𝘌𝘗𝘐𝘚𝘖𝘋𝘐𝘖: "𝘴𝘪, 𝘮𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘤𝘪𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘳𝘢𝘪 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘱𝘰𝘴𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘮𝘦."

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DREW


Osservo Brooke, era da tanto che non la vedevo sorridere in questo modo. Sorrideva così quando era al fianco di Keir.
Mi sale un nodo alla gola, e il petto inizia a bruciare. Distolgo lo sguardo, ed inizio a sbucciare la mela che ho davanti.
Mi tornano in mente i ricordi che ho del mio migliore amico, fino a che lo sguardo di Scarlett mi calma.
Sospiro quasi di sollievo, e ritorno a respirare. Il suo solo sguardo è riuscito a spazzare via ogni cosa, come un tornado durante una tempesta.
La osservo, fino a quando lei distoglie lo sguardo.
Mi viene quasi da sorridere, ha le gote rosse.

«vi lascio mangiare in santa pace» dice lei.
Si alza, e raccoglie le bucce della mela mettendole nel vassoio.

«si, anch'io.» dico facendo lo stesso.

Non avevo più intenzione di stare a guardare Brooke e Cole flirtare.
Certo, sono felice per Brooke, sono felice che dopo tanto è riuscita ad andare avanti, ma mi ritorna in mente Keir.
Quello sguardo sorridente... era lo stesso che aveva con lui.
Lei è andata avanti, dovrei farlo anch'io.
Ma perché... perché è cosi difficile?

«d'accordo, allora a dopo!» ci saluta Brooke. E Cole alza il braccio salutandoci.

Seguo Scarlett fino al bancone della cucina, posiamo i vassoi, buttiamo nel cestino le bucce, e mettiamo sotto l'acqua il piatto con il bicchiere.
Insieme iniziamo a salire le scale per arrivare al piano superiore; le lancio un'occhiata, sono preoccupato per lei.
Scarlett è una frana a mentire, e me ne sono accorto.
Ho paura che quei tre li abbiano detto o fatto qualcosa. Sarebbero capaci di tutto pur di non farsi superare da qualcuno più bravo di loro.

«puoi difenderti in caso di necessità» sento il bisogno di dirle.
Certo, la violenza non si può usare, ma se lo devi fare per proteggerti è un'eccezione.

«perché me lo dici?» chiede.

Mi fermo di camminare, e mi volto verso di lei.
«perché quei tre faranno il possibile per vederti crollare.» dico guardandola negli occhi.
Ho bisogno che capisca quanto possono essere pericolosi.
Scarlett è una testarda, farà di testa sua, lo so. Ma in questo momento deve darmi retta.
Noto che abbasso lo sguardo, così le afferro il mento con due dita obbligandola a guardarmi.
«non restare mai sola. Capito?» dico.
Lei annuisce, allora la lascio andare.
Non so per quale motivo mi sento così protettivo nei suoi confronti, devo ancora capirlo.
So solo, che ho bisogno di proteggerla a qualunque costo.

«pensi che io sia debole?» chiede lei mordendosi nervosamente il labbro.

«no. Al contrario, sei forte, Scarlett.» dico guardandola negli occhi.
Dico sul serio, ammiro come Scarlett sia forte. Non so cosa abbia passato, ma l'ammiro.
«ma loro sono in tre.» aggiungo.

«d'accordo» quasi sussurra.

La osservo, sta stringendo la presa nei pantaloni, e si morde l'interno della guancia.
Lo fa sempre quando è agitata.
La guardo negli occhi, sembra preoccupata, e perfino spaventata.
Mi avvicino a lei, e le porto automaticamente una mano sulla guancia, accarezzandole con il pollice lo zigomo.
Voglio che si calmi, voglio che si possa sentire al sicuro al mio fianco.
Noto che la sue espressione è cambiata, le sue gote sono di nuovo rossastre, e sussulta al mio tocco.
Sono così vicino a lei che sento i nostri respiri mischiarsi. Forse sono troppo vicino, ma al momento non mi interessa.
Sono riuscito a calmarla, ma ora sono io quello agitato.
I suoi occhi color nocciola mi stanno studiando, sembra quasi analizzare ogni più piccolo particolare del mio viso.
Il mio battito accelera, quando noto che il suo sguardo cade sulle mie labbra. Faccio lo stesso in automatico. Mi faccio coraggio, e porto il pollice sulle sue labbra. Sono morbide come la seta, e di un colore rosso fragola. Ci passò delicatamente il dito sopra, come se fosse qualcosa di irraggiungibile per me.
Vorrei baciarla. Desidero baciarla, ma non posso farlo.
Non sono sicuro che li piaccia, e tantomeno, non vorrei che avesse paura di me.
Sono qui al suo fianco per calmarla, e non per farla scappare via. Non vorrei mai che mi vedesse come vede Riley e Kelsi.
Io voglio che mi veda come una persona su cui possa fare affidamento, e che possa confidarsi.  Oppure, semplicemente come la prima persona da cui correrebbe se avesse un problema.

Ritiro la mano, e le lancio un'ultimo sguardo.
«e meglio che tu vada a dormire.» sussurro.

Si porta una mano ai capelli imbarazzata, e poi mormora: «si, hai ragione»

La guardo un'ultima volta, prima di dirigermi verso il bagno. Sembra quasi ferita. Sperava che la baciassi? Oppure era troppo imbarazzata per la situazione che si era creata?
Però, se fosse stata a disagio si sarebbe allontanata. Invece era lì vicina a me, si rilassava al mio tocco, e aveva le sue gote rosse.
Si, mi sa che sperava che la baciassi.
Lo speravo pure io.

Mi fermo sull'uscio della porta, in speranza di vederla ancora alle mia spalle.
Mi volto, e la vedo.
È lì immobile, come se non avesse la forza sufficiente per far spostare il suo corpicino.
È lì immobile, che mi guarda.

Sorrido, e poi le dico: «domani hai la sveglia presto, riposati.»

«non ci svegliamo alle sette?» chiede confusa.

«si, ma alle cinque verrai in un posto con me.»

Ci vogliono pochi secondi per realizzare qualcosa. Come ci sono voluti pochi secondi per realizzare che l'onda stava distruggendo la nostra città, e ci sono voluti pochi secondi per realizzare che ho perso la testa per una ragazza. Per "la ragazza" di nome Scarlett.
Ora ho capito cosa intenda dirmi Brooke.
Perché la mia testa, non fa altro che pensare e ripensare a lei, proprio come un suono persistente che si ripete in continuazione in una stanza vuota, senza lasciare un secondo di silenzio e quiete.

Si, la mia testa in questo momento è così.
È al centro, di una bellissima tempesta.

𝘖𝘝𝘌𝘙𝘊𝘈𝘚𝘛  -ɢʟɪ ɪᴍᴘᴇʀꜰᴇᴛᴛɪ-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora