Un mare di bugie

12 5 10
                                    

«Claire! C’è Meg» Mi grida mamma dal piano di sotto mentre sono immersa nella lettura di Maid sama, un manga che parla di una tosta e grintosa ragazza che ogni giorno si destreggia tra i vari impegni quali fare la presidentessa del consiglio scolastico, dove deve continuamente mettere in riga tutti gli studenti maschi della scuola, e il suo lavoro segreto di cameriera in un maid cafè. Se qualche studente dovesse scoprirla per lei sarebbero guai seri! L'unico che conosce il suo segreto è il favoloso Usui, ragazzo carismatico, interessato a lei che non è una ragazza come tutte le altre e nonostante lei sappia cavarsela, lui è sempre pronto a proteggerla.
Che dolce! Queste protagoniste sono sempre super fortunate. Anche io voglio un ragazzo così, pronto a fare qualsiasi cosa per la sua amata, anche buttarsi giù dalla terrazza della scuola per recuperare una foto che avrebbe potuto rivelare a tutti il suo segreto… Beh, forse questo è un tantinello eccessivo, ma ci siamo capiti, no?
Declan era così, sempre pronto ad aiutarmi, gentile e premuroso. Mi ritorna in mente quella volta che...

Scusa, cosa stai facendo?

Cosa? Perché me lo chiedi?

Lo sai benissimo dolcezza! Ti sei distratta un’altra volta e l'innominato è tornato ad invadere questa oasi pacifica!

Maledizione! Hai proprio ragione, ora mi riprendo!

Ecco, brava. Non farmi lavorare più di quanto non faccia già.

Non lo faccio apposta! È colpa di queste cose romantiche che leggo…

E allora leggiti un horror, un giallo!

Ci sto seriamente pensando.

Chissà come mai Meg è piombata qui all’improvviso, sarà forse successo qualcosa?
Zompetto giù dalle scale e la trovo ancora davanti alla porta d’ingresso, intenta ad arrotolarsi nervosamente una ciocca di capelli intorno al dito.
«Che ci fai lì? Vieni dentro»
«Sì, certo, eccomi!» Sobbalza, come se si fosse appena risvegliata da uno stato di trance.
«Che succede?»
«Ecco, io… devo assolutamente parlarti di una cosa! Non ce la faccio più a tenermi questo segreto.»
«Vaaa-bene.» Dico un po’ perplessa.
Le faccio strada verso il salotto, così possiamo parlare in tutta tranquillità senza orecchie indiscrete ad ascoltare. Due persone a caso ad esempio, che intravedo nella cucina, già con le orecchie tese. Mamma e nonna dovrebbero trovarsi un hobby che non sia origliare le conversazioni altrui.
«No!» Urla Meg all’improvviso, facendomi arrivare il cuore in gola per lo spavento.
Portandomi una mano al petto, mi giro per lanciarle un’occhiataccia che ricambia con uno sguardo di scuse. «Ehm… forse è meglio parlare in camera tua» Giustifica questa sua stranezza guardando oltre le mie spalle. Mi volto per capire dove stia il problema e noto Kyle sul divano con un libro in mano e le cuffie nelle orecchie. Non appena si accorge di noi, balza subito in piedi levandosi in tutta fretta le cuffiette, sistemandosi alla bene e meglio.
«Ehi!»
«Oh, ciao fratellone. Pensavo fossi uscito…»
«Infatti! So-sono tornato da poco… ciao Maggie» Mi spiega, concludendo poi arrossendo lievemente. Ma che gli prende? Non si è mai comportato così, da quand’è che arrossisce? Nell’ultimo periodo ho notato che lo fa spesso e per notarlo io che lo vedo di rado, vuol dire che c’è davvero qualcosa che è cambiato in lui. Forse sono i sentimenti per la sua ragazza, quella del parco, che lo stanno rendendo diverso. Non saprei come altro giustificare queste sue stranezze.
L'amore ci rammollisce un po’ tutti a quanto pare, però devo ammettere che è buffo e tenero nelle vesti di innamorato. Nonostante le sue stranezze, sono contenta che abbia deciso di rimanere ancora un po’ qui a casa. Dopo la questione dell’ospedale, pensavo sarebbe tornato subito all’università e invece ha sorpreso tutti dicendo che aveva dei giorni di vacanza e che li avrebbe passati qui con noi. Peccato che la maggior parte del tempo la passi fuori casa senza dirci nulla. Vai a capirlo!
Non faccio in tempo a voltarmi verso Meg, che subito abbassa lo sguardo come per nascondere qualcosa, diventando dello stesso colore dei suoi capelli. La osservo ancora per qualche secondo, domandandomi se sia il caso di chiedere spiegazioni ma decido di sorvolare e spingerla verso le scale per andare in camera mia a parlare.
«Allora? Cos’è tutto questo mistero?» Chiedo una volta arrivate in camera, buttandomi sul letto pronta all'ascolto.
Meg, dopo un attimo di esitazione, si siede sul bordo del letto e comincia ad arrotolarsi nervosamente una ciocca di capelli, trovando molto interessante la fantasia floreale del mio copriletto dato che continua a fissarlo e farci disegnini con le dita della mano libera. Mi schiarisco la voce per attirare la sua attenzione e dopo un lunghissimo sospiro, punta i suoi begli occhioni verdi su di me.
«Mi prometti di non arrabbiarti?» Mi supplica speranzosa.
Questa premessa non assicura nulla di buono. Se già mi dici di non arrabbiarmi vuol dire che hai fatto qualcosa che presumi mi possa fare arrabbiare, no? E se sai già che potrei arrabbiarmi, perché l’hai fatta lo stesso? Glisso questi profondi ragionamenti con me stessa e mi limito ad affinare un po’ lo sguardo.
«Che hai combinato?»
«In realtà nulla di male, anzi, dovrebbe essere una cosa bella… sicuramente è una cosa bella, forse la più bella che mi sia capitata nella vita. Però ciò che è positivo per me, potrebbe risultare negativo per te, ma spero davvero che non la prenderai male perché per me è importante e non potrei rinunciarvi. Però è importante anche la tua amicizia e se tu la prendessi male e mi chiedessi di rinunciarci, ci rimarrei male a mia volta e rovineremmo così un’amicizia che dura da anni e non potrei sopportarlo perché se dovessi perderti per le scelte che ho fatto per la mia felicità, non potrei mai perdonare il mio egoismo e poi sai come sono, no? Attacchi di panico a go go e continui conflitti interiori che mi porteranno alla pazzia e dovranno internarmi in una clinica psichiatrica dove ci saranno persone che ogni giorno giocheranno col mio cervello e tu lo sai che non sono brava a reggere la tensione, esploderei dopo neanche due giorni e…»
«Meg!» Grido all’improvviso, interrompendo questo suo infinito monologo confuso. «Adesso calmati, okay?» La rassicuro poggiandole le mani sulle spalle e annuisce riprendendo a respirare.
Santo cielo! Mi stava tirando scema. Quando fa così, mi viene difficile starle dietro e seguire i suoi discorsi strampalati.
«Va bene, ora te lo dico» Altro sospiro e mani giunte appoggiate al petto. Forse entro sera ce la facciamo. «Sono… sono innamorata di tuo fratello!» dice tutto d’un fiato. «Ti prego, ti prego, non arrabbiarti!» Si accovaccia, continuando a fare su e giù come un servo devoto.
Rimango ammutolita per qualche secondo, nei quali cerco di elaborare quel che le mie orecchie hanno appena sentito e non appena la consapevolezza raggiunge la mia mente, scoppio in una fragorosa risata che lascia Meg di stucco.
«Questa era bella, devo ammetterlo! Ci stavo quasi cascando, ma come ti vengono in mente certe cose?» Le chiedo non riuscendo a smettere di ridere, battendo il pugno sul materasso e piegandomi letteralmente in due.
«Claire, sono seria!» Mi riprende un po’ offesa, ma la sua faccia imbronciata non fa altro che alimentare le mie risate. Solo dopo cinque minuti buoni, vedendo il suo sguardo serio e deciso, le mie risate vanno scemando.
«Non… non è uno scherzo?» Chiedo scettica.
«So che è una cosa inaspettata ma è successo e… siamo davvero innamorati.» Sorride, con gli occhi lucidi per l’emozione.
Reprimo un conato di vomito e riprendendomi da questa scioccante notizia, cerco le parole esatte per non offenderla e farla ragionare.
«Meg, ascoltami, so che forse non sono la persona migliore per dare consigli d’amore, ma ti prego, pensaci bene, non può piacerti proprio lui! Ci sono un sacco di ragazzi di gran lunga migliori di lui.» Rifletto sulla frase appena detta e scuoto lievemente la testa. «Insomma, fuori da questa città, sicuramente ci sarà qualcuno che merita di stare con una persona bella, dolce e amichevole come te. Devi solo avere pazienza e attenderla.»
«Ma che dici, Claire? È proprio lui quella persona. Mi ci sono voluti anni per capirlo ma alla fine ci sono arrivata.» Non sono sicura di riuscire a far trasparire tutto il mio disgusto per la faccenda ma a quanto pare non sono molto brava in questo dato che Meg non afferra. «Lo so cosa stai pensando» Toh, forse ci è arrivata… «Pensi che l’età sia un problema, ma ti giuro che non è così.» Mi rassicura, continuando a non capire che l’età è l’ultimo dei problemi in questo momento!
La guardo sempre più perplessa. Evidentemente deve avere battuto la testa e ora vede la realtà un po’ distorta, ma la farò rinsavire. La salverò da questo pseudo sentimento che pensa di provare per mio fratello!
«Okay, Meg. Ti ricordi i tempi in cui imitavamo Josh facendo finta di essere delle scimmie che si mettevano continuamente le dita nel naso e facevano versi incomprensibili?»
«Sì, disgustoso.» Guarda in su, riportando alla mente il ricordo e facendole provare il mio stesso ribrezzo di poco fa. «Ma non capisco, cosa c’entra adesso?»
«C’entra eccome dato che è evidente che hai rimosso la lista infinita dei suoi difetti!»
«Ma non l’ho rimossa!»
«Meg, capisco che quando si è innamorati, queste cose passano in secondo piano ma questo è davvero troppo, non credo di poter sopportare di vedervi girare per casa mentre fate i piccioncini e vi… baciate!» Faccio una smorfia al solo pensiero.
«Speravo che saresti stata felice per me…» Ammette un po’ delusa.
«Sei la mia migliore amica Meg, ma neanche in un universo parallelo potrei accettare di vederti insieme a Josh!» Le rispondo dispiaciuta dal fatto che pensi che non sarei felice di vederla innamorata di un bravo ragazzo che la meriti. Ma Josh non rispecchia per niente quel tipo di ragazzo.
«Bleah! Ma che schifo, Claire!»
«E adesso che ti prende?!»
«Mio Dio, non mi toglierò mai più questa immagine dalla mente!» Scuote la testa cercando di cacciare via qualcosa. Forse è rinsavita? «Non sono innamorata di Josh! Ma come ti è saltato in mente di pensare una cosa del genere?» Grida stizzita.
«Come? Ma sei stata tu a dirmelo!»
«Assolutamente no! Io ti ho detto di essere innamorata di tuo fratello!»
«E perché te la prendi tanto allora?» Le chiedo irritata, ma subito dopo aver formulato la domanda, veloce come un fulmine vengo illuminata dalla consapevolezza che Josh non è l’unico fratello che ho e un dolore alla bocca dello stomaco non tarda ad arrivare. «Tu e… Kyle…» Se è possibile sono ancora più scioccata di prima.
Come se avessi fatto cadere un cassetto nella mia memoria, ricordi di eventi passati a cui avevo dato poco peso, si liberano vorticando nella mia mente: Kyle che non voleva dirmi il nome della sua ragazza. Meg che arrossiva ogni volta che nominavo Kyle e che si intimidiva in sua presenza. La volta che ho beccato Meg al ristorante con sua madre, dove sua madre non era sua madre ma Kyle a quanto pare. Meg che sparisce di notte quando è venuta a dormire a casa mia il giorno del ringraziamento. E sempre quel giorno, loro due sotto il tavolo che confabulavano. Lui che l’ha chiamata “piccola”, dandomi quasi della pazza quando ho fatto notare la cosa. Per non parlare poi delle sparizioni improvvise di entrambi!
O mio Dio… è tutto vero!
Spalanco contemporaneamente occhi e bocca e rimango lì a fissarla per un tempo infinito nel quale si premura di chiedermi se stia bene o se debba chiamare qualcuno a soccorrermi. Vedendo che non reagisco, mi prende per le spalle, scuotendomi con non poca delicatezza.
«Claire, così mi spaventi! Di’ qualcosa per favore» Dice nel panico e faccio uno sforzo sovrumano per battere le palpebre e svegliarmi dal mio stato catatonico.
«Co-come? Quando?»
«Beh…» Subito arrossisce, dimenticandosi dello shock che mi ha provocato e tenendosi il viso tra le mani «Ti ricordi l’estate scorsa, quando Kyle ci ha invitate a una delle feste dell’università ma tu quel giorno ti sei ammalata e non sei venuta?»
«Se non sbaglio mi avevi detto che non ci saresti andata neanche tu!» Puntualizzo, ormai del tutto ripresami.
«Lo so, ma qualcosa dentro di me mi diceva che ci sarei dovuta andare lo stesso. Sesto senso, destino, non so… sta di fatto che sono uscita di nascosto e mi sono ritrovata lì, mi sentivo un pesce fuor d’acqua in mezzo a tutti quei ragazzi più grandi ma poi lui è arrivato, mi ha portato un drink e ci siamo messi a parlare per tutta la sera. Non mi ha lasciata sola neanche un attimo, nonostante i suoi amici e le altre ragazze lo chiamassero per andare a divertirsi e… non so cosa mi sia successo, ma in quel momento ho cominciato a vederlo sotto altri occhi e non solo come tuo fratello maggiore. Per lui è stato lo stesso, all’improvviso non ero più solo la migliore amica della sua sorellina e me lo ha dimostrato riaccompagnandomi a casa e… ecco, baciandomi.» Conclude, diventando ancor più rossa.
Improvvisamente mi ricordo di quando ci siamo messe a pedinare Kyle e mi sorge spontanea una domanda: «Chi era la ragazza che abbiamo visto al parco?»
«Oh, lei era solo un’amica che ha acconsentito ad aiutarci… scusaci non volevamo prenderti in giro, solo che ti eri fissata con quella storia e così…» Lascia in sospeso la frase, abbassando il capo.
Non so davvero come reagire. Come ha potuto tenermi segreta una cosa del genere? Sono la sua migliore amica e mi ha tenuta all’oscuro di tutto. E Kyle? Mio fratello non si è sentito in dovere di dirmi che si è innamorato di una delle mie più care amiche?
Come lo avessi chiamato, vedo Kyle davanti alla porta di camera sua, sta per entrare ma una forza superiore (i miei occhi furiosi), lo fa voltare facendogli incontrare il mio sguardo. Passa un paio di volte dal mio a quello di Meg, che probabilmente gli lancia un tacito segnale e so, che lui sa, che io so, nel momento in cui fa dietrofront scendendo le scale in tutta fretta.
«Kyle!» Scatto in piedi e parto all’inseguimento continuando a urlare improperi, con Meg che tenta di fermarmi, senza successo.
Sento la porta d’ingresso chiudersi e mi affretto a precipitarmi di sotto. Se pensa di svignarsela così impunemente, si sbaglia di grosso! Irrompo in cucina saltando sul tavolo e facendo prendere un colpo a mamma e nonna che non tardano di chiedermi, spaventate, che cosa io stia facendo. Ignoro i loro rimproveri e lamentele facendo un balzo sul lavello e aprendo la finestra, mi ritrovo davanti mio fratello in procinto di aprire la portiera dell’auto. Ma prima che possa fare o dire alcunché, con determinazione (e un grido di battaglia), lo placco come fece Lindsey Lohan con Chad Michael Murray in Quel pazzo venerdì, facendo cadere entrambi a terra.
Mamma, nonna e Meg si affacciano alla finestra assistendo sgomente alla scena e cercando, invano, di farmi ragionare.
«Sei il solito mascalzone! Come ti è saltato in testa di provarci con la mia migliore amica?! E volevi anche tenermelo nascosto!» Urlo cominciando una lotta sanguinolenta.

Non ingigantire le cose.

Va bene, niente spargimenti di sangue… ma Kyle le sta prendendo.
«Claire, calmati!» Grida di rimando riuscendo a bloccarmi i polsi. Nel mentre sento Meg piagnucolare e i commenti di nonna riguardo a tutta questa faccenda. Dalla loro reazione devo presumere che anche loro non ne sapessero nulla.
«Lasciami subito!»
«Prima mi devi ascoltare! Non è come le altre volte, mi sono innamorato davvero, faccio sul serio con Meg!»
«Certo, adesso dici così ma voglio vedere cosa farai quando ti passerà davanti l’ennesima smorfiosa di turno su cui punterai gli occhi! Meg non è una con cui ti puoi permettere di giocare, è chiaro?!»
«Te lo giuro, non sto giocando e non mi interessa nessun’altra.» Dice più calmo, intuendo forse la situazione.
«E quando vi capiterà di litigare e lei non vorrà più avere a che fare con nessuno dei membri di questa famiglia, cosa dovrò fare? Starmene in silenzio e accettare la situazione?» Abbasso la voce e mi libero dalla presa di Kyle portandomi le mani davanti agli occhi, cominciando a singhiozzare senza sosta.
«Claire…» Sussurra senza sapere cosa dirmi e quando prova a levarmi via le mani dal viso, mi scanso da lui in malo modo e rimettendomi in piedi, fuggo via.
«Claire!» Meg continua a chiamarmi con voce disperata, ma non mi fermo, non mi volto e continuo a correre sempre più veloce, allontanandomi da tutto e tutti.
Per la seconda volta sono stata presa in giro da persone di cui mi fidavo. Sono circondata da persone che mi mentono in continuazione e quel che è peggio, è che anche Meg ne fa parte.
Le ho sempre raccontato tutto, come ha potuto nascondermi questa parte fondamentale della sua vita? E cosa dovrei fare adesso? Far finta di nulla, far finta che non mi importi?
No, questa volta non sarà così semplice.
Troppo presa a correre a testa bassa e con gli occhi appannati, non riesco a evitare di scontrarmi contro qualcosa, o meglio qualcuno, che mi evita di cadere trattenendomi tra le sue braccia.
Ci metto un attimo per capire cosa sia successo e, ancora scossa, alzo lo sguardo incontrando due occhi color dell’oceano. Occhi stanchi che si illuminano non appena incontrano i miei. Occhi traditori che continuano a tormentarmi con il loro ricordo e di cui non avrei più voluto saperne nulla. Una parte di me vorrebbe rimanere qui, stretta in questo abbraccio per sempre. Ma l’altra parte, quella razionale e che non ha dimenticato quello che è successo, non tollera di venir sfiorata ancora da lui.
Buffo. Sto fuggendo da bugiardi e me ne ritrovo davanti un altro, forse il peggiore: Declan.
«Finalmente ti ho trovata» Il suo è quasi un sussurro ma riesco lo stesso a sentirlo. «Cos’hai? Mi sembri sconvolta…» Constata, cercando di asciugarmi la guancia con il pollice ma prima che possa avvicinarsi ulteriormente, lo schiaffeggio via e, intimandogli di lasciarmi, lo spintono per liberarmi dalla sua presa.
«Non sono affari che ti riguardano!» Gli urlo contro per poi superarlo senza dargli modo di ribattere, ignorando i suoi richiami e proseguendo nella mia corsa.
Mi ritrovo ai piedi della collina che porta al rifugio di Talulla e senza pensarci due volte, cammino in quella direzione.
Finora le sue predizioni si sono rivelate tutte esatte: l’accidentale bacio con Eugene. Lo spasimante segreto di Evy che si è rivelato essere proprio Eugene. Meg che nasconde un segreto.
Lei è l'unica a cui mi posso rivolgere in questo momento. Ho bisogno di un consiglio, qualcuno che mi indirizzi nella parte giusta. Sono troppo arrabbiata, delusa e confusa per farcela da sola.
Arrivata davanti al suo capanno (se così possiamo chiamarlo), faccio per suonare la campanella ma mi blocco non appena sento delle voci all’interno.

Ma cosa stiamo facendo?

Io… Non lo so. Forse è stato uno sbaglio tornare qui…

Penso sarebbe meglio tornare a casa e risolvere le cose parlandone con più calma.

Nel mentre pondero su cosa devo fare, la porta si apre e mi ritrovo faccia a faccia con il sindaco Pickwick che, non appena mi vede, fa un balzo all’indietro per lo spavento per poi agitarsi e cominciare a sudare come se lo avessi beccato a fare qualcosa che non doveva.
«Claire!» Risatina isterica. «Cosa ci fai qui?»
La visione del sindaco che tira fuori il fazzoletto per asciugarsi la fronte e la capoccia pelata, mentre si guarda attorno con circospezione per assicurarsi che non ci sia nessun altro nei paraggi, mi fa abbozzare un sorriso e dimenticare per un momento i miei problemi.
«Sono solo passata per un consiglio.» Ammetto senza troppi problemi. «Lei piuttosto, che mi dice?» gli chiedo facendo finta di non sapere il motivo per cui sia lì. Non capisco perché in questo paese si ostinino ancora a tenere nascosti gli incontri con Talulla e accampare scuse insensate quando vengono sgamati. Insomma, si tratta solo di predizioni non sono complici di chissà quali crimini!
«Ma che domande!» Altra risata nervosa. «Stavo solo esponendo a madame Talulla i miei progetti riguardanti la sagra della ghianda. Anche lei fa parte della comunità e mi sembrava doveroso metterla al corrente di quel che accade in città.» Annuisce, fiero di aver trovato una storia che secondo lui risulta convincente. Non gli è venuto in mente che, essendo Talulla una veggente, sappia già quel che accade a quei scellerati dei suoi concittadini?
«Ha sempre un pensiero per tutti, non è vero sindaco?» Lo assecondo, divertita.
«Faccio solo il mio dovere piccola Claire» Afferma compiaciuto, dandomi un buffetto sulla guancia per poi andare via in tutta fretta per evitare altre domande a cui sicuramente non avrebbe trovato risposta.

Non stavi per andare via anche tu?

Sì, certo…

«Claire, cara, vieni dentro!» Mi chiama Talulla dal fondo della sua postazione, sapendo chi fossi ancor prima di vedermi.

Beh, ormai sono qui, no?

Uff… ci rinuncio.

Ignoro i miei dilemmi interiori e mi appresto ad entrare. L’atmosfera è sempre abbastanza spettrale e mistica con tutte queste candele accese e il profumo di cannella non tarda a raggiungere il mio olfatto. La veggente è lì che mi attende, in penombra, sempre con i suoi vestiti dai mille colori e l’immancabile fascia arancione tra i capelli.
La raggiungo al piccolo tavolo rotondo e mi accoglie con un ampio sorriso invitandomi a sedere di fronte a lei, porgendomi una tazza di thè fumante che accetto ben volentieri.
«Allora cara, cosa vuoi sapere? Lettura delle carte, della mano, della sfera?» Chiede curiosa, passando le mani sopra la palla di cristallo con un’espressione un po’ folle.
«Voglio, cioè… vorrei che mi consigliassi…»
«Consigli!» Trilla euforica «Sono la mia specialità! Immagino tu mi voglia parlare di problemi di cuore, sia amorosi che di amicizia, giusto?» Mi fa un sorriso complice e sgrano un po’ gli occhi, impressionata dalla sua bravura nel leggere le persone e i loro problemi. Di che mi stupisco in fondo? È una veggente, no?
«Sì, esatto!» Sorseggio la mia bevanda calda e lentamente ripongo la tazza sul suo piattino in ceramica, cercando le parole giuste per cominciare. «Quest’anno me ne sono successe di tutti i colori, sembra che qualcuno si sia divertito ad augurarmi ogni male e, che ne so, usare una bambola voodoo con le mie sembianze come puntaspilli! Sono una calamita per le disgrazie, detentrice della cattiva sorte e attira bugiardi! Insomma, si può sapere cosa ho fatto di male in una delle mie vite precedenti?!» Spalanco le braccia con fare disperato e ricomincio a piagnucolare raccontandole, tra un singhiozzo e l’altro, dell’innominato e di Meg e mio fratello. Rimane ad aspettare paziente e in silenzio finché non finisco di sfogarmi e una volta concluso il mio piagnisteo, sospira regalandomi un altro dei suoi sorrisi comprensivi
«Bambina mia» mi accarezza il viso, affettuosamente «fidati quando ti dico che alla tua età è normale vivere di queste esperienze, ma che siano belle o brutte, l’importante è trarne degli insegnamenti che ti serviranno per la tua vita futura. Comprendi cara?» Annuisco, ripetendo mentalmente ciò che mi ha appena detto per immagazzinare meglio il concetto.
«Però sono confusa Madame Talulla. Non so cosa fare con la questione “innominato”, lui vorrebbe che lo perdonassi e che tornassimo amici, o almeno, è quello che immagino dato che continua a cercarmi. Però mi ha lasciato una ferita che ancora adesso fatica a rimarginarsi e non so se ne sono in grado. E lo stesso vale per Meg, lei è la mia migliore amica e non avrebbe dovuto tacere riguardo alla sua relazione con Kyle!»
«Vedrai che le cose con Meg si sistemeranno, la vostra amicizia è pura e sincera, anche se adesso forse pensi il contrario, e non si rovinerà a causa di piccole incomprensioni. Con quel giovanotto invece, dovresti prenderti tutto il tempo che ti serve per smaltire la delusione e il rammarico.» Consiglia saggiamente, stringendomi le mani. «Scava dentro te stessa e tutto ti sarà più chiaro. Fai un viaggio per riscoprire ciò che di bello ti circonda.»
«Un viaggio…» Ripeto come incantata. «Ma certo! Come ho fatto a non pensarci!»
«Aspetta Claire, non sono sicura che tu…»
«Grazie! Grazie mille Talulla!» Non la faccio finire di parlare, alzandomi di scatto e spaventandola coi miei modi irruenti. Esco di lì in tutta fretta lasciandola da sola e senza parole.
Ora mi è tutto più chiaro. Per riuscire a superare tutte queste delusioni devo andarmene da Spinning Crazy, è l'unica soluzione.
Io, Claire Fills, prenderò un aereo verso una meta sconosciuta e andrò all’avventura! Al diavolo tutto e tutti!
Sì, sono più che convinta di questa scelta!
Corro giù per la collina, saltellando ma facendo attenzione a non cadere e rotolare come una palla rimbalzante, levandomi dal viso ciocche di capelli che col vento si sono scompigliate. Mi fermo improvvisamente osservando i capelli, tra le dita, di un colore spento; mi tornano in mente le protagoniste degli anime giapponesi che, dopo una delusione d’amore, decidono di rivoluzionare il proprio look tagliandosi la lunga chioma. Mi rendo conto che, dopo la mia delusione d’amore, non ho fatto nulla per sentirmi meglio con me stessa. Beh, quale momento migliore per farlo se non prima di un viaggio?
Mando un rapido messaggio a mamma, dicendole di non preoccuparsi e che starò a dormire da Evy, così non mi aspetteranno alzati, potendo così agire indisturbata, e poi mi avvio verso il negozio di Delia, la mia parrucchiera di fiducia a cui verrà un mezzo infarto quando le dirò come voglio farmi i capelli.

A sera inoltrata, col mio nuovo super look, mi ritrovo in giardino a fare Eva Kant mentre cerco di arrampicarmi sull’albero di fronte alla finestra della mia stanza per cercare di arrivare al balcone, possibilmente senza uccidermi o provocarmi graffi e distorsioni del braccio.
Agilità saltami addosso! Se fossi un gatto, con un salto avrei già raggiunto la mia meta.

Penso che tu non abbia riflettuto abbastanza su quello che stai facendo. Insomma… ti rendi conto di quel che stai facendo?!?

Zitto Omino! Non vedi che sono impegnata?

Mi ritrovo appesa a un ramo a mo’ di scimmia. «Okay, tutto sotto controllo.»

Perché usare la porta come tutti i comuni mortali…

Perché se mi scoprono tutto il mio genialissimo piano va a farsi benedire!

Quindi ammetti che stai facendo qualcosa che non dovresti fare?

Smettila di scocciarmi! Mi distrai!

Bene, poi non venirmi a dire che non ti avevo avvertita!

Grazie a qualche imprecazione e alla benevolenza del mio angelo custode che si sta asciugando il sudore dalla fronte, riesco ad afferrare la ringhiera del balcone e scavalcarlo, finendo gambe all’aria dall’altra parte. Perfetto, ce l'ho fatta! Mi avrà sentito qualcuno? Sono stata abbastanza silenziosa, mi pare.
Bando alle ciance! Entro nella mia stanza dalla finestra scorrevole e mi fiondo verso il mio armadio, prendo il borsone e ci ficco dentro un po’ di roba alla rinfusa, giusto lo stretto indispensabile per sopravvivere là fuori nel mondo libero e poi di soppiatto, vado alla ricerca della borsa da lavoro di mio padre, dove tiene il portafoglio, trovandolo appeso all’attaccapanni nel corridoio al piano di sotto. Passando ho intravisto i miei genitori dormire tranquilli nel loro letto, di Kyle e Josh non ho notizie. Meglio levarmi di torno prima che uno dei due decida di…
«Tana per Claire.» Bisbiglia qualcuno alle mie spalle, facendomi venire i brividi su tutto il corpo. Fortunatamente non mi è scappato un urlo che avrebbe svegliato, non solo i miei, ma anche tutto il vicinato.
«Josh!» Urlo sottovoce. «Che cavolo ci fai qui? Tornatene a letto… o a fare qualsiasi cosa stessi facendo!»
«La mia sorellona sta forse scappando di casa?» Chiede con un sorrisetto beffardo.
«Ma che dici?! Non sto scappando!» Cerco di difendermi, cercando una giustificazione plausibile. Peccato non ne riesca a trovare nemmeno una, attendendo sconfitta il momento in cui Josh andrà ad avvertire tutti.
«Tranquilla, non dirò nulla.» Afferma, come se mi avesse letto nel pensiero.
«Come scusa?»
«Sì, insomma, non farò la spia.» Fa un’alzata di spalle, indifferente.
«Pee-rché?»
«Credo solo che quello che stai facendo sia molto coraggioso e… forse non sei quella grande noiosona e fifona che credevo. Hai il mio rispetto.» Asserisce convinto, come se avessi superato una prova per entrare nella sua banda.
«Vorresti dirmi che mi prendevi in giro e mi davi contro solo perché mi trovavi… monotona e pallosa?»
Lo guardo scettica e fa spallucce, come se fosse tutto molto normale. A saperlo prima, mi sarei risparmiata un sacco di stress! Prima di andarsene si volta nuovamente verso di me con un’espressione che non gli ho mai visto e poi dice qualcosa che non mi sarei mai aspettata di sentire da lui: «Fa' attenzione.»
Rimango un attimo di sasso.
Josh si sta preoccupando per me… sconvolgente!
Annuisco sorridendogli, poi esco dalla finestra della cucina inoltrandomi nella notte, verso la fermata dell'autobus.








ANGOLO AUTRICE:

Eccomi qui, un po' in ritardo XD Aaaallora, finally tutti i misteri si sono svelati XD anche se probabilmente si era già capito che Meg e Kyle se la intendevano ಡ⁠ ͜⁠ ⁠ʖ⁠ ⁠ಡ
La povera Claire ci è rimasta un po' male e forse sta prendendo delle decisioni un po' affrettate, come voleva farle capire Omino. Riuscirà a cavarsela là fuori tutta sola? (⁠っ⁠˘̩⁠╭⁠╮⁠˘̩⁠)⁠っ
Fatemi sapere cosa ne pensate :D vi aspetto nel prossimo capitolo!
Alla prossima! (⁠◕⁠ᴗ⁠◕⁠✿⁠)

Unlucky?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora