𝘊𝘈𝘗𝘐𝘛𝘖𝘓𝘖 𝘚𝘌𝘛𝘛𝘌

254 8 7
                                    

Salgo in piedi sul bordo del davanzale della finestra, chiudo gli occhi, il vento mi accarezza il viso, e mi scompiglia i capelli.
Sono sul bordo, con sotto duecento metri di altezza. Non potrei sentirmi più viva.
Inspiro ed espiro l'aria è fresca, e lancio un'occhiata a Drew.

«puoi andare, Scarlett» mormora.
Appoggia una mano sulla mia schiena, ma la maglietta è un po' sollevata, quindi le sue dita scivolano sulla mia pelle. Rabbrividisco al suo tocco, non devo distrarmi. Non adesso, che se metto male un piede per errore sono morta.

«si, vado» quasi mi strozzo con la mia stessa saliva.
Mi sporgo sulla sinistra, metto il piede destro nel paletto, e poi il sinistro. Ora, sono appesa sul vuoto.
Sento già scorrere l'adrenalina nelle mie vene. Vorrei urlare, urlare così forte, perché mi sento così viva.

Inizio a salire la scalinata, cerco di non guardare sotto, anche se a dire il vero, vorrei darci un'occhiata.
Salgo su un paletto, e metto la mano in quello sopra, ogni tanto do un'occhiata di sfuggita a ciò che ho interno, vedo la città, vedo Overcast.
L'acqua ricopre tutte le strade, i palazzi sono distrutti, e ricoperti dalla vegetazione.
Non c'è l'attività dell'uomo, quindi la natura ha preso il controllo.
Mi chiedo se ci siano degli animali. Insomma, i volatili in teoria sono gli unici che possano essere sopravvissuti.
Il mio sguardo si dirige verso il confine, la barriera.
Perché? Perché siamo chiusi qui dentro? Perché siamo separati dal resto del mondo? Il governo usa questa specie di barriera per far restare tutta l'acqua all'interno, in modo da non distruggere tutte le altre città? Forse, non sanno che si sono ancora sopravvissuti.
Continuo a salire, e raggiungo Whitney.
Dietro di me c'è Drew, e tutti gli altri a seguire.

«qualcuno è già morto facendo questo allenamento?!» chiede Whitney.

«voi siete i primi a farlo.»

«quindi saremo anche i primi a morire!» grida in un tono straziato.

«pensa a salire, Whitney.» li ordina Drew.
«se cadi, moriamo anche tutti noi.»

«così impari a mettermi per primo! Ho sulle spalle troppa responsabilità!» grida provocando risate di sottofondo.

«stai zitto. Dovresti ringraziarmi.»

«ringraziarti per farmi salire in cima ad un grattacielo, senza corde, e soffrendo di vertigini?!» sbotta.

«si. Alza lo sguardo, Whitney. Non manca tanto alla cima.»

Alzo lo sguardo anch'io, è vero. Non manca molto.

«che cosa?! Come è possibile che io stia salendo una scala con-» si ferma, e guarda sotto di lui.
E urla terrorizzato. Oltre a vedere noi, ha visto a che altezza siamo.
Questo non va bene; prima era distratto, parlava, quindi andava avanti senza fare troppo caso a dove era. Ma ora, la paura ha preso il sopravvento. Se mette un piede male, se le mani iniziando a sudarli, -cosa che è probabile, dato che è agitato- e se scivola... siamo tutti morti.

«Whitney, avanti, sarai il primo a mettere piede sul grattacielo!» lo incoraggia Drew.

«no, no, non mi importa di essere il primo!» grida aggrappandosi forte ai tubi. Resta fermo immobile, chiude gli occhi, e sprofonda la faccia nelle sue braccia.

«c'è l'ha puoi fare, Whitney.» cerco di darli supporto.

«no, no! Voglio scendere!» urla a squarciagola.

«non puoi, devi solo continuare a salire!» risponde Drew.

«basta! Non ho intenzione di muovermi da qui!» grida.
«io... non c'è l'ha faccio, non posso...» questa volta sembra quasi piangere.

Bisogna distrarlo, Devo distrarlo.

«Whitney, quanti anni hai?» chiedo.

«non lo so, non lo so...» si lamenta.

«forza, pensaci bene.»

«ehm... prima dell'onda ne avevo sedici. Ma ora sono passati anni... quindi non ne ho idea.» mormora.
«però... non sono invecchiato, quindi si. Continuo ad avere sedici anni.» alza la testa dalle braccia, e apre gli occhi.
Sta funzionando.
«tu, Scarlett?»

Questa volta, sono io ad essere bloccata. Prima che l'onda sbriciolasse la mia vita avevo appena compiuto diciotto anni.
Mi ritorna in mente mia mamma che canta la canzoncina degli auguri, io che soffio sulla candelina, l'onda, le sue strazianti urla, io che cerco di prenderle la mano, e lei che muore davanti ai miei occhi.
Una lacrima bagna il mio viso, ma per fortuna il vento la fa scappare via.
«diciotto» dico solamente.

Whitney inizia di nuovo a salire su per i tubi, e tutti saliamo a sua volta.
«Drew, te invece?»

«qui a Overcast, abbiamo notato che non si invecchia, come hai detto tu. La nostra età è l'aspetto, rimangono quelli che avevamo prima dell'onda.» racconta.
«quindi, ho diciannove anni.»

Non so per quale motivo, ma sospiro, e sul mio volto compare un sorriso.
Drew è solamente un anno più grande di me.
Scuoto la testa. A cosa diamine mi metto a pensare? Anche se avessimo avuto la stessa età, non potrebbe minimamente importarmi.
Continuo a salire, non manca molto, vedo già la cima del grattacielo.

«Billy ha la mia stessa età. Tu invece, Blair?» chiede Whitney.

«diciassette.» mormora.
«non avrò la soddisfazione di arrivare ad essere maggiorenne! Ti invidio, Scarlett!» alza la voce, con tono geloso e irritato.

«non lo fare fossi in te.» rispondo.

«e perché?»

«ho compiuto diciotto anni il giorno dell'onda.»
Blair non risponde, nessuno risponde. Ma non saprei nemmeno io cosa dire.

Continuo ad andare avanti, Whitney arriva in cima, scavalca il muretto, e scende nel tetto.
Urla, ma questa volta di felicità.
«sono il primo! Il primo ad essere salito qui sopra!»

Arrivo anch'io, salgo sul muretto, lui me tende la mano, ed io l'afferro.
Mi giro intorno, il tetto è grande. Mi affaccio, non riesco a vedere niente da quassù, vedo solo nuvole.

«grazie, Scarlett» mormora Whitney.

«ho solo seguito la seconda regola» dico sorridendo.
Mi avvicino di nuovo al muretto, Drew è arrivato. Li tendo la mano, ma lui mi guarda sorridendo e mi batte il cinque.

«bel lavoro, Scarlett» scende sul tetto, e si sporge dando la mano agli altri. Sbuffo, e mi volto d'altra parte.

Billy e gli altri si buttano a terra esausti, si sentono solo loro respiri affannati mischiati al fruscio del vento.
Io mi avvicino al bordo, mi siedo sul muretto, mettendo le gambe a penzoloni sul vuoto.
Guardo in basso, vedo solo nuvole. Alzo lo sguardo, vedo altre nuvole. Sono nel cielo, è una bella sensazione.

Sorrido, ma non so neanche il perché.

𝘖𝘝𝘌𝘙𝘊𝘈𝘚𝘛  -ɢʟɪ ɪᴍᴘᴇʀꜰᴇᴛᴛɪ-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora