𝘊𝘈𝘗𝘐𝘛𝘖𝘓𝘖 𝘘𝘜𝘈𝘙𝘈𝘕𝘛𝘈

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Cammino lungo la piazza centrale, che è popolata da famiglie, e i bambini corrono da una parte all'altra.
Sembra più che sia io a giocare a schivarli.

Mi volto verso Drew, che si diverte a fare saltellare i bambini, oppure a farli passare sotto le sue gambe, mettendo poi la mano per farli battere il cinque.
Sorrido a vederlo.

Per un momento mi sembra quasi di vedere noi in un futuro, ma poi i pensieri si fanno più cupi. Mi domando se mai avremo un futuro, o se invece verrà tutto distrutto.
Il sorriso mi svanisce, diamo tutto per scontato, quando invece non lo è.
Se mi fosse stato detto che il giorno del mio compleanno la mia vita sarebbe cambiata, e che mi ritroverei a vivere in un altro mondo, io li avrei presi per pazzi. E invece, eccomi qui.
Non sapremo mai cosa potrebbe succedere in futuro. Per questo, dobbiamo vivere ogni secondo come se fosse l'ultimo.

Raggiungiamo il grattacielo dei Generale, ed entriamo all'interno.
Mi viene in mente che ieri sera io e Drew ci siamo subito addormentati senza riuscire a parlare come ci eravamo promessi, ma lo faremo. Lo faremo al più presto.

«Scarlett, Drew, mantenete la calma se non volete che finisca male.» mormora Ave improvvisamente mentre saliamo le scale.

«che cosa?» chiedo confusa.

«i Leader, ci tengono d'occhio. E sopratutto voi nuovi arrivati.» continua Kai.
«se vi fate marcare male, è finita.» ha un tono serio, fin troppo per appartenergli.

«fingete di darli corda, e che riposando avete riflettuto.» continua Ave.

«d'accordo» dice Drew.
«ma vi avviso, Scarlett fa schifo a mentire.»

Li lancio un'occhiataccia, ma ha ragione. Sono veramente una frana nel raccontare bugie.

«allora lascia parlare Drew.» mi dice Ave.
«parla solo se viene interpellata, e non usare toni provocatori.»

«si, ho capito.» annuisco.

Continuiamo a salire le scale, e il mio cervello inizia a porsi mille domande.
Perché ci osservano? Perché dobbiamo fingere di essere d'accordo con loro? Perché non dobbiamo sfidarli? E perché... sembrano tutti così spaventati? Chi sono veramente i Leader prescelti? Cosa hanno in mente?
Scuoto la testa, tutte queste domande mi stanno facendo venire un gran mal di testa.

Sii d'accordo, e menti. Menti, senza dare nell'occhio.
Non dire quello che pensi, e sopprimi la curiosità.
Resta calma, e fingiti intimorita.
Chiedi perdono, e sii dalla loro parte.
Menti. Menti, menti e menti ancora.

✿ • ✿ • ✿

«prescelti, ben tornati.» Jodene sorride, e ci fa cenno di accomodarci nelle poltrone.

Mi siedo, e metto le mani in tasca. Dato che sembrano quasi tremare dall'ansia.

«ditemi, siete riusciti a riposare? Vi siete trovati bene nella vostra nuova casa?» chiede.

«si, è bello avere di nuovo in stanza tutta mia.» risponde Brooke.
«era da tanto che non dormivo così bene»

«mi fa piacere.» sorride.
«avete riflettuto sul video che vi abbiamo mostrato? Sono certa che potremo parlare più tranquillamente, adesso che avete avuto tempo di riorganizzare le informazioni che vi sono state date.»

«le chiedo scusa se l'ultima volta ho alzato la voce. Non era mia intenzione, mi creda.» risponde Drew.
«sono arrivato ad una conclusione, e per quanto sia stato un grande cambiamento, lo è stato in modo positivo. Ho avuto modo di osservare la civiltà che popola Overcast, e non mi sono mai sentito così bene.
Qui regna la bontà, e l'altruismo. Cosa che una volta non esisteva.
Mi è stato detto che il Northside è il southside dipendono l'uno dall'altro, e che nonostante siano mondi differenti convivono in pace.
Insomma, noi non siamo separati da loro tramite recinzioni, ma solo una striscia di carbone.
E questo, dice tutto.»

«hai perfettamente ragione. E sono felice, che tu abbia cambiato idea. E tu Scarlett Reed? Dimmi, cosa ne pensi?» mi osserva.
E il suo sguardo, che non è per nulla umano, mi mette addosso una gran ansia.
Chi ho davanti? Chi è la persona perfetta che mi guarda?

«io...» mormoro.
Sono arrabbiata, disgustata, e provo ribrezzo nei vostri confronti. Ve ne state seduti comodamente in una sedia, quando avete ucciso migliaia di persone solo per realizzare una vostra utopia.
Avete ucciso i miei genitori, avete ucciso mia mamma.
«ho pensato a lungo... e l'unico motivo per cui mi sono arrabbiata così tanto...» esito, e tiro su con il naso come se stessi per scoppiare a piangere.
«avevo solo bisogno di incolpare qualcuno per la morte dei miei... io...» fingo di star asciugando le lacrime, anche se in realtà solo a nominarli le lacrime scendono da sole.
«mi dispiace, voi avete solo cercato di salvare un mondo che andava distrutto... ed io mi sono arrabbiata non vedendo veramente quello che state facendo per noi. Avete creato una nuova società, con lo scopo di permetterci ancora di vivere.» mi asciugo gli occhi, e mormoro: «grazie»
Sto per vomitare.

«sono colpita da quello che hai detto, e sono onorata per le tue parole.
Scarlett, sei ferita, e ci vorrà del tempo per far curare la ferita. Mi dispiace, per i tuoi genitori, ma sappi, che loro sarebbero felici di sapere che stai bene, e che soprattutto avrai un futuro. In fin dei conti, è quello che hanno sempre desiderato per te.» sorride, e mi osserva, come se provasse compassione per me.

Odio, odio odio odio e odio quello sguardo.
Sei dispiaciuta per i miei genitori, quando sei la causa della loro morte?
Ma per favore, non ho mai sentito stronzata più grande di questa.
Mi mordo l'interno della guancia, e mi ribolle il sangue nelle vene. Vorrei alzarmi da questa poltrona e urlare fino a consumare le corde vocali. Voglio alzarmi, e prenderla per i colletto della camicia.
Voglio urlare. Urlare, urlare urlare urlare e urlare.

«si, ha ragione. Sarebbero felici.» abbozzo un sorriso, anche se tempo un secondo e svanisce.
Si, mia mamma sarebbe felice di sapere che combatto per i miei ideali.
Si, sarebbe felice, di sapere che che lotterò contro di te per non permettere di renderci perfettamente disumani.
Si, ne sarebbe proprio felice.

«bene, allora spero di rivederti, Scarlett Reed.» sorride.
«sono curiosa di sapere che compito sceglierai. Mi piacerebbe averti al mio fianco.»

«compito?» ripete Billy.

«esattamente. Ogni abitante che si rispetti, ha un proprio compito da svolgere in città.» risponde Joseph.
«un po' come un lavoro, solo che non si viene pagati con i soldi. Dato che qui ad Overcast, non hanno alcun valore.»

«quindi è una sorta di beneficenza?» chiede Riley.

«in un certo senso. Non lo si fa solo per gli altri, ma anche per se stessi.» continua.
«ad ogni modo, Ave vi illustrerà i compiti, in modo che potrete scegliere.»

«posso fare una domanda?» chiede improvvisamente Cole.

«certo, dimmi pure» Joseph sorride.

«avete detto che gli essere umani li state svegliando pian piano... quindi, in che anno siamo adesso? Immagino non sia più il 2024.»

«corretto, siamo avanti di parecchi anni.» dice Joseph.
«non siete invecchiati grazie al processo di congelamento controllato, quindi avete la stessa età del giorno dell'incidente. Pertanto, adesso siamo nell'anno 4024. Sono passati esattamente 2000 anni, dal giorno del vostro incidente.»

Mi si ghiaccia il sangue nelle vene.
Ho la pelle d'oca, i capelli rizzati, e neanche una parola mi esce dalla bocca.
Sono passati 2000 anni, da quando i miei genitori sono morti. E a me, sembra solo ieri.
Siamo nel 4024. Non riesco nemmeno a realizzarlo.

«4024?!» sbotta Billy.

«È normale sentirsi scioccati, per voi non è passato neanche un anno, dato che siete stati svegliati solo un mese e mezzo fa.» continua Joseph.
«eppure, sono passati tantissimi anni.»

«bene, il colloquio può finire qui, abbiamo faccende da svolgere i quanto Leader Prescelti.» Jodene si alza dalla sedia, e noi facciamo lo stesso.
«spero che adesso avrete la mente più chiara, quindi vi lasciamo alle scelta dei compiti. A presto, prescelti.»

𝘖𝘝𝘌𝘙𝘊𝘈𝘚𝘛  -ɢʟɪ ɪᴍᴘᴇʀꜰᴇᴛᴛɪ-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora