14. Pupazzo

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In tutta onestà Derek non ha mai compreso il senso di quella tradizione ma per Stiles è importante quindi lo è diventata anche per lui. Lo ha compreso dallo sguardo lucido che aveva Stiles quando gli ha mostrato per la prima volta una foto di tre pupazzi di neve. “Questi siamo io, mamma e papà. Quell’anno aveva nevicato tantissimo ed è stato l’ultimo inverno che mamma è riuscita ad uscire con noi.”

Derek aveva studiato quella foto riconoscendo dettagli che distinguevano i tre pupazzi e ne era rimasto affascinato.

La foto dopo rappresentava sempre tre pupazzi, uno con le ali. “Questi li abbiamo fatti io papà il primo anno senza mamma” gli aveva raccontato Stiles.

Poi gliene aveva mostrata un’altra e il suo odore era cambiato così come la sua famiglia. I pupazzi erano diventati quattro e rappresentavano Stiles, suo padre, Scott e Melissa. “È stato strano ma molto bello. Melissa ha voluto mettere questa sciarpa viola sul mio pupazzo: era di mamma. Ora ci sono io con tuo papà ma non prenderò mai il suo posto mi ha detto.”

Derek non aveva potuto fare altro che abbracciarlo.

Fare i loro due pupazzi e fotografarli era stato inevitabile così come è successo quando si sono ritrovati decidendo di darsi una seconda possibilità. Derek non era più solo, aveva Eli e Stiles aveva insistito per rappresentare la loro nuova famiglia.

“Eli sei sveglio?”

Derek parla a voce bassissima sperando che il figlio lo senta e Stiles non si svegli.

“Sì, papà. Che succede? Stiles sta male?”

“Nevica.”

Eli si sfrega gli occhi ancora annebbiato dal sonno. “E allora? È Stiles che adora la neve.”

“Lo so. E ho bisogno del tuo aiuto per fargli una sorpresa, una grossa sorpresa.”

Eli si raddrizza immediatamente: nonostante non abbia legami di sangue con Stiles sente lo stesso suo bisogno di compiacerlo e assicurarsi che sia al sicuro e felice. “Dimmi tutto.”

È passata un’ora quando Derek torna in casa e raggiunge Stiles che sta ancora beatamente dormendo. Ha la bocca socchiusa, l’espressione serena e Derek ama osservarlo mentre dorme. Solo che quella mattina non può, quindi si siede di fianco a lui sul letto e si abbassa a baciargli la fronte. Stiles borbotta, ma non apre gli occhi.

“So che hai sonno, ma so anche che ami la neve.”

Gli occhi di Stiles si spalancano di colpo. “Hai detto neve? Ha nevicato?” e si mette seduto.

Derek annuisce. “Anche molto. Ti metti qualcosa di caldo addosso e scendi con me? Così puoi lasciare le tue impronte sul manto ancora intatto.”

“Tu si che sai come farmi felice!” Stiles gli dà un bacio, poi si alza e si chiude in bagno.

Derek lo aspetta in salotto e, appena lo vede scendere le scale, gli va in contro e gli passa una tazza. “Cioccolata calda? Derek, sei troppo dolce, quale anniversario mi sono scordato?”

Derek alza gli occhi al cielo, poi lo spinge verso la porta.

Lascia che Stiles lo preceda e lo vede alzare lo sguardo al cielo e poi guardarsi intorno, fino a quando il suo sguardo non si posa su Eli che se ne sta in piedi, con le braccia incrociate e un sorriso sul volto.
“AVETE FATTO I NOSTRI PUPAZZI!” esclama Stiles, vedendo i tre pupazzi rivolti verso la strada.

Corre verso Eli, ma Derek e subito al suo fianco, cingendogli i fianchi. “Attento che si scivola” gli dice, accompagnandolo.

“Ti piacciono?” chiede Eli, quando lo raggiungono.

Solo che Stiles non risponde. Derek sente l’odore delle lacrime, sente lo stupore, sente così tante emozioni che quasi non riesce a riconoscerle. E sente il cuore di Stiles battere velocissimo.
“Voi… io… tu…” balbetta e Derek lo stringe forte. “Noi, io, tu…” lo prende in giro, baciandogli una tempia. “Una famiglia.”

“E voi me lo avete detto così… con i pupazzi! Io vi amo così tanto!” ormai Stiles sembra non riuscire a trattenere i singhiozzi.

Stringe Derek, ma allunga anche un braccio per tirare Eli, coinvolgendo anche lui nell’abbraccio. “Ti amiamo anche noi” sussurra Derek.

“Già” gli fa eco Eli, un po’ in imbarazzo, ma felice.

Sullo sfondo di quell’abbraccio, una famiglia di pupazzi di neve: un adolescente, un lupo Alpha, un umano straordinario e il loro piccolo in arrivo.

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