🦋AMANDA🦋
Tyler stava masticando una di quelle barrette energetiche al cioccolato e ormoni. Stava lasciando lasciando cadere sul pavimento un milione di briciole, ma non lo insultai solo perché ero troppo impegnata ad imprecare contro qualcos'altro, che in questo caso era un manichino di plastica.
«Hai intenzione di restare a fissarmi ancora per molto?» gli chiesi, secca, e lo sentii masticare di nuovo.
Quanto era irritante.
«Fino a quando riuscirò a capire a cosa ti serve quel coso» disse, poi un accenno di malizia gli colorò la voce. «Finora sono riuscito a pensare soltanto ad una cosuccia».
Gli lanciai un'occhia truce, perché era ovvio che avesse ricollegato tutto a qualche perverso giochetto sessuale.
«Togliti quel sorrisino ebete dalla faccia» gli ordinai «Dio, soltanto tu potresti immaginarmi mentre monto un manichino!».
«Questo non l'ho mai detto ad alta voce, zuccherino»
«L'hai pensato, però. Ti si leggono in faccia, certe cose»
«E tu me le servi su un piatto d'argento, certe cose» mi fece eco lui.
Smisi di armeggiare con quell'affare che non ne voleva sapere di stare sul suo piedistallo e lanciai a Tyler un'occhiataccia.
«Non peggiorare la situazione. Anzi, perché non ti comporti proprio come lui?» dissi, indicando quell'ammasso di plastica che cercavo di reggere tra le mie braccia.
Tyler si chinò per venirmi più vicino, il suo fiato mi solleticò il collo e un lieve profumo di cioccolato mi invase le narici.
«Se fossi lui, zuccherino, questo vorrebbe dire che nella mia testa saresti già sopra di me», sussurrò, divertito.
Mi sentii avvampare, ma mantenni saldo il mio autocontrollo.
«Intendevo sii come lui: fermo, immobile. Stai in silenzio e non rompere»
Ero già arrabbiata per la risposta che avevo ricevuto dalla segreteria - sì, avevo chiamato di nuovo nonostante mi avessero pregato di essere paziente ed aspettare, perché quando distribuivano la pazienza io ero in fila per la sfiga.
Ci mancava soltanto il commento poco simpatico su quel manichino di plastica da parte di Tyler.
Glielo avrei volentieri tirato addosso, se non fosse stato essenziale per l'esame che avrei avuto a dicembre.
«Vuoi dirmi che mi toccherà dormire con quel coso che mi fissa ogni notte?» chiese, torcendo il naso. «Devi ammettere che è inquietante».
Tyler non sembrava aver colto il mio consiglio.
Magari avrei dovuto scagliargli davvero quel manichino sui denti e mettere fine a quei sorrisi così perfettamente smaglianti, e al diavolo l'esame.
«Allora, me lo dici a cosa ti serve?» insistette, pulendosi le mani sui pantaloni della tuta che indossava.
Aprì il suo cassettone e raccolse dei vestiti, poi lì ficco dentro il suo borsone per l'allenamento.
Grazie a Dio stava per andarsene, perché avevo proprio voglia di stendermi a letto e di recuperare un sacco di ore di sonno arretrato.
In perfetta solitudine, grazie.
«Mi serve per il corso di anatomia» precisai, incrociando le braccia con fare imbronciato quando il busto di plastica rotolò a terra.
Lo guardai restare inerme sul pavimento e decisi che ci avrei pensato un'altra volta, perché in quel momento ero troppo stanca per litigarci ancora.
«Anatomia», ripeté Tyler, passandosi un dito sul mento ricoperto da una leggera ombra di barba.
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BEYOND FROZEN SCARS - Cuore di pietra e ali spezzate
RomanceTyler Caldwell ha una sola cosa in mente: giocare a hockey. Amanda Tyler ha una sola cosa in mente: stare lontana dal ghiaccio. Perché quel ghiaccio, che una volta l'aveva cullata e fatta brillare, ora si è trasformato nel suo incubo peggiore. Non n...