𝘊𝘈𝘗𝘐𝘛𝘖𝘓𝘖 𝘛𝘙𝘌𝘕𝘛𝘖𝘛𝘛𝘖

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«questo è il salotto, infondo c'è la cucina e la sala da pranzo.» ci spiega Ave mostrandoci la stanza che abbiamo raggiunto. È quella all'ultimo piano.

La stanza è abbastanza ampia, e molto illuminata, per via delle solite vetrate cha la circondano.
Il pavimento in marmo bianco, le pareti di un grigio scuro, e gli arredi sono sul nero.
Sulla sinistra ci sono tre divani messi in cerchio, un soffice tappeto, e una televisione.
La osservo stringendo automaticamente il pugno. L'ultima volta che ho visto la tv era il giorno del mio compleanno, quando hanno dato la notizia del tsunami che stava colpendo NewYork.
Mi viene un nodo alla gola solo al pensiero.
Ogni cosa è collegato a quel giorno, quindi come posso cercare di dimenticarlo, quando questo dannato mondo me lo ricorda ogni volta?

«qui non abbiamo compiti.» continua Ave.
«se vuoi mangiare te lo prepari, se devi lavare i vestiti lo fai.» fa qualche passo lungo la stanza, e la seguiamo lungo un corridoio.

«qui non abbiamo un dormitorio comune, come quello della vecchia base.» dice Kai.
«ognuno ha la sua stanza, alcune sono anche per due persone.» cammina lungo il corridoio, e noi lo seguiamo guardandoci intorno.

«come mai?» chiede Billy.

«serve davvero che te lo spiego?» Kai inarca un sopracciglio.

«altrimenti non te l'avrei chiesto.»

Kai si porta una mano sulla fronte, sospira, e poi dice: «a noi non piace scopare in pubblico, sai?»Kai riprende a camminare, e Billy rimane in silenzio imbarazzato.

«È solo una questione di privacy» aggiunge Ave sorridendo.
Bussa ad una porta, -la numero cinque- e dice:
«ragazzi! Ci sono i nuovi arrivati!»

Per un attimo c'è silenzio, e poi una voce grida: «arrivo!» e un'altra: «un secondo!»
Dalla stanza esce un ragazzo, è alto, hai gli occhi scuri, così come i capelli. Ha la pelle chiara, e indossa una tuta nera che lo rende... attraente. Deve essere ben allenato.
Mi guarda, ha un bel sorriso.

«James, piacere.» alza il braccio per salutare.

Una ragazza sbuca da dietro di lui e dice: «io invece sono Beth»
La osservo, è davvero carina. Ha i capelli rossi, e gli occhi verde chiaro.
Ha delle lentiggini sul viso che la rendono adorabile.

«loro sono: Scarlett, Drew, Brooke, Cole, Billy e Riley.» dice Ave indicandoci.

«piacere» abbozzo un sorriso, e mi guardo in torno.

«giusto, le stanze.» annuisce Ave.
«c'è qualcuno di voi che vuole una stanza per due?»

«io e Scarlett la prendiamo.» dice Drew lanciandomi un'occhiata.
Io annuisco.

«anch'io e Brooke.» dice Cole sorridendo.

«perfetto, potete prendere la numero tre e quattro.» dice.
«voi due singola?» chiede riferendosi a Billy e Riley.

«si, non vado a letto con gli uomini.» sbuffa Riley.
«quale è la mia?»

«numero uno. Billy, tu puoi prendere la cinque .»

✿  • ✿ • ✿

La nostra stanza è la numero quattro.
La camera non è grandissima, ma neanche piccola. Il giusto, ecco.
Ha anche un bagno privato, e questo è un sollievo, dato tutte le esperienze traumatiche che ho passato.
Mi guardo in torno, il pavimento è in marmo bianco, e le pareti sono di un grigio scuro.
Il letto è matrimoniale, ed tutto nero.
Non mi era mai capitato di vedere un letto con colori scuri.
La stanza è illuminata dalla vetrata, che affaccia sulla vista dall'alto del resto dei grattacieli.
Ci sono due comodini, e un armadio spazioso.
Si, sono entrambi di colori scuri.
L'arredata Kai questa stanza?

𝘖𝘝𝘌𝘙𝘊𝘈𝘚𝘛  -ɢʟɪ ɪᴍᴘᴇʀꜰᴇᴛᴛɪ-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora