Capitolo 24

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"Che ne dici? Andiamo a casa tua?" mi chiede Ryan mentre camminiamo senza meta mano nella mano.
"Certo! Spero che mia madre non abbia un cliente o cose così..." rispondo.
"A me basterebbe stare con te... non mi importa di chi ci sta attorno..."
Arrossisco, sorrido e abbasso lo sguardo, mi alza il viso e mi dice:"perché nascondi un sorriso così bello?", gli dó un bacio e poi gli dico:"dai, andiamo!".

Ci incamminiamo verso casa mia e parcheggiata c'è un AUDI nera, "credo ci sia un cliente..." spiego a Ryan indicando l'auto.
Entro in casa e vedo mia madre sul divano, con gli occhi rossi, ha un uomo davanti, ma non stanno scopando, stranamente.
L'uomo si alza, si gira verso di noi e si fa vedere in viso.
Occhi azzurri, capelli neri, un bell'uomo.
"Ciao Fanny..."
Mi conosce?!
"Che sta succedendo qui?" domando preoccupata stringendo la mano di Ryan.
"Siediti.." mi dice mia madre indicandomi il divano su cui fa sesso con i suoi clienti.
Inorridita e disgustata:"no, sto in piedi! Chi è lui?" chiedo indicando l'uomo.
Quello si avvicina a me, ma indietreggio, "CHI SEI?" alzo la voce.
"Sono... Peter Beths..." dice lui.
Il sangue mi si gela nelle vene.
"Sono tuo padre..." continua.
"Stai mentendo!" gli urlo.
"No Fanny!"
"PERCHÉ TI PRESENTI QUI DOPO TUTTI QUESTI ANNI ALLORA?! CHE MOTIVO NE HAI?!" lascio la mano si Ryan perché mi accorgo che gliela sto stringendo troppo, "volevo vedere come fosse diventata mia figlia..." si giustifica, "STRONZATE! NON SAI NEANCHE QUANTI ANNI HO!", "certo che lo so!", "QUANTI?!", "16!", "VA FUORI DA QUESTA CASA!" dico indicando la porta, non si muove, mi avvicino minacciosa:"VATTENE HO DETTO CAZZO!".
Rassegnato prende il giubbotto e apre la porta:"avrai bisogno di me!" mi dice tristemente, "SAI UNA COSA?!" urlo avvicinandomi alla porta, "cosa?" chiede, "AVEVO BISOGNO DI TE! MA ORA HO CAPITO CHE PUOI ANDARTENE DIRETTAMENTE A FANCULO!" concludo la frase e gli sbatto la porta in faccia.
Mi giro verso mia madre che sta già bevendo dalla bottiglia di Jack Daniel, mi avvicino, la mia rabbia è indomabile.
Le strappo la bottiglia dalla bocca e la lancio per terra frantumandosi:"CHE CAZZO FAI?!" mi urla, le tiro una sberla sulla faccia, "COME TI PERMETTI BRUTTA STRONZETTA?!" dice alzandosi, la spingo di nuovo sul divano e mi guarda come se fossi un fantasma:"ORA LA FINISCI! AVREMO LO STESSO SANGUE, MA TU NON SEI MIA MADRE! NON LO SEI MAI STATA E MAI LO SARAI!", continua a fissarmi con gli occhi lucidi; io non piango, sono seria, incazzata e con tanta voglia di sfogarmi:"TI RICORDI QUANDO AVEVO 7 ANNI COSA MI HAI FATTO?! EH BRUTTA PUTTANA?!" le grido, Ryan assiste imperterrito a tutta la mia rabbia incontrollata, non volevo che mi vedesse così, ma non riesco più a trattenermi, "TE LO RICORDI?!" ripeto, "Sí...", "DILLO COSA MI HAI FATTO!", "ti ho..." non riesce a concludere la frase, "MI HAI FATTA FINIRE IN OSPEDALE PERCHÉ MI HAI PICCHIATA COSÌ FORTE CHE HO SUBITO UN TRAUMA CRANICO!" scoppia in lacrime, non mi importa "E A 10?! TI RICORDI CHE MI HAI BUTTATA GIÙ DALLE SCALE E SONO RIMASTA IN COMA PER TRE GIORNI?!", annuisce con la testa, "A 13 INVECE?! MI HAI FATTA TOCCARE DA UNO DEI TUOI CAZZO DI PERVERTITI CON CUI SCOPI, E TU GUARDAVI RIDENDO?! TE LO RICORDI PORCA TROIA?!", annuisce, "E QUANDO TI HO CHIESTO SE POTEVO ANDARE DALLO PSICHIATRA A 16 ANNI PER L'ANORESSIA COSA MI HAI FATTO?!","ti ho...","MI HAI SPUTATO IN FACCIA E MI HAI DETTO CHE POTEVO FARMI FOTTERE!".
Butto per terra un bicchiere che si frantuma, vado in camera mia, prendo due zaini, li riempio con tutti i miei vestiti e cose che ho, libri di scuola e cose varie. Devo andarmene da questa casa! Rischio di impazzire di nuovo altrimenti!
Torno in salotto, mia madre è ancora dove l'ho lasciata che piange e Ryan mi osserva quasi spaventato della bestia che avevo dentro, "SAI UNA COSA?!" le urlo, "cosa?" mi chiede tra i singhiozzi, prendo Ryan per una mano, andiamo alla porta e le urlo "VAI A FARTI FOTTERE!" sbatto la porta alle mie spalle e inizio a camminare velocemente, seguita da Ryan:"Fanny...", "CHE VUOI?!" mi abbraccia alla sprovvista:"calmati...".
Scoppio in lacrime, "cosí... brava... sfogati piccola mia...", "ci sono qua io..." aggiunge.
Il mio pianto è disperato, ma è anche un pianto di sollievo, non dovrò più entrare in quella casa! Anche una panchina è meglio di quella dimora!
Sciolgo l'abbraccio, mi asciuga le lacrime e mi chiede:"ti senti meglio?"
"Non volevo vedessi la bestia che avevo creato dentro di me uscire fuori..."
"Non mi importa, sei sempre tu! E se anche inizi a lanciare cose, urlare, prendere a parole qualcuno... io so che dopo ti calmerai, e tornerai la stessa di prima. Le bestie che ci creiamo dentro di noi non possono rimanere per sempre nella gabbia e devono uscire prima o poi! Ma poi, la bestia scompare e torniamo le persone di prima...".
"Sì ma non volevo che mi vedessi così..."
"Amore... non mi importa... ti amo quando sei calma, quando sei triste, quando sei felice, quando piangi, quando urli, quando ti arrabbi con me... sempre! Perché sei tu! E io ti amo per tutto ciò che sei! Cose positive o negative che siano! È troppo facile amare le qualità di una persona, ma io di te amo anche i tuoi difetti, anche se per me sei perfetta!".
"Non sono perfetta..."
"Per me lo sei piccola... sei la perfezione fatta a persona!".
Gli sorrido:"ti amo! Come farei senza di te?", ci scambiamo un bacio dolce.
"Dove vivrò adesso... non ho più una casa..."
"Se sei d'accordo, momentaneamente potresti venire da me!"
"Non posso disturbare cosí tanto la tua famiglia..."
"Non dire stronzate, la mia famiglia ti adora! Lo sai!" Mi sorride scostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Sicuro che non dó fastidio..?"
"Certo! Stanotte dormi da me, e domani gli spieghiamo la situazione... ci stai?"
"D'accordo..."
Mi sorride e dice:"andiamo a casa...".
Mi prende la mano e ci incamminiamo verso casa sua.
Entriamo, sono già tutti a letto:"dobbiamo per forza spiegargli domani!" mi sussurra.
Annuisco e mi chiede:"andiamo a dormire? Sei stanca?", "parecchio...", "andiamo!".
Saliamo le scale, andiamo nella sua stanza.
Si toglie i pantaloni, la felpa e rimane con la maglietta e i boxer e si corica sul suo letto da una piazza e mezza.

Mi tolgo i jeans, la felpa e la maglietta e mi metto dei pantaloncini e una maglietta dell'hard rock cafè.
Mi accoccolo vicino a lui e mi sussurra:"sogni d'oro piccola, buonanotte!", "buonanotte amore, ti amo!" rispondo.
Mi rilasso tra le sue braccia muscolose e in una decina di minuti mi addormento.

*spazio autrice*
Salveee, finalmente Fanny si è ribellata alle cattiverie della madre!
Quello nella foto è Peter Beths il "padre" di Fanny. Perché si è presentato dopo così tanto tempo? Cosa avrà in mente?
Che ne pensate?

Spero che la storia vi stia piacendo, se volete darmi suggerimenti su come continuare li leggo volentieri ;)
A presto con il prossimo capitolo :)
Ciao belli♡
-Sara


La Mia Vita?! Un Totale Disastro...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora