🦋AMANDA🦋

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Tyler aprì la porta della nostra stanza, senza preoccuparsi di bussare e annunciare la sua presenza. 

«Miles Rogers, eh?» cominciò, massaggiandosi il mento con due dita. «Scelta azzardata per la matricola che eri un tempo. Ti sei proprio buttata in un bel casino pensando che fosse il fidanzato perfetto, principessa»

Alzai gli occhi dal libro che tenevo sulle ginocchia e li spalancai nella sua direzione. Mi accolse la sua figura atletica, in una tuta grigia e aderente nei punti giusti. Quali, non credo sia necessario specificarlo.

Se non fossi stata così scossa da ciò che aveva appena detto, sarei rimasta a guardarlo per un altro po'. Detestavo ammetterlo ma il corpo di Tyler era qualcosa di difficile da ignorare.

«E tu cosa ne sai?» gli domandai, con voce tagliente. 

Scrollò le spalle, fingendo un'espressione smarrita.

«Gira voce di una ragazza del secondo anno che gli ha rovesciato addosso la sua lasagna al forno». Si scollò dalla parete contro cui era appoggiato, incrociando le braccia al petto. «Immagino che la tua follia e la tua testa dura non c'entrino niente con il fatto che il figlio del rettore si sia trovato del sugo al pomodoro nelle orecchie. Giusto?»

Esalai un sospiro, chiudendo il libro e scaraventandolo sul mio comodino. 

«Le voci girano in fretta, a quanto pare» ammisi, ora abbracciandomi le ginocchia.

«E a quanto pare Miles ci è riuscito di nuovo»

«A fare che cosa?»

«Con quel suo giochetto acchiappa-matricole. Ha un debole per quelle del primo anno, sono il suo giocattolo preferito. Miles ha visto più ragazze di quante non ne abbia viste un'ostetrica»

Mi sfuggì uno sbuffo involontario, un'espressione di frustrazione mista a una leggera ironia.

«Perché mi ricorda tanto qualcuno?» lo rimbeccai, con un'altra occhiataccia.

Tyler represse un finto conato di vomito, poi chiuse la porta e mosse un passo verso di me.  

«Non paragonarmi ad uno che indossa delle schifosissime polo, zuccherino. Perlomeno, io non me la faccio con due ragazze nello stesso momento. E nemmeno con quelle fidanzate. I tradimenti proprio non li mando giù» 

Sbarrai gli occhi di fronte a quell'ammissione, guardandolo con finto stupore. 

«Quindi ce l'hai, una coscienza?»

 «E anche un cuore». Si portò una mano al petto, strofinando sul tessuto della maglietta e costringendomi, di nuovo, a guardarlo. «Solo che è nascosto sotto tutti questi pettorali, Vuoi controllare per esserne sicura?»

Feci roteare gli occhi al cielo, una scusa per non rimanere inebetita di fronte a quel lembo di pelle che sgusciò fuori dalla sua maglietta quando sollevò il braccio e...

«Ma che cazzo!» esclamai, con la voce attutita dal cuscino che mi aveva appena scagliato contro.

Con una risata che rasentava il diabolico, parò il colpo che gli restituii subito dopo per vendicarmi. Lui prese un altro cuscino e me lo lancio contro, facendomi atterrare all'indietro sul materasso.

«Sono venuto qui per dirti che Bel sta preparando il suo arrosto. C'è il rischio che si offenda e non ti parli più se non lo mangerai» disse, sferrandomi un altro colpo con il cuscino su cui solitamente dormiva.

Venni travolta dal profumo che impregnava la stoffa, e lo allontanai prima che potesse accorgersi di come ci stavo piantando dentro il naso.

Gesù, si può sapere che cosa mi stava succedendo? E perché diamine l'ufficio alloggi non si sbrigava a chiamarmi?

BEYOND FROZEN SCARS - Cuore di pietra e ali spezzateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora