Fin da piccolo Stiles aveva sempre immaginato di andare ad abitare in una grande città: la tranquilla vita di paese non ha mai fatto per lui che ha sempre preferito il caos della moltitudine dove potersi confondersi senza nascondere il proprio io. Quello che invece mai si sarebbe immaginato era di appassionarsi ai giocattoli e alla loro costruzione: lo aveva scoperto un giorno, quasi per caso, partecipando ad un laboratorio in un museo. Era così diventato un volontario in quel museo e si era reso conto di essere bravo e che costruire giocattoli lo rilassava. "Il negozio in fondo alla via cerca un apprendista" gli aveva detto un giorno Erica, un'altra volontaria.
Stiles lo sapeva già, passava davanti a quella bellissima vetrina ogni giorno ma... "Non credo di avere le abilità giuste."
"Cosa ti costa provare? Derek è un musone ma sa riconoscere il talento."
"Conosci il proprietario?"
"Sì ma non dire che ci conosciamo: odia le raccomandazioni."
"Pensi davvero che abbia qualche possibilità?"
"Penso proprio di sì."
Così Stiles si era presentato il pomeriggio seguente. "È permesso?"
"Posso esserle utile?"
Stiles si trova a spalancare la bocca davanti ad uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto. "Sono qui per l'annuncio" farfuglia.
"Hai studiato?"
"No ma penso di essere bravo e sono pronto ad imparare."
Derek lo studia con attenzione e poi gli fa un cenno con la testa per indicargli di seguirlo. Arrivano dietro al bancone trovandosi in un vero e proprio laboratorio. Stiles guarda tutti quei giocattoli estasiato, gli occhi saettano in ogni direzione senza sapere su cosa soffermarsi. "Amo tutto."
"Bene allora scegline uno e mostrami cosa sai fare."
Stiles decide di andare sul facile o almeno è quello che pensa: prende un orsacchiotto senza imbottitura, lo riempie con attenzione, ne cuce il retro e infine gli aggiunge gli occhi. Lo porge soddisfatto a Derek che nemmeno lo prende in mano. "Hai messo troppa imbottitura: la cucitura dietro rischia di strapparsi. Gli occhi invece sono cuciti davvero male: si staccheranno al primo lavaggio."
Stiles si sente mortificato: era davvero convinto di aver fatto un buon lavoro, quantomeno sufficiente. Sapeva che Erica si era sbagliata e non poteva pensare di avere una chance in un posto del genere. Sta cercando le parole per scusarsi con Derek e uscire da quella situazione imbarazzante ma il ragazzo parla di nuovo. "Quando puoi cominciare?"
Stiles solleva la testa di scatto stupito. "Pensavo di aver fatto un pessimo lavoro."
"Oh lo hai fatto. Ma puoi migliorare."
"Perché?"
Derek gli indica l'orsetto che Stiles nemmeno si era accorto di aver abbracciato. "Per come lo stai tenendo: è come se stessi proteggendo la tua creazione."
"Domani?"
"Alle otto."
"Perfetto."
"Io sono Derek."
Stiles deve mordersi la lingua per non dirgli che lo sa già. "Stiles."
"Hai anche un pessimo nome."
Stiles dovrebbe sentirsi offeso eppure non riesce a smettere di sorridere.
Il mattino seguente, Stiles arriva con quindici minuti di anticipo. Il negozio è ancora chiuso, quindi si siede sul gradino dell’ingresso, con un caffè caldo tra le mani e un altro poggiato al proprio fianco. Non sa cosa aspettarsi, ma non vede l’ora di cominciare.
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Advent Calendar 2023
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