento della mia faccia.
Sanno proprio come tirarmi su di morale, eh? Dovrebbero scrivere un manuale su come far sentire meglio le persone... Poi avrebbero sulla coscienza il fatto di essere responsabili della diminuzione della popolazione, causa suicidi di massa da post lettura.
«Appunto cara nonnina, ergo, habere maschera in faccia!» Faccio un sorrisetto di circostanza, indicandola, come a sottolineare l’ovvio. Secondo loro l’ho messa tanto perché non avevo un ciufolo da fare e avevo voglia di impiastricciarmi con questa poltiglia? Non sono mica tanto normali...
Da qualcuno devi pure aver preso.
Spiritoso!
Mentre mi tosto una fetta di pane interviene anche mamma che, ovviamente, non poteva non dirne una delle sue...
«Tesoro, perché non ti metti qualcosa di più carino invece di quel tutone sdrucito? Hai tanti bei vestiti nell’armadio...» Certo, come no. Cara mammina dovremmo ridefinire il concetto di bello. «Metti caso che viene a trovarti un bel ragazzo, non puoi mica farti trovare in questo stato... mmh...» Dai dillo. Pietoso, no? È quello che volevi dire, giusto? E allora abbine il coraggio madre e dammi il colpo di grazia! Tanto, peggio di così.
«Di che ragazzo stiamo parlando?» Si intromette papà, serio, salvando mamma da una situazione che pensavo senza via d'uscita. A questo punto me ne vado. Li ho già sopportati anche troppo. Prendo la mia fetta di pane tostata ed esco dalla cucina mentre mio padre continua a ripetere la stessa domanda all’infinito.
Ma si può sapere che problemi hanno? Manco ci fosse una fila di ragazzi ad attendermi fuori dalla porta.
Magari ci fosse...
A fatica risalgo le scale e torno in bagno per levarmi questa robaccia dalla faccia. Si è solidificata tutta e sembra che mi sia buttata sul viso del cemento armato. Mi sa che sarò costretta ad usare martello e scalpello per raschiarla via.
Sento una musichetta arrivare dal cellulare, segno che mi è arrivato un messaggio.
"Ti aspetto domani piccola, ci conto. ;)"
É Declan!
Oddeus, mi ha messaggiata! Certo, non è la dichiarazione che mi ero immaginata io, ma è comunque un messaggio da parte sua! Questo vuol dire che mi pensa e si preoccupa per me! Lo rileggo almeno cento volte analizzando ogni singola parola... mi ha chiamata piccola. Mi rendo conto che sto sprizzando cuori come fossero tanti coriandoli. Dovrei rispondergli? Certo che sì, che domande. Cosa però? È questo il problema. Che scrivo?
Ci provo:
"Ciao! Mi fa molto piacere che ti sei preso la briga di preoccuparti per me, capita raramente che qualcuno lo faccia e..." No. Così non va. Sembro una disperata che elemosina affetto. Riproviamo!
"Declan. Dolce, fantastico e bellissimo tesoro. Non vedo l'ora di venire a vederti, tiferò per te come mai nessuna ha fatto prima e una volta finita la partita, ci incontreremo negli spogliatoi e prendendo alla lettera la parola, ci spoglieremo e ci daremo da fare su una delle panchine sverniciate dal tempo e poi..." No. No. E no. Sembro una pazza arrapata.
Proprio quello che sei.
Non ora omino!
Che permalosa! Non devi scrivergli un poema, bastano poche e semplici parole.
Forse ha ragione... Riprovo per l'ultima volta:
"Non mancherò. :)"
Resto in contemplazione un quarto d’ora e poi mi decido ad inviarlo.
Mi guardo allo specchio. Mettiamoci al lavoro.
«Ragazze, devo rifare una capatina al bagno.»
«Scherzi vero? Ci sei già andata cinque volte in un'ora!» Mi fa notare Maggie mentre ritorniamo verso la scuola, andando controcorrente al resto degli studenti che invece si stanno dirigendo al campo da calcio.
«Stai contando le volte in cui ci vado?»
«Certo. Un'amica fa questo ed altro.» Mi mette una mano sulla spalla, divertita, al che le do una piccola spinta scherzosa in risposta.
«È che sono nervosa.»
«Non ce ne eravamo accorte.» Mi prende in giro anche Evy.
«Quanto siete simpatiche! Vorrei vedere voi al mio posto. È la prima volta che un ragazzo mi invita a guardare una sua partita. Un ragazzo che mi piace poi...»
«Lo sappiamo ed è per questo che ci scherziamo, per allentare la tensione e tenerti a tuo agio, vedrai che andrà tutto bene.» Dice Meg circondandomi le spalle col braccio.
«Lo spero.»
Entriamo dalle porte a vetro dell'ingresso deserto e subito Evy ci spinge dietro al muro adiacente all'aula di scienze.
«Che ti prende?» Si lamenta Meg guardandola in cagnesco.
«Fate silenzio e guardate là!» Ci ordina sussurrando, indicando un punto in fondo al corridoio.
«Ma quella è Kristal! Che ci fa qui? Non dovrebbe essere al campo a fare la cheerleader nel frattempo che la partita non comincia?»
«Dovrebbe infatti... ma ho come il sospetto che stia nascondendo qualcosa. Seguiamola dai.» Si incammina Evy, guardinga ed euforica al tempo stesso. Adora queste cose e in men che non si dica, tira fuori il suo lato investigativo.
Tampiniamo Kristal fino ad arrivare davanti agli spogliatoi maschili. Cosa diavolo ha intenzione di fare quella depravata???
Con non-chalance entra e noi rimaniamo col fiato sospeso, nascoste. Passa un minuto e la rivediamo spuntare fuori mentre si guarda intorno per controllare che nessuno l’abbia vista (tipo noi) e come se nulla fosse se ne torna da dove è venuta.
Controllando che non sbuchi fuori all’improvviso, ci dirigiamo agli spogliatoi notando che non c'è anima viva.
«I ragazzi non sono ancora arrivati.» Ci comunica Meg e io tiro un sospiro di sollievo. Chissà che credevo... tralasciamo.
«Forza ragazze, sbrighiamoci, controlliamo in giro.» Ci incita Evy.
«Che dobbiamo cercare?» Chiedo ingenuamente.
«Indizi. Dev'esserci un motivo per cui quella megera è venuta qui quando non c'era nessuno.»
«Ragazze, forse ho trovato qualcosa!» Annuncia Meg, al che la raggiungiamo ritrovandoci davanti ad un armadietto.
«Guardate bene, c'è un biglietto in una delle fessure... magari è stata lei a metterlo lì.» Tira ad indovinare.
«Dobbiamo tirarlo fuori!» Dico risoluta.
«Ci penso io! Ho le unghie lunghe.» Le sfoggia davanti a noi raggiante, impeccabilmente smaltate.
«Anche troppo lunghe a mio parere... ogni volta rischi di lacerare qualcuno con quei tuoi unghioni.» Borbotta Evy, incrociando le braccia al petto.
«Intanto...» comincia a dire mentre cerca di tirare fuori il foglietto senza farlo cadere all'interno «In situazioni come queste sono indispensabili!» Riesce nell'impresa agitando il biglietto in alto, orgogliosa.
«Grande Meg! Avanti leggilo, che dice?» Chiedo impaziente e su di giri.
«Allora...» Si schiarisce la voce e inizia a leggere «Jack sei nei guai fino al collo! Come ti è saltato in mente di dare gli inviti a quelle tre sfigate?! Riprendili subito e sistema la situazione altrimenti te la faccio pagare! Idiota!»
Ci guardiamo per un attimo ammutolite poi ci voltiamo di nuovo verso l'armadietto dove notiamo la targhetta col nome di Jack.
«Immagino siamo noi le tre sfigate di cui si parla nel biglietto...» Dico infastidita e strappandolo dalle mani a Meg lo faccio in mille pezzi. «Glielo farei mangiare a quella... quella!» Ripeto la parola, furibonda, non trovando un aggettivo adatto a descriverla. «Ma come si permette?»
«Calmati, non c'è bisogno di agitarsi, Jack non verrà a sapere del biglietto così noi, sabato prossimo, andremo a quella maledettissima festa! Non sarà certo lei ad impedirci di andarci... e solo per la sua stupida invidia poi!» Cerca di farmi ragionare Evy, stringendo i pugni.
«Invidia hai detto? Invidia riguardo a cosa?» Chiedo scettica. Mi sembra alquanto improbabile che Miss Perfettina possa essere invidiosa di qualche cosa.
«Riguardo a te, sciocchina.» Interviene Meg sorridendo e io strabuzzo gli occhi.
«Ma stai bene? Figurati se quella è invidiosa di me!»
«Ragiona! Ti ricordi quando ti abbiamo detto che Declan aveva chiesto di te in sua presenza, e lei era nera dalla rabbia? Credo stia prendendo in considerazione che potresti rubarglielo e la cosa le fa fare, più del solito, cose stupide... Tipo scrivere odiosi bigliettini.»
«Non so... Non ne sono del tutto convinta.»
«Questo è perché hai poca fiducia in te stessa e...»
«Zitta un momento...» La interrompo mettendole una mano davanti alla bocca, tendendo un orecchio senza badare alle sue lamentele. «Sentite anche voi?» Chiedo, prestando più attenzione ai suoni e anche loro fanno lo stesso. Sembra un brusio da chiacchiericcio e risate.
«Cavolo! I ragazzi stanno arrivando!» Esclama Evy e tutte e tre andiamo nel panico.
«Dobbiamo filarcela e anche in fretta!»
Ci dirigiamo velocemente alla porta e affacciandoci fuori, vediamo i ragazzi che, scherzando e spintonandosi, si avvicinano sempre di più.
Ci guardiamo e ognuna legge negli occhi delle altre un’espressione di puro terrore.
«O mio Dio! È troppo tardi per fuggire via, ci scopriranno di sicuro!»
«Meg, calmati e fa’ silenzio!» La riprende Evy mentre si guarda attorno. «Presto, nascondiamoci dietro quegli attrezzi!» E alla velocità della luce ci fiondiamo nel ripostiglio, dietro ai ripiani con sopra i palloni da basket, un attimo prima che arrivino i nostri compagni.
«Appena in tempo...» Sussurro.
Approfittando degli spazi vuoti, cerchiamo di guardare oltre i palloni e il cancello scorrevole in ferro che divide lo spogliatoio dal ripostiglio.
Ah, però.
Nonostante siano degli idioti, hanno un fisico niente male. Mi affaccio quel poco che basta per avere una miglior visuale ma mi riabbasso subito notando che tra loro c'è anche Declan e il mio volto comincia a friggere.
«Ragazze, c'è Declan!» Trillo sottovoce, euforica e febbricitante, strattonando il braccio sinistro di Evy e quello destro di Meg.
«Lo vediamo anche noi... e smettila di fare così!» mi ammonisce Evy, riprendendosi il braccio.
Che occasione! Quando mai mi ricapita una cosa del genere? Forse sto sognando...
«Ahi!» Faccio un urletto impercettibile, massaggiandomi la guancia mentre fulmino Evelyn.
«Non stai sognando, tesoro.» Dice serafica, come avendomi letto nel pensiero.
Torno a guardare Declan intento a cercare qualcosa nel borsone tirandone poi fuori il cellulare e componendo un numero, lo appoggia all'orecchio.
Quant'è sexy in quella posizione!
