Il Dio Dell'Oro superò l'alcova posta all'inizio del Santuario Del Ricamo e arrivò nell'esatto centro della struttura.
Al centro di quel pavimento di marmo dorato vi era, baciata dai raggi del sole che la cingevano perfettamente, una vecchietta decrepita e reclina, ingobbita. Aveva gli occhi cavi, in essi si potevano scorgere le più profonde tenebre; le braccia e le gambe emaciate; i suoi abiti erano dei torvi orbaci che l'incappucciavano fino all'inizio della sua fronte diafana; inoltre quel cappuccio nero copriva i pochi capelli bianchi che le erano rimasti, facendone fuoriuscire solo una manciata dai lati del suo viso.
Tra le sue sproporzionate e rugose mani teneva 'coloro' che l'avevano 'battezzata': un ago ed un filo.
I suoi arti superiori non smettevano mai di muoversi su quell'irta sedia che la sorreggeva. Non aveva bisogno di riposare. Non aveva bisogno di mangiare. Non aveva bisogno di null'altro tranne che del suo ago e del suo filo, il quale ogni anno assumeva sempre di più le fattezze di una figura alla quale nessuno aveva saputo associarci nulla.
A detta sua, avrebbe finito il suo infinito ricamo solo quando la venuta di un nuovo mondo sarebbe stata prossima a giungere. Lei era il preludio il fine.
Le sue laboriose e minuziose mani non la finivano mai d'intessere i fili del destino, non si fermavano mai, neanche quando l'austero sovrano di Princìpia si palesò.
Infatti alla sua vista, La Tessitrice trafugò giusto un'occhiata per arguire chi avesse dinanzi, successivamente ripose i suoi esecrabili occhi sul suo pezzo di stoffa preferito.
Rèoro si fece avanti e addirittura s'inchinò dirimpetto alla figura della riverita Tessitrice. Anche il più potente della Stella A Quattro Punte s'ossequiava davanti a colei che intesseva i fili del destino. Dopo esser rimasto chinato per un minuto intero, il Dio Dell'Oro finalmente, con qualche tremito, iniziò a parlare.
"Mastra Signora" disse con tono mesto, "è il Re stesso che vi parla."
la vecchietta alzò lo sguardo e disse: "ah, Rèoro!" disse con una voce secca, "Se addirittura il sovrano viene dalla Tessitrice, dovranno esserci corrucciati problemi..." seguì con una tocca risata.
"Si... somma Tessitrice, sono qui dinanzi la sua eminente figura per chiedere udienza..." era assai cruciale rivolgersi alla Tessitrice con tono solenne e alto rispetto se si volevano informazioni altrettanto importanti, infatti per Rèoro era dura.
Baldanzoso com'era, probabilmente solo dinanzi al suo riflesso in uno specchio si sarebbe potuto rivolgere con fare rispettoso.
"Oh e che cosa vuoi chiedermi con questo tuo inusuale garbo?" rise in con voce roca e cupa la Tessitrice.
"L'ha sentita anche lei la seconda Scossa Perfezionatrice, nevvero?" disse Rèoro impaurito dal sentire cosa avesse da dirgli la Tessitrice Del Destino.
"ah, oh oh oh... e io che credevo che mi volessi chiedere perché i Corvini non hanno bisogno di bere il Principio che hai fatto svanire..." rispose lei scherzosa.
Allora Rèoro di getto la prese per i suoi fragili orbaci e l'alzò con forza, poi adirato disse: "Allora?! Cos'hai da dirmi?! Non ho tutto il giorno!".
Stava perdendo il senno.
la vecchietta, che in tutto ciò non aveva mai smesso di muovere le sue segaligne braccia al fine di tessere la sua misteriosa stoffa, ridendo con la sua boccuccia e guatando con i suoi occhi vuoti il reo d'oro, controbatté: "Vuoi forse uccidermi? Sai che chiunque ha tentato è rimasto deluso, visto che a quanto pare questa vecchina è immortale."
"No, voglio che tu parli! Sei l'unica a cui posso rivolgermi in questo momento!".
Il Dio Dell'Oro ripose con amara gentilezza la Tessitrice sulla sua sedia, la quale aveva i manici alti come la sua senile testa e le ribadì di dirgli ciò che sapeva.
"Quindi vorresti sapere perché s'è udita un'altra Scossa? Te lo dirò mio aureo Re, ma ascoltami con cura. Quand'è che hai sentito il primo terremoto?"
"Più di cinquant'anni fa, quando la Corvina Bellius scomparve."
"Esatto, quando un Corvino viene a mancare si sente un forte terremoto in tutta Princìpia."
"Si, ma questa volta era molto più forte... non me lo so spiegare, magari sarà stata una semplice scossa." disse Rèoro mettendo le mani sui fianchi e abbassando lo sguardo e l'elmo.
"No, fidati di chi intesse i fili del fato. La natura l'hai già distrutta quasi per intero durante La Guerra Dell'Evaporazione,
"difficilmente si ribellerebbe a qualcuno che le ha fatto tutto quel male, anche la natura stessa." disse ridendo con la sua voce roca.
"Magari questa volta, quel qualcosa o quel qualcuno che ha fatto partire la scossa era certo che Il Corvino in questione sia deceduto per davvero, chi ti dice che La Corvina Della Guerra è morta? E' solo scomparsa, e i Corvini sono duri a morire." conseguì
"Quindi mi stai dicendo che un mio Corvino è morto?!" il Re pensò subito a Nubius.
"Si, ne sono certa. Manda dieci fenici in tutto il regno per vedere quale Corvino manca all'appello."
Dal solco del dorato elmo del Dio Dell'Oro si potevano scorgere i suoi occhi spiritici dilatarsi. Era impressionato e a tratti anche dispiaciuto, visto che sarebbe potuto essere l'omicida del suo mentore più fidato.
"C'è dell'altro?" Disse la Tessitrice occultando i suoi biechi pensieri.
"Si, c'è dell'altro Mastra Signora. Se permette le vorrei chiedere cosa sa sul ritorno della dispersa Acqua."
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Le Cronache Scarlatte - Il Cavaliere
FantasyIn un mondo dominato dal più profondo blu del Mare, gigantesche e abominevoli Creature Marine dalle esecrabili fattezze vagavano dandosi battaglia. L'unico colore presente era il blu, che rendeva il tutto apatico e monotono. In quel mondo non v'era...