𝘖𝘝𝘌𝘙𝘊𝘈𝘚𝘛 -ɢʟɪ ɪᴍᴘᴇʀꜰᴇᴛᴛɪ-

𝘊𝘈𝘗𝘐𝘛𝘖𝘓𝘖 𝘚𝘌𝘚𝘚𝘈𝘕𝘛𝘈

Rimango immobile, ferma, congelata sul posto.
Il mio corpo trema, lo stomaco mi si contorce, e il cuore batte alla velocità della luce.
No, no, e ancora no.
Non sparerò il siero ad un bambino.

«Sparali, Scarlett.» Ripete Jodene.
Sparali. Ripete una voce dentro di me.
Se non li spari, lei dubiterà di te.
Se dubita di te, il piano per riprenderci il controllo potrebbe saltare.
Sparali, non lo ucciderai.
Sparali, dura solo qualche ora l'effetto.
Sparali, non sentirà male.
Sparali, sei una guardia. È questo il tuo compito.

Ingoio il nodo alla gola, prendo un respiro, e il coraggio di aprire bocca.
«Non sta causando problemi, e abbiamo già scelto il trasgressore.»

«Non sto chiedendo il tuo parere, ti sto dando un'ordine.» Jodene si avvicina e mi guarda dritto negli occhi.
I suoi sono fatti di circuiti, e i miei a momenti di lacrime.

Mi mordo il labbro, e stringo la presa sul fucile.
No. No e no. Non ho intenzione di spararli.
Non ho intenzione di sparare il siero ad un bambino.

«Sparali, cazzo.» sussurra Riley alle mie spalle.
Si, sparerei molto volentieri a te. Vorrei rispondergli.
«Lo faccio io al suo posto.» Dice sorpassandomi.

«Ne sono sicura che ne saresti capace, ma non ne sono tanto sicura riguardo Scarlett. O magari riguardo Brooke, o Drew.» Ci osserva uno ad uno, fino a che ferma lo sguardo su Drew.
«Drew, spara al trasgressore.» Jodene è seria, ma sulle labbra ha un sorriso. Vorrei strapparglielo e calpestarlo.

Lei lo sa. Lei lo sa, che Drew non lo farebbe mai.
E lo so pure io. Perché Drew, guarda quel bambino con lo stesso sguardo con cui guardava suo fratello.
Vede Eddy, in quel bambino. E questo, glielo leggo negli occhi.

«Sparali, Drew.» Ripete Jodene.
«Sparali, o sarò costretta dubitare sulla vostra lealtà.»

Tamburello con il piede a terra, mi mordo nervosamente il labbro, e distolgo lo sguardo dal bimbo.
Torno a guardare Drew, che stringe il pugno, e non ha la minima intenzione di toccare il fucile.
Non vorrei farlo nemmeno io.

Prendo il fucile in mano, lo carico, le mani mi tremano dannatamente forte, e vorrei scoppiare a piangere da un momento all'altro.
Mi mordo di nuovo l'interno della guancia, fino a farmi uscire il sangue.
Alzo il fucile, prendo la mira, come quando lo facevo con il manichino.
Ma questo... questo è un bambino. Un bimbo di a malapena cinque anni, ed io devo spararli il siero, perché se non lo faccio sarà la nostra fine, e non potremmo salvarlo con il resto degli innocenti quando faremo irruzione.

Trattengo il respiro, e chiudo gli occhi.
Chiudo gli occhi, perché non ho la forza di guardare quello che sto per fare.
Chiudo gli occhi, perché non voglio guardare il bambino mentre li sparo il siero.
Mi odio, odio odio e odio così tanto in questo momento. Come mi disprezzo, disprezzo disprezzo e disprezzo così tanto.
Trattengo ancora una volta il respiro, metto la mano sul grilletto, trema così forte che non riesco neanche a stare ferma.

Strizzo gli occhi.
Il mio cuore smette di battere.
I miei polmoni smettono di trattenere aria.
Premo il grilletto.

Sento il mio cuore frantumarsi il miliardi pezzettini, così piccoli che non si possono neanche più riattaccare insieme, quando sento il rumore dello sparo.
Mi sento come se qualcuno mi avesse pugnalato sullo stomaco, e stesse continuando a rigirare il coltello nella ferita.
Drew distoglie immediatamente lo sguardo, non ha nemmeno la forza di guardarmi negli occhi.
Non ce l'ho nemmeno io.