𝘊𝘈𝘗𝘐𝘛𝘖𝘓𝘖 𝘋𝘐𝘊𝘐𝘖𝘛𝘛𝘖

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Quasi tutti si sono tuffati, Cole se l'è cavata bene. È stato il più veloce a recuperare la bandiera.
Manchiamo ancora io e Whitney.  Io, che ho paura dell'acqua, e Whitney, che ha paura dell'altezza. Direi che siamo messi benissimo.

«Whitney, dammi la mano, saltiamo insieme.» dico lanciandoli un'occhiata.
È una buona opzione, perché sarebbe positivo per entrambi. Ma la cosa ha spaventarmi... è che se io corro troppo veloce, e lui troppo piano, potremmo finire entrambi spiaccicati sulla base.
Scuoto la testa, no, non succederà.

«saltare insieme?!» ripete spaventato.
«È una follia! non sembra un'idea sicura, preferisco la prudenza.»

«prudenza, qui a Overcast non esiste.» affermo.

«lo so... per questo motivo questo mondo non fa per me.» mormora abbassando lo sguardo.
«non sono adatto, aveva ragione, Blair.»

«ehy, Whitney...» dico con tono gentile.
«non devi ascoltare quello che dice lei.»

«ma ha ragione. Ha ragione, Scarlett! Non sopravviverò qui, lo so. Voglio poter ritornare alla vita che avevo prima di finire qui. Per quanto facesse schifo quel mondo... perlomeno non mi sentivo fuori posto. È orribile Scarlett, sentirsi diverso da tutti gli altri. Sentirsi in difetto, e non adatto. Quando arriviamo alla base, e sono sotto le coperte è l'unico momento in cui il mio corpo non trema. l'unico momento, in cui mi sento meglio, perché passo tutto il giorno con il terrore negli occhi, avendo costantemente ansia. Non c'è l'ha faccio più, sono stanco di avere continuamente paura.» si sfoga.

Lo osservo, non so come confortarlo. Per quanto mi manca mia mamma, se avessi la possibilità di ritornare alla mia vecchia vita rifiuterei.
Mi sento a mio agio qui, mi sento più viva di quello che non sono mai stata. E poi, ho Drew.
Questa nuova vita... per quanto bizzarra può essere, è adatta a me.
Certo, avrò da affrontare la paura dell'acqua, ma sono pronta a mettermi in gioco per superarla a tutti i costi.
Voglio sfidare questa nuova vita. Voglio rischiare, e azzardare.

«non salterò da sola. E nemmeno tu lo farai.» dico rivolgendoli uno sguardo.
«lo so che l'altezza ti spaventa, ma puoi contare su di me. Io ho paura dell'acqua, quindi avrò bisogno di te.» li tendo una mano.
«allora, che ne dici se ci aiutiamo a vicenda?»

Lui mi guarda per qualche secondo... e poi afferra la mano.
«tu sei pazza, Scarlett... non so quanto posso esserti d'aiuto.»

«sei più forte di quello che pensi, Whitney.» dico.
«ti ho visto come hai protetto Lily da Blair ieri sera»

«ho solo fatto quello che era giusto. Blair è una stronza egocentrica.»

«ecco, allora mostriamo a quella stronza egocentrica chi sei veramente.»

Lui mi lancia un sorriso, e io ricambio.
Facciamo qualche passo indietro, in modo da riuscire a prendere una bella rincorsa.
Lui mi stringe la mano, e iniziamo a correre.
Il battito del mio cuore inizia ad accelerarsi, e l'adrenalina inizia a prendere il controllo.
Ho paura. Ho paura che non corriamo abbastanza veloci da superare la base di cemento.
Questi sgradevoli e terrificanti pensieri vengo sostituiti da una bella e piacevole sensazione, una volta che saltiamo sul vuoto.

Le urla di terrore di Whitney, si mischiano alle mie di emozione. Batto le ciglia, e mi ritrovo già immersa nell'acqua. Ne sento il fruscio nelle orecchie, e l'acqua mi avvolge, quasi come quando ci si copre con una coperta. È fredda, ma in un certo senso piacevole. Sembra ricordarmi quasi di essere viva.
Trattengo il respiro, non riesco a vedere nulla. È tutto buio. Mi giro intorno, non riesco nemmeno a capire se sono sottosopra o meno.
L'ansia inizia a farsi spazio, e il terrore prende il sopravvento. Non vedo nulla, è completamente buio pesto. Con la forza del tuffo tocco il fondale con i piedi, -ora so di non essere sottosopra. So che la via d'uscita da questa gabbia oscura, è sopra alla mia testa.- sento dei rumori provenire dall'alto. Sono voci, brusii, ma non riesco a capire quello che stanno dicendo, e ne chi sia a parlare.

Allungo una mano ai miei piedi, sul fondale, riesco a sentire il cemento di quella che una volta era una strada.
Non vedo nulla, quindi tasto con la mano, cercando di trovare al più presto la bandiera.
Il fiato a disposizione inizia a mancarmi; cerco di calmarmi, ma l'ansia, la paura di morire, mi agita solo; mettendo da parte il mio raziocinio.
Mi dimeno da una parte all'altra, non respiro. Non riesco a più a respirare.
Il battito del cuore sembra accelerare, ma allo stesso tempo è come se da un momento all'altro si stesse per fermare. Non posso. Non posso morire così.
Mi dimeno ancora e ancora, fino a che scontro qualcosa con la mano. È la bandiera. L'afferro subito, e sento tirarmi da qualcuno verso l'alto.
L'avevo quasi dimenticato: io e Whitney siamo ancora per mano.

Mi mi do la spianta con i piedi sul fondale, in modo d'arrivare il più velocemente possibile a galla. Whitney mi tira verso l'alto, fino a che riemergo.
Strizzo gli occhi, tutta questa luce mi da quasi fastidio. Respiro affannosamente, sarà stato solo un minuto che sono stata sott'acqua, ma per me... è come se ci fossi stata un'eternità. Tossisco, l'acqua salata mi bagna le labbra, ha un gusto orribile.
Entrambi nuotiamo verso la barca, è vicina, Brooke tende una mano a Whitney, lui l'afferra e sale su.
Drew fa lo stesso con me, afferro la sua mano, osservo il muscolo del suo braccio teso, mentre mi tira su. Deglutisco, obbligandomi a guardare altrove. I suoi capelli castani, sono tutti bagnati, e le gocce d'acqua li bagnano il viso. Vorrei allungare una mano per asciugargliele.

«tutto bene?» mi chiede. Annuisco, e mi metto a sedere vicino a lui.
Brooke e Cole stanno remando nella direzione del nostro grattacielo. Sento il mormorio dell'acqua che viene spinta dai remi, e il fruscio del vento che mi asciuga i capelli.
Finalmente, si torna a casa.

"Casa" non pensavo che avrei mai chiamato così un posto che conosco appena. Eppure, mi ritrovo qui a difinire così il grattacielo in cui ormai vivo.
Mi viene in mente il giorno in cui sono arrivata, e la prima notte che ho dormito su un cuscino che non fosse il mio. Non aveva quel dolce profumo di lavanda, e tantomeno non mi apparteneva.
Ma adesso, inizio quasi a dimenticarmi di quel profumo. Quando arrivata la notte, e ci sprofondo la faccia, sento solo la fragranza di fresco, di pulito, e di detersivo.
Sarà lo stesso con i miei ricordi? Se penso al volto di mia mamma, a quello di mio padre, mi sembra quasi di averli qui davanti a me. Ma questo, sono tutto ciò che mi resta di loro. Più gli anni passeranno, e più la loro immagine si offuscherà. Non ricorderò più la loro voce, e tantomeno il loro aspetto.

Rimarranno solo un ricordo, tra mille e altri ancora.

Chiudo gli occhi per un'istante, non voglio. Non voglio dimenticarmi il volto della persona che mi ha cresciuta, non voglio dimenticarmi la voce morbida di mia mamma, e non voglio dimenticare il suo sorriso, il suo tocco, il suo profumo, e il suo dolce abbraccio.
Sento un nodo alla gola, e la vista mi si offusca dalle lacrime. Le scaccio via con una mano, anche se vorrei piangere.

Sussulto, la mano di Drew si intreccia alla mia.
Siamo seduti, l'uno affianco l'altro, immobili, ed in silenzio. Cullati dall'acqua, dal vento che sembra quasi abbracciarci, e avvolgerci con una fresca, e piacevole brezza.
Non dice niente, ma è come se mi stesse sussurrando miliardi di parole confortanti.
Il suo tocco, la sua presenza, è tutto ciò di cui ho bisogno in questo istante.
Sembra quasi riportarmi al presente, al mondo in cui adesso vivo.
La mia nuova "casa" è diventata il posto che mi appartiene. Dove vivo il mio presente, e costruirò il mio futuro. Al fianco delle persone che amo, e che adesso, sono la mia nuova famiglia.

𝘖𝘝𝘌𝘙𝘊𝘈𝘚𝘛  -ɢʟɪ ɪᴍᴘᴇʀꜰᴇᴛᴛɪ-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora