Capitolo 7

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Nel locale non c'era più nessuno, eravamo rimasti solo io, Ryan e la barista.
Erano le 22.30 e mi sembrava strano che non ci fosse praticamente nessuno, ma non mi feci troppe domande e continuai a bere la mia birra.
Ryan ad un certo punto disse:"senti ma, tornando al discorso di prima, perchè odi la gente che c'è a scuola?".
"Non mi va di parlarne.." risposi, "va beh... come vuoi".

Rimanemmo in silenzio per cinque minuti finchè stufo disse:"si può sapere che ti ho fatto?!".
Che mi significava quella domanda?
"Che intendi scusa?" domandai perplessa, "mi rispondi come per farmi un piacere. Se non ti chiedo qualcosa io, nemmeno accenni un discorso!" disse.
"non sono una di tante parole... ti chiedo scusa...", mi alzai per uscire, quasi offesa da ciò che mi aveva detto.
Tirai fuori l'ultima sigaretta del pacchetto, la misi in bocca e l'accesi, camminando sola nel vicolo.
Mentre facevo un tiro,mi scese una lacrima ma l'asciugai subito con la manica della felpa.
"Fanny aspetta!", sentii gridare alle mie spalle. Mi girai e vidi Ryan che mi correva incontro.
Con il fiatone disse:"ti prego scusami, non volevo dire quelle cose...","Non ti preoccupare.." risposi con la sigaretta in bocca e le mani in tasca dei pantaloni.
Buttai il mozzicone a terra e mi decisi a parlare:"dove andiamo?", gli brontolò la pancia e imbarazzato disse:"ehm... muoio di fame", "va bene ho capito" sorrisi.
Andammo dal tizio degli hot dog e Ryan ne comprò due, pensando che io volessi mangiarlo, ma gli dissi:"guarda che io non lo mangio!" e lui:"meglio così, tutti miei yuppii" ridemmo e andammo a sederci su una panchina.
Era circa mezzanotte e lui mi disse con la bocca piena di cibo:"a che ore devi tornare a casa?" e io:"quando voglio!", "che fortuna, io devo tornare massimo alle tre stasera, i miei mi ammazzano se torno più tardi. I tuoi?", "mio padre non lo vedo da molto tempo e mia madre è una tossica che gironzola per casa e a cui non gliene frega un cazzo della figlia..." dette quelle parole rimase a bocca aperta e io ridendo gli dissi:"chiudi la bocca che sivede tutto il cibo spappolato ahah".
Chiuse la bocca e disse:"ma... non hai fratelli o sorelle?" e io:"no, tu?" e lui:"si, una sorella più piccola, un fratello più piccolo che hai conosciuto e una più grande ma già sposata!" io risposi con un sorriso.
Non mi fece più domande sulla mia situazione familiare e verso le 2.30 mi disse:"cazzo, io dovrei iniziare ad incamminarmi. Ti accompagno a casa, non voglioche durante la strada dei maniaci ti facciano male!", mi venne in mente la violenza che avevo subito, ma non dissi nulla e guardai in alto per non far scendere le lacrime e risposi con un semplice:"okay".
Mi accompagnò al cancellino di casa mia e dissi:"eccoci qui... grazie per avermi accompagnata", mi mise le mani sulle spalle, mi avvicinò a lui e mi abbracciò, dandomi un bacio sulla guancia. Ero impietrita, non me l'aspettavo.
"Figurati, l'ho fatto volentieri" disse sciogliendo l'abbraccio. "Ci vediamo eh!", sorrise, si girò e mentre se ne andava mi salutò con la mano.
Mi venne un mezzo sorriso mentre lo guardavo andare via. Mi ripresi ed entrai in casa.
'mi accolse' la scena di mia madre che faceva un pompino ad un uomo, si tolse appena mi vide e il tizio mi disse con la voce impastata:"vuoi unirti a noi signorinella?" scoppiarono a ridere sia lui che mia madre e io risposi:"no grazie... vado in camera mia!", "brava ragazzina! Lasciaci in pace!".
Me ne andaii da quella scena e mi diressi verso il bagno e chiusi a chiave per sicurezza.
Piangevo silenziosamente, non volevo farmi sentire.
Aprii il mobiletto e presi una lametta.
Mi accucciai nella vasca, sollevai la manica, appoggiai la lama sul braccio, calcai e feci quattro profondi tagli.
Il sangue colava e io lo osservavo gocciolare.
Rimasi lì fino alle 3.50, cioè finchè mi calmai. Mi asciugai le ultime lacrime e pulii il sangue che era ovunque.
Verso le 4 finii di pulire tutto e me ne andai seduta al balcone, osservando i nuovi tagli e le cicatrici sui polsi di quando avevo tentato il suicidio e la stessa domanda di sempre mi rimbombava in testa:"perchè non mi hanno lasciata morire in pace?".
Anche questa notte sentivo che l'avrei passata in bianco, ormai dormire era diventato un optional per me...
Odio la mia vita... Dovevano lasciarmi morire... Ma neanche quello mi è concesso...

La Mia Vita?! Un Totale Disastro...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora