Come può un’insicura e pasticciona ragazza con scarse abilità sociali come me, aiutare un altrettanto ragazzo insicuro e pasticcione (e aggiungo irritante) a relazionarsi con un qualsivoglia essere umano?
Non ne ho la minima idea, sta di fatto che è quello che ho fatto insieme a Meg.
È stata dura, lo ammetto. Ci sono stati giorni in cui credevamo di non farcela, l’istinto omicida saliva a livelli mai visti e abbiamo pensato più volte di abbandonare la missione per tenere candidamente integra la nostra fedina penale. Ma sono certa, nella remota ipotesi che avessimo contribuito alla prematura dipartita del soggetto in questione, che la giuria sarebbe stata più che propensa ad esprimere un verdetto di non colpevolezza, dimostrando una commovente empatia nei nostri confronti.
Fortunatamente abbiamo scoperto avere una riserva illimitata di pazienza e buon senso che ci ha fatte arrivare fino a questo fatidico momento.
La vittim- cioè, volevo dire, Evy è in posizione, davanti agli armadietti dove le ho detto di aspettarmi. Dopo quello che abbiamo passato e dopo la nostra riappacificazione, se sapesse quello che stiamo combinando io e Meg, ci sgozzerebbe come dei polli e metterebbe le nostre teste su delle picche posizionate al centro del suo giardino, come dimostrazione per le amicizie future che dovranno ben guardarsi dal fare qualcosa alle sue spalle.
Qui però non si sta tenendo conto delle nostre buone intenzioni. Sappiamo tutti che Eugene è quel che è e sinceramente quando pensavo mi venisse dietro, neanche io lo volevo. Però si è impegnato tanto per migliorarsi e sembra così innamorato che mi dispiacerebbe se non provasse neanche a fare un tentativo. E poi chissà, Evy potrebbe anche stupirci e accettare la presenza di Eugene nella sua vita. La osservo mentre terrorizza Todd, il tirapiedi di Trevor, che ha osato urtarla nel mentre passava.
O forse no…
«Va bene, basta cincischiare. Eugene» Lo prendo per le spalle «è il tuo momento!»
«Non so più se sia una buona idea…»
«Eh no, caro mio» Si intromette Meg, risoluta, scansandomi e prendendo in mano la situazione. La ragazza ultimamente mi spaventa. «dopo tutto quello che abbiamo fatto, non c’è spazio per i ripensamenti! Quindi adesso vai e rendici fiere di te. Vai e conquista la tua Evy. Vai e porta a casa la vittoria!» Occhi infuocati e pugno levato verso il cielo, fanno da contorno a questo incitamento alla Massimo Decimo Meridio e non posso fare a meno di immaginarmela in groppa ad un cavallo mentre imbraccia una spada.
«Sì… ben detto!» Asserisco, dopo essermi ridestata.
«Va bene. Vado.» Eugene si è trasformato in un pezzo di legno, rigido come un gatto che non vuole andare dal veterinario.
Hai una fissazione nel fare paragoni coi gatti o sbaglio?
I gatti sono bellissimi e stanno bene ovunque li metti.
Se lo dici tu…
«No! Aspetta un attimo» Fulminea, lo tiro indietro prendendolo per il colletto della camicia “da bad boy” e mi arpiono al suo braccio portando tutta la mia attenzione sulla persona che si è appena fermata a parlare con Evy.
Capelli scuri scompigliati, occhi stanchi e un’aria un po’ abbattuta, tutti segni che mi fanno pensare che neanche lui se la stia passando alla grande. Dovrebbe farmi stare meglio il fatto che sia ridotto in questo modo dopo quello che ha combinato, invece mi sento solo più confusa, triste e arrabbiata con me stessa perché ancora non riesco a farmene una ragione.
Pensavo che la consapevolezza che fosse gay, mi avrebbe aiutata a eliminarlo più in fretta dalla mia mente, mi sono ripetuta fino allo sfinimento che lui non è minimamente interessato alle ragazze e che anche volendo (e non voglio, precisiamo), non possiamo tornare insieme. Non accadrà mai, perché struggersi così per una persona che può provare solo sentimenti d’amicizia nei miei confronti e nient’altro? Perché stare male per una persona che mi ha usata e ha tradito la mia fiducia per riuscire a mantenere il suo segreto? Segreto che non è più tale.
A quanto pare a Kristal non è andato giù che Declan le abbia rovinato i suoi subdoli piani e, tenendo fede alle sue minacce, lo ha rivelato a tutta la scuola. Peccato che la scoperta non abbia avuto la reazione da lei sperata, difatti nessuno si è permesso di prendere in giro Declan, cosa che mi ha lasciata alquanto sorpresa.
Chi l’avrebbe mai detto che questa banda di idioti avesse una mentalità così aperta riguardo certi argomenti? O forse è semplicemente una questione di lealtà e amicizia nei suoi confronti? Quale sia la motivazione, poco mi importa. L’unica che ci ha rimesso sono io e questo fatto dovrebbe bastare per convincermi a eliminarlo completamente dalla mia vita. Impresa alquanto ardua, dato che vederlo ogni giorno a scuola mi riporta alla mente le sue subdole azioni.
Non so davvero come uscirne, Meg e Evy mi hanno consolata e distratta in ogni modo possibile ma non appena rimango da sola, tutto mi ricade addosso e le lacrime non tardano ad arrivare.
«Cosa vuoi Declan?» Il tono di Evy è abbastanza minaccioso e basterebbe un suo sguardo per far scappare chiunque a gambe levate, chiunque tranne Declan, che non si fa per nulla intimorire e risponde con determinazione.
«So che non dovrei chiedertelo ma»
«Allora, se lo sai, non farlo!» Lo interrompe, parecchio irritata, girandosi per andare via.
«Ti prego ascoltami!» La prende per un braccio e tornano così a guardarsi in faccia. Riesco quasi a captare l’aura nera che le volteggia intorno e non posso fare a meno di stritolare ancor di più il braccio di Eugene da cui arriva un lamento che ignoro volutamente. Non riesco a reggere tutta questa tensione! «Claire continua ad evitarmi, non risponde ai miei messaggi o alle mie chiamate, sono andato anche a casa sua ma sua nonna mi ha cacciato via e io ho seriamente bisogno di parlare con lei… per favore, puoi aiutarmi?» Declan non si rende conto in che guaio si sia cacciato chiedendo aiuto proprio ad Evy, che arrivati a questo punto, spalanca gli occhi oltraggiata e incredula al tempo stesso e, liberandosi dalla sua presa, gli molla un ceffone degno di tale nome. Declan incassa il colpo e rimane fermo qualche secondo con gli occhi chiusi e il viso rivolto agli armadietti. Io di riflesso, sono totalmente paralizzata, non riesco a schiodarmi dalla mia postazione e intervenire in qualsiasi modo. A favore di chi poi? Bloccare Evy e la sua vena omicida o assecondarla e contribuire a menare Declan? Ho un diverbio interiore. Forse è per questo che non riesco più a muovere un muscolo.
«Dopo tutto quello che hai fatto, pretendi ancora di venire ascoltato?! E cosa ti ha fatto pensare che avrei acconsentito ad aiutarti, mh?!» Lo vedo male, malissimo. Meg alle mie spalle si spertica in qualche imprecazione tra sé ma anche lei non interviene.
Sappiamo benissimo entrambe che quando Evy è così adirata, è meglio non avvicinarsi troppo. «Se ti avvicini ancora a Claire, ti posso assicurare che non mi limiterò solo a questo, mi hai capita bene?» Urla, attirando ancor di più l’attenzione degli studenti nel corridoio. Declan si guarda attorno per poi abbassare il capo, sconfitto.
«Hai ragione, non sarei dovuto venire da te. Mi dispiace.» Dice sorpassandola, al che riprendo possesso delle mie facoltà motorie e mi sposto per rimanere nascosta dietro il muro e non farmi notare. Non voglio parlare con lui, non voglio dargli la possibilità di rifilarmi qualche altra scusa, non voglio più saperne nulla.
Lo osservo finché non lo perdo di vista in mezzo ai compagni che, finito lo spettacolo, hanno ripreso a fare qualunque cosa stessero facendo prima.
Sono ancora scombussolata e Meg mi appoggia una mano sulla spalla, piena di comprensione e abbozzo un sorriso, girandomi nuovamente verso Evy. Vorrei quasi uscire allo scoperto e andare ad abbracciarla per quello che ha fatto, quando vedo Eugene camminare nella sua direzione, spalle dritte e petto in fuori, pronto a fare la sua dichiarazione.
Oh no! Momento sbagliatissimo, dannazione!
«Meg che facciamo?» Chiedo nel panico. Per lo stato d’animo che ha adesso, Evy potrebbe mangiarselo vivo.
«Ormai è troppo tardi, il suo destino è segnato.» Mi risponde solenne e le lancio uno sguardo interrogativo. «Era per alleggerire la tensione.» Giustifica la sua infelice uscita e non posso fare altro che alzare gli occhi al cielo.
«Dovremmo fare qualcosa, non credi?»
«Lasciamo che se la cavi da solo, ho un buon presentimento.»
Non sono granché convinta ma ormai non possiamo che stare a vedere cosa succede. Dovrò raccogliere i pezzi di Eugene dal pavimento una volta conclusa questa storia.
Ecco, ci siamo. Evy si è accorta di lui. Lo sguardo è ancora incazzato ma noto una scintilla di stupore passarle davanti. Bene, non poteva non fare caso al suo cambiamento. Questo è un punto a favore.
«E-Evy, c-ciao» Alza la mano in segno di saluto in stile bambino al suo primo giorno di scuola. Mi spiattello una mano sulla fronte. Gli ho detto mille volte di non balbettare, mannaggia a lui!
«Eugene non sono proprio in vena, vedi di sparire!»
Colto alla sprovvista si volta nella nostra direzione in attesa di istruzioni e con gesti affrettati gli facciamo segno di continuare.
«Mi chiedevo se, ecco, se fossi interessata ad incontrare la mia persona fuori dall’ambiente scolastico per… ehm… un interessante scambio di opinioni!»
What??? Che cavolo blatera?! Non riesco a credere alle mie orecchie… e sì che mi sono tanto raccomandata di non usare il suo solito linguaggio da sfracellamento ovaie!
Voglio picchiarlo. Datemi un boomerang, la pietra torna indietro di fantaghirò, qualsiasi cosa che mi permetta di colpirlo da lontano! Faccio un gesto seccato mentre Meg continua ad assistere alla scena.
«Vuoi dei pop corn per caso?»
«No, sono a posto grazie. Ho mangiato un doppio cheeseburger nell’ora di latino.»
Continuo a guardarla interdetta, sia per non aver capito la mia domanda retorica che per il fatto di non mettere su un grammo nonostante mangi come un porcello all’ingrasso.
Questa ragazza deve avere il metabolismo di un colibrì non ci sono altre spiegazioni.
Riporto l’attenzione a quel buono a nulla, agitato come non mai. Riesco a vederlo anche da qui che sta cominciando a sudare.
«Eugene, mi sembra di averti già detto di girare al largo!» Dice spazientita, bofonchiando qualcosa e scrivendo in tutta fretta un messaggio col cellulare. Subito dopo sento squillare il mio:
“Dove cavolo siete finite?!”
No, non va affatto bene. Siamo spacciate!
«Andiamo Eugene!» Cerco di attirare la sua attenzione agitando a più non posso le braccia e non appena incrociamo lo sguardo, mimo con le labbra: “Sii più deciso”. In risposta lo vedo scuotere la testa come per convincere se stesso e subito dopo punta lo sguardo su Evy con una determinazione mai vista prima. Okay, dai, forse ci siamo!
Evy continua a non filarselo di striscio, continuando a imprecare contro il cellulare, almeno fino a quando lui non la prende per le spalle, decidendo la sua triste fine nel momento in cui posa le labbra sulle sue.
Attimo di silenzio, rotto solo dallo schianto al suolo della mia mascella, seguita inevitabilmente da quella di Meg.
Potrei giurare di sentire in sottofondo le prime note di “Ken il guerriero” e di conseguenza, la terra tremare.
Okay, niente panico! Dove sono le uscite di sicurezza?
Cosa-cosa-cosa-cosa-cosa ha appena fatto??? Moriremo tutti!
Prendo Meg per la manica della maglietta e comincio e shakerarle il braccio, impanicata più che mai. «Che cosa facciamo? Che cosa facciamo?!?»
«Non lo sooo!» Risponde tentando di liberarsi dalla mia presa, senza successo.
Il boato della sberla che Evy rifila a Eugene, riecheggia in tutto il corridoio e subito ci ammutoliamo per la seconda volta. Arrivo alla conclusione che oggi Evy abbia assunto il ruolo di dispensatrice di schiaffi e giacché non c’è due senza tre e il quattro viene da sé, mi guarderò bene dal tenermi a debita distanza.
«Eugene…» Oh, no. Il tono assassino! «Baciami un’altra volta senza il mio permesso, e giuro che ti stacco le labbra a morsi, ci faccio un foro con la matita e ne faccio una collana da appendere al collo… mi sono spiegata?» Il povero Eugene, persa tutta l’adrenalina del momento, annuisce tremante mentre si tiene ancora la mano sulla guancia colpita da Evy. «Detto questo, puoi passare a prendermi questa sera alle otto. Sii puntuale, mi raccomando!»
Riscontro un problema all’udito, che cosa ha detto?
Penso abbia acconsentito alla proposta di scambiare opinioni, con la sua persona, fuori dall’ambiente scolastico.
Dapprima Eugene non afferra ciò che gli è appena stato detto, ma posso vedere chiaramente il suo criceto, che per bontà divina si mette in azione, girare piano piano per fare arrivare l’informazione al cervello. Infatti subito dopo lo vedo fare un sorriso a diecimila denti e blaterare qualcosa che probabilmente ha capito solo lui, per poi dileguarsi non si sa dove.
Sono sconvolta. Non ci avrei scommesso un soldo bucato sulla riuscita di questa missione, e invece…
«Sì, sì, sì! Lo sapevo! Che ti avevo detto sul mio presentimento? Chissà, magari sono una veggente e prevedo il futuro!» Gioisce Meg, tutta compiaciuta iniziando la sua happy dance.
«Okay Phoebe Halliwell, non ti agitare troppo» dico divertita facendomi trasportare dal suo entusiasmo, unendomi a quello strambo balletto. Peccato che, prese dall'euforia, non ci accorgiamo di essere uscite dal nostro nascondiglio e Evy non ci mette molto a notarci.
«Si può sapere cosa state facendo?! Dove vi eravate cacciate?» Di colpo ci blocchiamo e la guardiamo, colpevoli.
«Ehm… noi eravamo… sì insomma, stavamo, mmh…» Ecco che cominciamo a balbettare. Non ci metterà molto a scoprire che c'entriamo noi in tutta questa storia.
Evy affina lo sguardo e poi rivolge uno sguardo laddove pochi attimi fa c’era la figura di Eugene. «Siete state voi, ammettetelo!»
«N-noi a fare cosa?»
«Lo sapete benissimo!» Si mette le mani sui fianchi, con uno sguardo da gufo stampato in faccia.
«Ci dispiace!» Non possiamo fare altro che confessare, ormai siamo state scoperte. Accetteremo la nostra punizione. «Eugene è stracotto di te e ha chiesto il nostro aiuto per riuscire a fare colpo, nulla di subdolo te lo possiamo giurare!» Mi affretto a dire.
Lo sguardo penetrante continua a sostare sul suo volto e la cosa ci terrorizza a morte. Fortunatamente poi, i tratti del viso si distendono e sostituisce il broncio con un largo sorriso. «Va bene, siete perdonate. Ma se fate ancora qualcosa alle mie spalle, userò anche parti di voi per fare lavoretti a mano.»
«Giusto, sì. Ha perfettamente senso.» Dico assecondandola. Vedendo la mia faccia che cerca di nascondere un velo di terrore, scoppia a ridere e dopo un momento di incertezza, la seguiamo a ruota.
«Siete proprio fuori di testa voi due!» Afferma Evy, divertita.
«Certo, perché tu sei molto normale vero?» Risponde Meg, asciugandosi le lacrime dal troppo ridere. «Si può sapere perché hai schiaffeggiato Eugene?»
«Presto detto» Alza il viso, fiera di se stessa «bisogna stabilire i ruoli dall’inizio, se no poi le persone se ne approfittano! E poi fino ad oggi, credevo che Eugene fosse interessato a te Claire, invece devo dire che… mi ha sorpresa molto. Forse è per questo che ho accettato.»
È strano vedere Evy così confusa. Lei è sempre così sicura su tutto, è come se ci fosse una nuova Evy qui davanti a me.
Ora che ci penso… ultimamente, ogni volta che ci trovavamo in compagnia di Eugene, Evy si comportava in modo insolito. Forse anche lei ha cominciato a provare affetto per lui? Sarà forse questa la vera ragione per cui ha accettato? Non ne sono sicura, ma non oso chiederglielo adesso! Piuttosto dovrei ringraziarla per qualcos’altro…
«A proposito di ragazzi… ho visto cos’hai fatto a Declan»
«Mi dispiace Claire, ma non sono riuscita proprio a trattenermi e…»
«No, non devi giustificarti.» La interrompo. «Anzi, ti ringrazio per avermi difesa» So che odia gli abbracci, quindi mi limito a metterle una mano sulla spalla e lei ricambia il mio gesto con un sorriso.
«Lo sai che farei questo e altro.»
«Lo so.»
Avere delle amiche come Meg e Evy, mi ricorda quanto, nella mia sfortuna, sia molto fortunata.ANGOLO AUTRICE:
Hola! Come state? (◕ᴗ◕✿)
Che ne pensate di questo nuovo capitolo? Vi aspettavate che Evy accettasse? ಡ ͜ ʖ ಡ Eugene questa volta ha rischiato davvero grosso! XD e di Declan che mi dite? Vi dispiace per lui o parteggiate per Claire? ┐( ̄ヘ ̄)┌
Fatemi sapere ;)
Alla prossima (◍•ᴗ•◍)
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Unlucky?
RomanceClaire ha sedici anni, vive a Spinning Crazy , un piccolo paesino dove tutti si conoscono e si fanno gli affari degli altri. Frequenta la scuola insieme alle sue due migliori amiche, Meg ed Evy, e insieme ne combinano di tutti i colori per riuscire...