Capitolo 28 - L'attesa

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~La vita è un'enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi.~

Danny Kaye

Amalia

Sei davanti allo specchio che cerchi come una cretina di sistemare l'ultima ciocca bionda che esce dalla tua crocchia.

Dopo aver posizionato l'ennesima forcina, ti sistemi il tulle nero del vestito su cui fioriscono dei piccoli punti luce dorati. Fai un bel respiro ed esci dalla camera, presentandoti a Joel che osserva il mondo esterno dall'enorme vetrata della sala, avvolto nel suo elegantissimo completo di Armani color blu notte.

Si volta verso di te e punta quegli occhi che sono come calamite, abbozza un sorriso sotto quel pizzetto rasato alla perfezione e ti basta per iniziare a sentire le gambe molli come un panetto di burro. Ti stai praticamente sciogliendo sotto gli occhi dell'unico uomo che riesce a fare battere il tuo cuore e la cosa ti rende più che felice. Lui ti rende felice.

Si avvicina a te, mette le mani sul tuo collo nudo e ti attira a sé, fermandosi a un millimetro dalle tue labbra costellata dal lucidalabbra rosato.

«Sei bellissima e sappi che non ti bacio solo per non rovinarti il trucco.»

Ad un tratto, mentre quelle parole ti confondono la mente e il suo fiato fresco inebria i tuoi sensi, vorresti che ti strappasse il vestito e ti prendesse sul divano senza troppe cerimonie. Ti immagini già la sua lingua che scruta ogni frammento di pelle del tuo corpo in fiamme.

«Joel, se continui a fare così, mi rendi difficile andarmene.»

Poggia la sua fronte a contrasto con la tua e ti parla piano.

«Ascolta : stasera cercherò di starti lontano, ma ti assicuro che quando arriveremo a casa, sarai tutta mia..»

Ti accarezza la guancia con il palmo della mano con la stessa leggerezza di una piuma, poi ti sistema la solita ciocca ribelle e si allontana da te. Ti passa la piccola pochette dorata, che provvedi ad aprire immediatamente per controllare il cellulare. Otto chiamate di Roberto e tre messaggi : uno di tua madre, uno di Reeve e uno di Giannotti.

«Tutto a posto?»

Ti domanda squadrandoti, mentre si aggiusta il cinturino del Rolex d'oro.

«Si si, solito panico pre palcoscenico.»

Si aggiusta la cravatta, si passa per l'ultima volta la mano portandosi i capelli all'indietro e poi ti guarda sorridente, tendendoti la mano. Gliela porgi, facendo una piccola riverenza e ti fai condurre oltre la porta di casa.

«Il tuo taxi?»

È già fuori dal palazzo che mi aspetta.

«Allora ci vediamo là?»

Respiri a fondo prima di rispondere, aspirando tutto l'ossigeno presente nell'androne delle scale. Sai bene quanto è importante per te questa serata: se dovesse andare bene, la tua scalata al Monte Olimpo procederà senza intoppi; se al contrario, dovesse andare male, la tua carriera sarebbe distrutta ancora prima di iniziare.

«Si, ci vediamo là.»

Uscite insieme dall'ascensore, staccando definitivamente le vostre mani intrecciate, lasciandoti nuda, totalmente in balia di venti, proprio come una piccola bandieruola su un'asta di metallo alta due metri.

Mezz'ora dopo ti ritrovi all'ingresso della mostra, contornata da una massa di esseri umani che cammina ad una tale velocità, riversandosi in quell'enormi stanze, da farti girare la testa . Hai appena il tempo di guardare il cielo che si staglia sopra di te, dove si intravedono migliaia di minuscoli punti luminosi, che prendi un briciolo del coraggio che ti servirebbe e che dovrai farti bastare, e attraversi quello stipite.

Le Ragioni Del Cuore [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora