𝘊𝘈𝘗𝘐𝘛𝘖𝘓𝘖 𝘊𝘐𝘕𝘘𝘜𝘈𝘕𝘛𝘈𝘛𝘙É

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Cammino lungo il corridoio che porta alle stanze, e leggo i numerini: 1,2,3... 4. La nostra stanza.

Sono le sette e mezza, e devo prepararmi prima di iniziare i nostri compiti. Devo entrare in camera, ma ho paura di farlo. Ho paura di vedere il dolce sguardo di Drew, quando invece io vorrei urlarli perché continua a nascondermi la sua storia. Vorrei di nuovo urlarli se si fida di me.
Mi chiedo, perché mi ritrovo ogni volta a pormi questa domanda. Mi mordo l'interno della guancia, e strigo i pugni, cercando di impedire alle lacrime di scendere. Sarò una persona con problemi di fiducia a quanto pare... ma ho bisogno di sapere la verità. Non mi sembra chiedere troppo. Insomma, voglio conoscere la persona che amo, e con cui condivido la mia vita.

Fisso ancora una volta il numero "4" sulla nostra porta, prendo un respiro, ed entro nella stanza.
Tengo lo sguardo basso, e vado dritta verso l'armadio per prendere la tuta nera con gli stivali.

«Ehy, buongiorno» mormora alle mie spalle.
Mi mordo il labbro, e strizzo gli occhi cercando di non far scendere le lacrime.
«Dove sei stata?» Non rispondo, non perché non voglio, ma perché non ce l'ha faccio. Sono sicura che se apro bocca scoppierei a singhiozzare.

Cerco di fretta i vestiti nell'armadio, ma sento Drew alzarsi dal letto venendomi incontro.
Mi prende il braccio, facendomi voltare verso di lui. Ed io, tengo lo sguardo basso, non volendo guardarlo negli occhi. Farebbe troppo male, anche se vorrei. Vorrei prendermi nel suo sguardo come ogni volta, ma so che se lo facessi sarebbe come arrendermi.

«Scarlett, cosa succede?» Mi solleva il mento con due dita obbligandomi a guardarlo, ma io mi tiro in dietro per sfuggire alla sua presa.

«Sai, pensavo di essere io ad avere problemi di fiducia qui, ma in realtà non è affatto così.» Dico puntandoli il dito contro.
«Te lo ripeto, Drew. Tu mi conosci senza filtri, sai qualsiasi cosa di me, ma io? Posso dire lo stesso?»

«Scarlett, di cosa stai parlando? Spiegami.» Mi guarda confuso, ma allo stesso tempo è calmo, calmissimo come al suo solito. Ed invece, io sto impazzendo.
Mi fa uscire di testa questo contrasto.

«Sono venuta a sapere, da un'altra persona...» specifico. Perché fa più male quando scopri qualcosa da un'altra persona. Fa ancor più male.
«Cosa ci facevi in cima al grattacielo il giorno dell'onda.» Dico cercando di non scoppiare in mille lacrime.
«Ho scoperto cosa hai passato prima di conoscermi, quando avrei voluto che fosti tu a parlarmene.» Cerco di scandire parola per parola, anche se mi è difficile in questo momento.
Sento il cuore bruciarmi, e andare a fuoco. Brucia brucia e brucia ancora.
«Ma tu non ne avevi intenzione di dirmelo, vero? Ti fidi così tanto di un'amica per raccontarli cose così private, ma non ti fidi di raccontarle alla persona che dici di amare, e che ti sei portato a letto?» Respiro affannosamente per aver parlato di corsa, e con la mano scaccio via le lacrime che sono sfuggite. Poi alzo lo sguardo, e lo guardo negli occhi. Ed è lì, che scoppio in lacrime.
Mi guarda, con la bocca aperta, sorpreso, senza sapere cosa dire.

«Scarlett...» Balbetta.
«Giuro, avrei voluto parlartene, ma io...»

«Ma tu cosa?» Chiedo in mille lacrime, con una voce strozzata.
«Non ti fidavi abbastanza?» Abbasso lo sguardo, passandomi le mani tra i capelli, e poi sugli occhi per scacciare le lacrime.

«Quelle cose, le avevo dette solo a Keir. Ma a quanto pare, le aveva spifferate a Brooke.» Mi afferra un braccio, ma io lo ritiro indietro.
«Lo sapeva lui, e volevo che non lo sapesse nessun'altro. Volevo dimenticare, cercare in qualsiasi modo di cancellare quei ricordi da me. Pensavo che se non ne avrei più parlato con nessuno, forse sarei riuscito a dimenticarle.»

«Ed ha funzionato? Ha funzionato almeno?» Chiedo con una debole voce cercando di controllare le lacrime.
«Drew, se seppellisci in te le cose, crei l'effetto opposto di dimenticarle. Scegli di non affrontarle, chiudendole in te. E così... è ancora peggio!» Quasi grido.
Ma è vero, quello che ho detto.
Lo so. Lo so, per esperienza.

«E me ne stai facendo una colpa?!» Quasi urla scrollandosi di dosso la sua calma, come se fossero goccioline d'acqua.
Rimango interdetta, guardandolo urlarmi contro.
«Se non ti ho raccontato cose del genere, magari c'era un motivo, non credi?!» Questa volta grida.
«Ma no, tu devi subito saltare alla conclusione del "non mi ami" o del "non ti fidi"» Mi punta il dito contro, e si avvicina a me, così tanto da far toccare i nostri corpi.
«Scarlett, te lo già detto e te lo ripeto, se non ti ho raccontato niente di tutto ciò, è perché non volevo neanche ricordarle! Mi vergogno di quel lato debole di me, quindi cerco di dimenticarlo! Solo perché tu riesci a confidarti con gli altri con più facilità non vuol dire che ne siano capaci anche gli altri!»

«Ah, ma certo, allora scaricami pure addosso a me la colpa, avanti!» grido.
«Non ti sto facendo una colpa perché non mi hai raccontato cosa hai vissuto, ma ti sto chiedendo perché non l'hai fatto, quando invece io mi sono aperta con te!»

«Allora problema risolto, ecco qui come era la mia cazzo di vita prima di conoscerti!» Sbotta gesticolando.
«Dopo la morte di Eddy, e dei miei genitori, ero solo e a pezzi. Ero depresso, non riuscivo manco ad alzarmi dal letto senza scoppiare in lacrime e crollare a terra! Così, un giorno stufo di tutto ciò sono salito sulla cima di un grattacielo. Avevo pensato che morire avrebbe risolto tutto, volevo mettere fine al dolore insopportabile che provavo ogni giorno! Sono salito sul muretto, e stavo per lanciarmi, se non fosse che quella cazzo di onda è arrivata distruggendo tutta la città! Ho perso i sensi, e mi sono risvegliato in questo mondo! Ho conosciuto Keir, il mio migliore amico, la persona che è riuscita a farmi tornare la voglia di vivere! Ma no, la vita deve essere fottutamente crudele con me, ho perso pure lui, senza poter fare nulla per salvarlo!» Urla, urla di rabbia e di dolore, ma il suo viso è rigato dalla lacrime.

«Ecco. Ecco come era la mia cazzo vita prima di conoscerti. Ero, un ragazzo debole, a pezzi, distrutto dal dolore! E me ne vergogno, e disprezzo quella parte di me!» Mi afferra il mento con più forza del solito, mi fa quasi male, ma so che non è una sua intenzione. Mi obbliga a guardarlo, e nei suoi occhi blu non mi sembra più di vedere un cielo limpido, calmo, tranquillo, ma mi sembra di vedere le fiamme che ardono.

«Quindi scusa se non ho avuto la forza di raccontarti tutto questo, ma adesso finalmente lo sai! Sei soddisfatta? Adesso capisci quanto cazzo mi fido di te?» Mi guarda negli occhi, i suoi sono pieni di lacrime, ma allo stesso terribilmente letali, terribilmente affascinanti, e terribilmente attraenti. Sono come una lama affilata, tagliente come la punta del diamante contro un'altro diamante. Io e lui siamo così. Siamo due diamanti, che si affilano e tagliano a vicenda.

Respira affannosamente, e preme le sue labbra contro le mie, intrufolando velocemente la lingua nella mia bocca, togliendomi il fiato di dosso.
Mi bacia con forza, lasciandosi trasportare dalla rabbia e dal dolore, ed io ricambio, aggrappandomi a lui come se fossi in bilico tra la vita e la morte.

Avvolge la sue mani ai miei capelli, ed io faccio scivolare le mie mani sotto la sua maglietta, facendo scorrere le dita lungo i suoi addominali. Ansimiamo entrambi tra un bacio e l'altro, e ogni volta le farfalle nel mio stomaco si infiammano, bruciando con una fiamma più potente, più viva.
E quando entrambi non abbiamo più forza, appoggiamo la fronte l'una contro l'altra, arrendendoci al dolore e alla rabbia.

«Mi da forza, stare al tuo fianco, Scarlett.» Sussurra.
«Mi fai sentire forte, invincibile, e coraggioso.»
Prende il respiro, e poi continua: «Mi hai cambiato la vita, mi hai salvato.»

«Sei più forte di quello che pensi, Drew. Ti ammiro, lo sai.» Premo un'ultima volta le labbra contro le sue, e porto le mani sul suo viso.

«Perché finiamo sempre per urlarci la vita a vicenda?» chiede passando un dito sopra le mie labbra.

«Forse perché siamo troppo stupidi. O forse, perché ci amiamo troppo.»

𝘖𝘝𝘌𝘙𝘊𝘈𝘚𝘛  -ɢʟɪ ɪᴍᴘᴇʀꜰᴇᴛᴛɪ-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora