Capitolo 27 - Sorprese

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                                                                                Amalia

I giorni sono passati davanti ai tuoi occhi, pieni, fragili, frammentati come una vecchia riproduzione di diapositive. Continui a fare l'amore con Joel in casa, stretti in quelle quattro mura che ormai sono diventate il vostro rifugio dal mondo esterno. Anche se avete cercato di convincere suo padre della natura puramente asessuata del vostro rapporto, cerca ogni scusa plausibile per trattenere il figlio fino a tardi in quell'ufficio che è la sua gabbia dorata.

Joel cerca disperatamente di assecondarlo anche se ogni volta che varca la porta di casa ha i nervi a fior di pelle, lo vedi bene dallo sguardo assente e dalle labbra tirate e ferme, che lo accompagnano ogni volta che torna a casa e si rifugia tra le tue braccia.

L'organizzazione della mostra procede frenetica, tra le nevrotiche idee di Damiani che sembra diventato più assurdo e capriccioso, e le paturnie dei tre emergenti che continuano a chiamarti per chiederti pareri sulle

varie composizioni.

Finalmente sei lì, davanti all'ingresso della sala numero quattro, che osservi la parete enorme su cui sono presentati vari lavori. Lo spazio è grande, ma le foto messe in diagonale proprio non ti piacciono. Li guardi attentamente, cercando di trovare la giusta angolazione, quando ti squilla il cellulare. Rispondi senza nemmeno controllare il numero, ma appena il tuo interlocutore ti risponde capisci subito di chi si tratti.

«Allora, signora curatrice! È stata così occupata da non poter rispondere alle chiamate di un vecchio amico?!»

Dal tono di voce comprendi subito quanto stia ridendo all'altro capo della cornetta e, sentire il suo umore così leggero, getta uno sprazzo di sole anche sulla tua giornata.

«Felice di sentirti così arzillo! Sei ancora dall'altro capo del mondo?»

«Si! E devo dire che le cose stanno andando per il verso giusto! Ma dimmi un po', il prof come sta?»

Quella domanda ti fa sprofondare in un mare di sconforto, dato che Carlo continua a non avere forze e nemmeno i dottori riescono a mostrarti la luce infondo al tunnel. Le sue energie restano stazionarie come un ago della bilancia rotto e consunto e ogni volta che varchi quella porta blu, col cuore colmo di speranza, ti ritrovi a raccogliere i cocci rotti dalla delusione.

«Diciamo che prova a reagire. Potrebbe andare meglio ma potrebbe anche andare peggio, dai.»

«Quindi organizzi tutto da sola?»

«E anche se fosse qual è il problema Reeve Jones?»

«Nessun problema signorina Petrelli, so che sarà tutto magnifico! Esigo un bel tour con foto panoramiche!»

«Anche io voglio una bella foto!»

Percepisci un attimo di silenzio all'apparecchio, tanto da farti pensare che sia caduta linea. Controlli ma Reeve è ancora lì in silenzio.

«Di cosa? Di San Francisco?»

«No! Della donna che ti fa sorridere così!»

«Arrivederci dottoressa Petrelli, salutami Firenze e i fiorentini!» alza il tono di voce mentre pronuncia le ultime parole, accentuando quella sua inflessione tipicamente americana.

Conclude la telefonata mentre ancora senti delle risate femminili in sottofondo. Non puoi fare a meno di essere felice per lui, rimetti il cellulare nella piccola tracolla e continui ad osservare la parete. In poco tempo senti arrivare qualcuno alle tue spalle e non fai in tempo a voltarti che ti parla.

«Signorina... Dottoressa...Petrelli, A...Amalia, può controllare con me una cosa?»

Ti scappa una risata leggera, risata che cerchi di controllare mentre vedi il ragazzo palesemente in difficoltà. Si aggiusta ritmicamente gli occhiali, posizionandoli sulla gobba del suo naso, ma l'oscillazione che provoca il suo balbettio porta instabilità alla struttura e fa crollare inesorabilmente le lenti.

Le Ragioni Del Cuore [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora