Sono passate tre settimane dalla nostra prima lezione insieme e da quel giorno, io e Declan ci siamo visti molto spesso. Siamo diventati ottimi amici, passiamo insieme quasi tutti i giorni a casa mia dopo la scuola, per studiare ma soprattutto per parlare e guardare serie tv insieme, dato che anche lui ne è appassionato.
Ormai in casa lo trattano tutti come uno di famiglia e la cosa gli ha fatto molto piacere, anche se quando me lo ha confessato, aveva quell’espressione triste e pensierosa che ogni tanto compare sul suo volto. Gli ho chiesto spesso se ci fosse qualcosa che non andasse, che lo preoccupasse, ma lui, tutte le volte, mi assicurava che era tutto a posto e mi sorrideva per farmi stare più tranquilla, e io non ho potuto fare altro che credere alle sue parole. Ormai mi sono abituata alla sua presenza tanto che riesco ad essere più naturale e col cuore che non freme per esplodere fuori dal petto ogni volta che mi si avvicina o quando mi racconta qualcosa.
Se per caso ho una brutta giornata o mi vede triste, si preoccupa e cerca di tirarmi su il morale. Anche quando tutti a scuola mi prendevano in giro per quella storia della foto che aveva fatto circolare Kristal, lui mi è stato vicino e mi ha confortata, e vedendo che alla fine non me la sono presa più di tanto per le frecciatine che mi lanciavano, tutti hanno smesso di deridermi, concentrandosi sui nuovi scoop del momento. Sembrerebbe che nel mirino questa settimana ci sia Albert, il bidello, che a quanto pare è stato visto in compagnia di una bella donna, alta e distinta, fuori da un locale per over sessanta. Si è aperto un giro di scommesse su chi possa essere la signora in questione dato che, con gli occhiali e un enorme cappello, non è stata identificata.
Comunque oggi è uno di quei giorni in cui ho il morale sotto i piedi e mi farei consolare volentieri da Declan se solo non fosse lui il problema. È da tre giorni che non lo vedo e non lo sento. Ho provato a mandargli messaggi e a telefonargli ma non risponde in nessun caso. Volevo anche intercettarlo nei corridoi della scuola ma sembrava che appena mi vedeva, cambiava subito direzione. Non capisco questo suo comportamento, si era creato un bel rapporto tra noi due, perché adesso sembra che voglia evitarmi? Che per caso c’entri Kristal? Li ho visti un paio di volte mentre parlavano, appartati. Forse… forse hanno intenzione di rimettersi insieme e io per lui sarei solo d’intralcio. Ne ho parlato anche con Meg e Evy ma non hanno risposto quando ho posto loro il quesito, ciò significa che anche loro hanno i miei stessi dubbi.
«Ehi, Claire» Mi richiama all’attenzione Evy, poggiandomi una mano sulla spalla. Chiudo l’armadietto e mi volto, notando anche la presenza di Meg e abbozzo un sorriso.
«Ancora nessuna notizia da parte di Declan?» chiede Meg apprensiva. Scuoto la testa e mi appoggio con le spalle all'armadietto.
«Quel Declan è un vero idiota! Sai che ti dico? Lascialo perdere!» Dice Evelyn fuori di sé e a queste sue parole, mi vengono i lucciconi agli occhi e abbasso lo sguardo.
«Evy!» La riprende Meg. «Dovremmo consolarla e non buttarla più giù di quanto già non sia!»
«È quello che sto facendo infatti! Non è giusto che stia in questo modo per colpa di uno stupido pallone gonfiato che, annoiato, ha deciso di passare del tempo con lei per poi gettarla via come fa mia zia con le mutande bucate di zio Larry! E per cosa poi? Per ributtarsi tra le braccia di quella iena!» Urla adirata.
«Quello che voglio dire è che magari le cose non sono come sembrano. Bisogna dare a tutti il beneficio del dubbio.» afferma Meg, convinta.
«So io dove quell’individuo se lo può ficcare il beneficio del dubbio, su per il…»
«Evy!» Meg la blocca prima di farle dire qualcosa di volgare.
«Va bene ragazze, ora calmatevi.» Cerco di placarle alzando le braccia, facendo così cadere i libri che avevo sotto il braccio. Mi chino per raccoglierli e mi incammino verso l’uscita della scuola, seguita dalle mie due amiche.
«D’accordo, forse ho esagerato nell’esprimermi… ma il succo rimane lo stesso.» dice Evy, questa volta con tono più pacato. «Secondo me devi concentrarti su qualcun altro, non credo che Declan sia il ragazzo giusto per te. Siete diventati amici, certo, ma ormai è da più di un mese che la situazione rimane invariata e non è giusto che ti fai del male per un ragazzo che evidentemente non prova gli stessi tuoi sentimenti. Io ti voglio bene e non sopporto di vederti in questo stato.»
Le parole di Evy mi feriscono ma mi mettono di fronte ad una probabile verità. Credevo di poter far provare a Declan ciò che io provo per lui, ma non posso certo costringerlo. Lui e Kristal hanno avuto una storia ed è possibile che si sia riscoperto a provare dei sentimenti per lei e che vogliano darsi un’altra chance. Forse dovrei dichiararmi sconfitta, non c’è battaglia contro Kristal...
Claire, non devi pensarla in questo modo.
Non ora Omino, sai che è così…
«Pensaci bene Claire, non prendere decisioni affrettate o di cui poi potresti pentirti.» Mi consiglia Meg, circondandomi le spalle col braccio. «E anche io ti voglio bene, non dimenticarlo!» Mette su un finto broncio che mi fa sorridere.
«Grazie ragazze.» Rispondo mentre spingo il manico antipanico della porta a vetri, per uscire fuori all’aria aperta. «Io… ci penserò.»
«Claire! Aspetta!» Sento chiamare il mio nome e mi volto vedendo Eugene, a metà del corridoio, correre e sbracciarsi per attirare la mia attenzione.
Questo ragazzo sta diventando un tormento. Una mattina è riuscito a beccarmi a scuola per parlarmi di quella famosa “cosa urgente”, e si è scoperto che voleva solo parlarmi di quel nostro contatto labbra (non ho più intenzione di definirlo bacio), alla festa di Trevor. L’ingenuo qua presente, ha pensato bene di credere alle fandonie di Kristal e pensava che mi fossi buttata addosso a lui di proposito. Gli ho dovuto spiegare, lentamente in modo che capisse, che il tutto era stato solo un dannatissimo equivoco e che non volevo, nella maniera più assoluta, baciarlo. Ma pensate che così facendo sia riuscita a levarmelo dai piedi una volta per tutte? Ovviamente no, anzi, mi sta più appiccicato di prima! Non si è più permesso di venire a casa mia (il fatto di dover uscire di nascosto credo l’abbia traumatizzato), ma ogni volta che mi ritrovo per parlare con le mie amiche, eccolo che mi sbuca all’improvviso con le richieste più assurde, standomi appiccicato peggio di una cicca tra i capelli. «Claire, scusa il disturbo.» Dice affannato non appena ci raggiunge fuori. Ho avuto talmente tanti tic all’occhio destro da quando conosco Eugene, che mi sorprende non venga fuori dall’orbita oculare per andarsene altrove, stufo di questi continui tremolii.
«Eugene cosa c’è?» Chiedo velatamente scocciata.
«Ecco, volevo chiederti se…» Comincia a dire con ancora un po’ di fiatone quando volge lo sguardo su Meg e Evy e si blocca. «…Meg. E-Evy.» Abbassa il capo in un saluto cordiale e imbarazzato. Santo cielo! Ma che siamo, nell’ottocento?! Ogni volta fa così, io proprio non riesco a capirlo. Mi fa venire il dubbio di essere una ritardata mentale. No… Qui l’unico che ha dei problemi è lui!
«Eugene!» Lo riporto all’attenzione.
