Un giorno capiremo il perché di certi avvenimenti. Perché il professore ti legge negli occhi quando non hai studiato e invece di essere comprensivo, ti interroga lo stesso. Perché quando esci di casa senza ombrello dicendo: “ci sono due nuvole innocue, di sicuro non pioverà”, sistematicamente si mette a piovere, e non due gocce, ma un vero e proprio diluvio che ti fa pensare che da un momento all’altro ti spunti davanti Noè con l’arca al quale magari potete spillare un passaggio. Perché la palla di gelato, del gusto che volete tenervi per ultimo perché più buono dell'altro, si sfracelli sempre sul marciapiede e sul vestito pulito, quando inclinate leggermente il cono. Perché se fate gli stessi movimenti, da una parte il mascara si mette una meraviglia con ciglia effetto 3D, total black, vamp, panoramico, wow! e firulì firulà, dall’altra parte invece sembra che vi siate appiccicate all’occhio un millepiedi morto.
“Se qualcosa può andare male, andrà male”, così recita la legge di Murphy, il che mi fa pensare al quesito più importante: Perché se arrivi in stazione in anticipo, il treno è in ritardo di un’ora e se arrivi cinque minuti in ritardo, il treno è già lì con le porte in procinto di chiudersi?
Un giorno avrò la risposta, sì. Ma quel giorno non sarà oggi.
«Forza Meg! Eugene! Correte più veloce!» Grido affannata, mentre faccio slalom tra i pendolari, correndo a più non posso.
«Ti sono dietro Claire, ti sono dietro!» Sento la voce ansante di Meg a metri di distanza.
La mia resistenza nella corsa è pari a zero, ma la sua non si può proprio commentare… Su Eugene stendiamo un velo pietoso. L’ultima volta che mi sono girata a guardare, l’ho visto accasciato su uno dei cestini dell’immondizia per cercare di riprendere fiato, non sono sicura se sia ancora vivo o se sia stato portato via col resto dei rifiuti, me ne accerterò più tardi, se mai sopravviverò.
Sono ad un passo dal vagone dove al suo interno vedo un giovane controllore che, godendosi tutta la scena, fa un sorrisetto beffardo come a dire: “non ce la farai mai, povera sfigata”, dietro a delle porte quasi chiuse. Mentalmente lo mando a quel paese e riduco gli occhi a due fessure, fulminandolo come solo io so fare e poi, sorprendendo me stessa oltre che le persone che mi circondano, incluso il controllore, faccio un salto e mi lancio in avanti con la consapevolezza di aver fatto una cazzata nel momento stesso in cui ho deciso di staccare entrambi i piedi dal suolo, ma ormai sono per aria e non posso più tornare indietro.
Nel mio immaginario sarei riuscita ad entrare nel vagone con una capriola, atterrando in posizione di sparo e pronta a ricevere i dovuti applausi per la brillante performance dagli astanti sbalorditi e senza parole. Nella realtà invece, i presenti sono sì, senza parole, ma non per le ragioni sperate. Il mio momento di gloria è finito a meretrici nel momento in cui le porte hanno deciso di chiudersi, con la sottoscritta nel mezzo, bloccando quello che poteva essere il miglior volo ad angelo mai visto nella storia dei voli ad angelo.
Perfetto. Il mio deretano non è riuscito a prendere il treno e per punizione dovrà rimanere in bella vista dall’altra parte, deriso e umiliato come non mai.
Omino sta cercando di strapparsi gli occhi dal cranio per non dover assistere un secondo di più a questa scena oltremodo imbarazzante intanto che mi dimeno come un gatto finito in una vasca piena d’acqua, per cercare di far riaprire le porte e ritrovare la libertà.
«Biglietto» Dice una voce autoritaria ma allo stesso tempo canzonatoria. Smetto di dimenarmi e il mio sguardo va a finire sulle scarpe nere, accuratamente allacciate, della persona che mi si è palesata davanti. Alzo gli occhi che vanno ad incontrarsi con quelli blu, nascosti dietro degli occhiali da vista, del controllore che invece di aiutarmi, molto insolentemente, si prende gioco di me. Dov’è finita la cavalleria?
«Forse non te ne sei accorto, nascosto come sei da tutta questa spropositata arroganza» Cerco, con scarsi risultati, di mantenere un minimo di autocontrollo per non avventarmi sul suo collo e strangolarlo «ma sono una fottutissima D. I. D!» Dico alzando la voce, riprendendo ad agitarmi per fare riaprire le porte.
«Sei cosa?» Mi guarda confuso, preso in contropiede.
«Una donzella in difficoltà, razza di idiota! Ma non li guardi i film Disney?» Lo osservo, per quanto mi permetta la mia posizione, dall’alto in basso «Sappi che… non porterai mai onore alla tua famiglia!» Dico teatralmente offesa dalla sua ignoranza in materia.
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Unlucky?
RomansClaire ha sedici anni, vive a Spinning Crazy , un piccolo paesino dove tutti si conoscono e si fanno gli affari degli altri. Frequenta la scuola insieme alle sue due migliori amiche, Meg ed Evy, e insieme ne combinano di tutti i colori per riuscire...