Ma lui è sexy in qualunque cosa faccia quindi non dovrei sorprendermi piu di tanto...
Ad un certo punto sento il cellulare vibrare nella tasca e mi escono gli occhi fuori dalle orbite quando sento la canzone "Always" di Bon Jovi. Le mie amiche si avventano su di me cercando di spegnerlo e nel mentre sento qualche ragazzo chiedere chi abbia quella canzone come suoneria, scoppiando a ridere.
Riusciamo a zittire quel maledetto aggeggio e per qualche strano miracolo nessuno si è accorto di noi, così torno a guardare Declan che d’improvviso sembra avere un’espressione dispiaciuta sul volto.
Spero non sia perché si è accorto che siamo accucciate qua dietro a spiarli rimanendo deluso dal mio comportamento... No, non potrei sopportare una cosa del genere! Però non sta guardando dalla nostra parte, forse mi sbaglio. Cerco di decifrare meglio la sua espressione ma qualcuno si mette davanti alla mia visuale.
«Dannato, levati di mezzo!» Sussurro a denti stretti, mangiucchiandomi una pellicina dal pollice.
«Ma quello non è Eugene?» Chiede Meg, cercando di scrutare meglio il ragazzo di spalle.
«Eugene dici? Non so, non riesco a vederlo bene, se si girasse solo di un po'...» Allungo il collo e neanche il tempo di pensarlo, il ragazzo si gira togliendo ogni nostro dubbio. È lui. Ma è mai possibile che stia sempre dappertutto?
«Non sapevo che Eugene giocasse a calcio!» Dico irritata.
«Infatti non gioca.» Annuncia Evy, al che ci voltiamo verso di lei con fare interrogativo e guardandoci come a dire: "Ma non siete informate proprio su niente voi due?" continua la frase: «...Eugene fa la mascotte. Avete presente lo scoiattolo che si vede sempre alle partite? Beh, quello scoiattolo è proprio lui.»
Pensa te. Non ho mai pensato a chi potesse esserci dentro a quel pupazzo gigante.
«Ragazze guardate, lo scoiattolo è qui. Quant’è carino! Sembra morbidoso.» Ci mette al corrente Meg, indicandolo tutta euforica. Si è capito vero che adora i peluche?
«Adorabile.» Le rispondo senza interesse. Un momento, fermi tutti!
«Ragazze... Lo scoiattolo è qui dentro.»
«Sì, lo vediamo e allora?»
«Evy, il dannato scoiattolo è qui!» Sottolineo spalancando gli occhi per rendere meglio l’idea e finalmente capiscono.
«Caiser! Che facciamo?!»
«Se lo nascondiamo e poi ce lo portiamo a casa?»
«Anche no, Meg.» Le risponde Evy al che mette il broncio e io alzo gli occhi al cielo.
«Tu cosa proponi allora?» Chiede indispettita.
In preda al panico ci voltiamo a guardare alla nostra sinistra verso Skip lo scoiattolo, abbandonato contro il muro e l’ansia ci assale mentre Eugene prende ad incamminarsi verso di noi.ANGOLO AUTRICE:
Hola a todos! :)
Alurs, queste belle donzelle hanno un vero e proprio problema al momento, come faranno a non farsi scoprire da Eugene e da tutta la squadra di calcio maschile? Declan rimarrà deluso dal comportamento di Claire? E Crystal è davvero invidiosa di Claire o c'è sotto dell'altro? ¯\(°_o)/¯
Continuate a seguire la storia per avere risposta a queste domande :P e fatemi sapere cosa ne pensate :D
A presto ;)
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Unlucky?
RomanceClaire ha sedici anni, vive a Spinning Crazy , un piccolo paesino dove tutti si conoscono e si fanno gli affari degli altri. Frequenta la scuola insieme alle sue due migliori amiche, Meg ed Evy, e insieme ne combinano di tutti i colori per riuscire...