«Sì, scusami. Ehm… potresti prestarmi gli appunti di… di matematica?» Rimango un attimo ammutolita, poi non posso far altro che farmi sfuggire una risata.
«Mi prendi in giro?» Chiedo scettica al che Eugene comincia ad agitarsi e a sudare. «Lo sa tutto il mondo che faccio schifo in matematica e quei pochi appunti che riesco a prendere faccio io stessa fatica a capirli.» Alzo gli occhi al cielo e subito mi sorge spontanea una domanda. «Perché vorresti i miei… chiamiamoli appunti, quando sei praticamente il migliore della classe?»
«E-ecco io… io sono stato poco attento nelle ultime lezioni e… beh, ecco, ho pensato che avresti potuto aiutarmi…» Balbetta, sempre più nervoso. Il ragazzo non la conta giusta, ma sorvolerò dato che non ho tempo di pensare anche ai problemi degli altri.
«Senti, con i miei appunti ci si possono solo fare aeroplanini di carta e…»
«Io sono bravissima a fare le barchette!» Mi interrompe Meg con la sua uscita decisamente fuori luogo, al che io e Evy ci voltiamo a guardarla. «Scusate.» Dice imbarazzata, facendo un passetto indietro.
«Io so fare gli origami, se mai potesse servire.» Ci si mette anche Eugene così Meg rientra in scena e con mani giunte e occhi pieni di ammirazione dice: «Ma davvero???»
«Sicuro. Se vuoi posso…»
«Ragazzi!» Sento la calma affievolirsi sempre di più. «Vi spiace? Stavo cercando di esprimere un concetto, possiamo lasciare da parte origami e palle varie?» Sbotto e, colpevoli, i due si ricompongono, scusandosi.
«Allora, in sintesi, i miei appunti fanno schifo. Sono sicura però, che Evy sarebbe felicissima di prestarti i suoi, non è vero Evy?» le chiedo guardandola implorante al che avviene una piccola battaglia di sguardi e i pensieri che rimbalzano tra di noi sono più o meno questi:
“Perché diavolo mi hai messa in mezzo?!”
“Ti prego, levamelo di torno.”
“Non ho nessuna intenzione di darglieli, ti attacchi… e si attacca!”
“Ti prego, levamelo di torno.”
“Traditrice, come hai potuto?”
“Ti prego, levamelo di torno.”
Ci guardiamo per ancora un secondo nel quale faccio un accenno di sguardo da cucciolo, così alla fine non può fare altro che arrendersi.
«E va bene!» Prorompe tirando fuori il quaderno dallo zaino, andando verso Eugene e fermandosi a un palmo dal suo naso. «Se non me lo riporti così come te l’ho dato, integro e perfetto, la pagherai amaramente. Sono stata abbastanza chiara?» Lo minaccia intimandogli paura con occhi truci. La ragazza è un tantino troppo attaccata alle sue cose, infatti non presta mai nulla a nessuno. Una volta mi sono dimenticata di restituirle la gomma per cancellare e, convinta fosse mia, ci avevo fatto dei disegnini e l’avevo bucherellata con la matita… non mi ha parlato per due giorni interi.
Vedo Eugene tutto rosso in faccia e col respiro corto, che annuisce tremante deglutendo pesantemente e una volta che Evy gli molla il quaderno sul torace con non poca delicatezza, gira i tacchi e corre via incespicando. Non ho mai visto Eugene arrossire a quel modo. Poveretto, Evy forse ha un po’ esagerato. Certo, niente a confronto di quella volta alla festa di Trevor, in cui era sparita e dove si è poi scoperto che lo stesso Trevor, l’aveva portata in camera sua per provarci con lei e si era beccato un bel cazzotto in pieno viso. La mattina dopo quell’idiota aveva ancora il naso sanguinante. Ecco cosa accade a farla arrabbiare sul serio. Evy mi becca mentre la fisso e riduce gli occhi a due fessure.
«Che c’è? Lo sai quanto ci tengo alle mie cose. Sappi che mi devi un enorme favore!» Si lamenta.
Alzo per l'ennesima volta gli occhi al cielo e poi tutte e tre ci incamminiamo per andare ognuna a casa propria.
«Ragazze vi ricordate di venire a casa mia per il ringraziamento, vero?» Chiedo davanti alla strada che porta alla casa di Evy.
«Mi dispiace Claire, ma quest’anno passo. I miei mi hanno incastrata per una gita al lago con tutto il parentame» Mi risponde Evy, sbuffando scherzosamente.
«Che peccato» rispondo dispiaciuta. «L’anno scorso ci siamo divertite tanto assieme… e io non sono dovuta rimanere da sola con la mia famiglia, con i miei che ogni volta stanno ore e ore a sbaciucchiarsi, Josh che mi lancia il cibo addosso o nonna che mi ingozza come una porchetta… con la porchetta!» Dico ironicamente, ripensando agli anni passati.
«Lo so, ma questa volta dovrete fare a meno della sottoscritta o mi dovrò sorbire le prediche di mia madre su quanto io sia sempre poco presente alle rimpatriate della famiglia o sulla mia asocialità.» Dice infastidita al pensiero di dovere ascoltare le lamentele dei suoi genitori. «Ragazze, vi lascio. Ho un sacco di cose da studiare e faccende da sbrigare, ci vediamo domani a scuola.» Ci saluta, avviandosi su per la salita.
Mi volto verso Meg. «Tu non mi abbandonerai, vero?»
«Certo che no!» Risponde entusiasta prendendomi a braccetto e continuando a camminare. «Ho già avvisato mia madre che passerò il ringraziamento da te, così potranno fare come l’anno scorso un piccolo viaggetto solini soletti, senza la loro splendida figlioletta.» Si butta indietro i capelli come fosse una diva, con fare ironico, e io le do una piccola spinta scherzosa.
«Che scema.»
«Uh! Quasi dimenticavo.» Si spiattella una mano sulla fronte. «Non è un problema se rimango a dormire da te, vero?»
«Scherzi? Affatto, anzi, è fantastico! Ci divertiremo un sacco!» Esultiamo entrambe saltellando in mezzo alla strada. «E poi ieri mio fratello mi ha chiamata dall’università e mi ha detto che ci sarà anche lui, non è meraviglioso?» Dico piena di entusiasmo. È da un sacco che non vedo Kyle e mi manca terribilmente, sono felice che quest’anno abbia deciso di passare con noi le festività. Starà tre giorni per il ringraziamento e poi tornerà per natale e capodanno, non vedo l’ora di riabbracciarlo!
«Ci… ci sarà anche Kyle?» Meg smette di trotterellare all’improvviso.
«Sì, non sei felice? Ti è sempre stato simpatico se non sbaglio…»
«Sicuro. Senti, ehm… mi sono ricordata adesso che devo fare una commissione per mia madre. Ci vediamo domani!» Mi saluta frettolosamente correndo verso casa sua, senza neanche darmi il tempo di rispondere.
Rimango per qualche secondo ferma sul posto, interdetta, mentre la vedo attraversare la strada così velocemente, che quasi non viene investita da una macchina.
Ma che le è preso?ANGOLO AUTRICE:
Hola a todos! :D Alurs, abbiamo scoperto cosa volesse dire Eugene a Claire e cos'è successo alla festa di Trevor quando Evelyn è scomparsa all'improvviso. Ma adesso ci sono altre domande da porsi: Perché Declan si sta comportando così? E a Meg che le è preso?? Bah, vai a capirli... XD
Cooooomunque, fatemi sapere cosa ne pensate ;)
A presto! :D
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Unlucky?
RomanceClaire ha sedici anni, vive a Spinning Crazy , un piccolo paesino dove tutti si conoscono e si fanno gli affari degli altri. Frequenta la scuola insieme alle sue due migliori amiche, Meg ed Evy, e insieme ne combinano di tutti i colori per riuscire...