Capitolo 11

388 23 4
                                    

Qualche ora dopo iniziai ad aprire gli occhi,mi accorsi allora che non ero piu' nella vasca di sangue,ma ero stesa sul pavimento del bagno,riuscivo a vedere con gli occhi socchiusi un via vai di persone,e a sentire tante voci sovrapposte,non riuscivo a capire chi fossero,ma osservandoli un po' mi accorsi dagli abiti che erano medici,"cavoli erano li per salvarmi,non ero morta" pensai.
Cercai di Alzarmi,ma appoggiandomi sui polsi tagliati mi venne da urlare, una donna che era li accanto a me,mi guardo' e mi disse:"si stenda,non deve muoversi",non obbiettai e tornai distesa per terra come prima,la mia pelle era diventata bianchissima,sembravo un cadavere,peccato non fossi morta davvero.
Da quanto era bianca la mia pelle,riuscivo a vedere tutte le vene,come mai prima non era così quando mi serviva vederle ??,stavo li immobile ad ascoltare.
Poi La stessa donna rivolgendosi ad un'uomo dietro di lei disse:"Dobbiamo cercare di fermare l'emorragia sul polso destro,sta perdendo molto sangue.",dopo queste parole iniziai a sentire la voce di zayn:"Lasciatemi entrare,ha bisogno di me" continuava a gridare.
Cercai a fatica di guardare verso la porta,da dove proveniva il suono,e vidi che C'erano dei medici che lo bloccavano dall'altra parte della porta,era meglio così,speravo di morire al piu' presto e che lui non mi vedesse.
Sentii un ago entrarmi nel polso ancora una volte,stavo riprendendo le forze,e questa era una cosa che non andava affatto bene,cosa avrei detto a mia madre ???,non potevo andare li e dirle:"mamma non sono piu' vergine",mi avrebbero ucciso,per questo era meglio affrettare le cose e uccidermi da sola.
In un attimo sentii entrare una barella in bagno,senti quattro medici posizionare le mani sotto il mio corpo per provare ad alzarmi,due da una parte e due dall'altra.
Non potevo permettere che mi portassero in ospedale,con tutti i soldi e le conoscenze che avevano i miei genitori ci avrebbero rintracciato subito,iniziai a chiamare Zayn con tutta la voce che avevo.
Lo sentivo dimenarsi con i medici, "lasciatemi andare da lei" continuava a dirgli,sentivo le spinte e le urla,sembrava non lo volessero lasciare ma poi finalmente era li a tenermi la mano.
"Non voglio l'ospedale" gli dissi,poi continuai "ci troveranno e mi porteranno via per sempre"... dissi con le lacrime agli occhi.
"Rimarrai a casa qui da me,non andrai da nessuna parte lo giuro !" mi rispose accarezzandomi le guance.
La signora di prima pero' gli disse:"è impossibile,ha dei problemi mentali la ragazza,ha bisogno di assistenza,e in un centro psichiatrico troverà gli aiuti che le servono" .
Zayn non disse niente,nessuna risposta,mi strinse la mano e basta,io rimasi perplessa,io non ero malata,capivo bene tutto e non avevo bisogno di ospedali psichiatrici.
Rimanemmo in silenzio,il medico aspettava una risposta,io guardavo Zayn e speravo che prendesse la decisione giusta,per me ,per lui e per noi.
"Lei rimarrà qui" gli usci dalle labbra.
In un attimo la casa si svuoto',zayn mi prese e mi porto' a letto,i polsi fasciati e il bagno pieno di asciugamani rosso sangue.
Caddi in un sonno profondo e mi addormentai sfinita.
.......
(10 GIORNI DOPO)
Era passata circa una settimana e mezzo da avevo tentato il suicidio,ormai vivevo a casa di Zayn,il nostro rapporto da quella notte era cambiato radicalmente,ci parlavamo a malapena,ci parlavamo solo quando lui doveva informarmi degli orari per le sedute dello psichiatra.
Si,avevo iniziato ad andare da uno psichiatra perchè Zayn mi aveva costretto,mi diceva che mi serviva per sfogarmi,ma dentro di me sapevo che lui pensava che io fossi malata davvero.
Pensava che fossi pazza,a tal punto che iniziavo a dubitare di me stessa qualche volta,anche se non ero pazza,con tutto quello che avevo passato non potevo essere del tutto normale.
Le nostre giornate passavano come se io fossi un paziente e lui il medico,si occupava di me come un animale,mi curava,mi dava da mangiare e mi aiutava a fare il bagno,niente piu' baci,ne carezze,dormivamo ognuno nel suo letto,lontani.
La tensione in quella casa era palpabile,Non sopportavo piu' quella vita,volevo andare via di li,avevo bisogno di riavere la mia vita,quella vita che avevo dato via per Zayn e che lui non sembrava apprezzare.
Quel giorno aspettai che Zayn uscisse a fare la spesa e sgattaiolai via,prendendo le mie cose,Non lasciai nemmeno un biglietto,salì in auto e iniziai a guidare,guidai per circa una mezz'oretta e finalmente,iniziai a riconoscere il posto,quegli alberi,quel vialetto e quelle case.
Guardavo i numeri davanti alle case,e finalmente era li davanti a me la casa con il numero "4",scesi,non presi nemmeno le valigie e non spensi il motore dell'auto da quanto ero agitata,mi avvicinai alla porta e stringendo i pungi bussai,stavo tentando ancora un altro suicidio,ma non mi interessava.
"Oh mio dio,Fey!" mi disse mia madre spalancando la porta di casa nostra.

girl storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora