Capitolo 32 - Assestamenti

6 1 0
                                    

~Credi di potercela fare e sarai già a metà strada~ Theodore Roosevelt

Amalia

Dopo esserti chiusa alle spalle l'ennesima porta dell'ennesimo ufficio, tiri un sospiro di sollievo sentendo una massa carica di ansia e risaliti dallo stomaco.

L 'ennesimo rifiuto, l'ennesima porta in faccia, l'ennesimo "le faremo sapere.." che sembra solo una presa in giro e che ti fa sprofondare nel baratro più nero. Avresti solo bisogno di un piccolo appiglio a cui

aggrapparti, una minuscola prospettiva avresti bisogno di avere una prospettiva, uno sguardo sul futuro. Ed è proprio quella prospettiva che ti manca.

Presa dallo sconforto cammini per le vie del centro mentre il caldo comincia a divenire soffocante. L'afa ti schiaccia come un muro di mattoni che inesorabilmente ti crolla addosso, perforando la tua cassa

toracica. Controlli l'orologio che hai al polso, cercando di captare con ingegno l'orario segnato, data la solita assenza dei numeri e ti accorgi di aver saltato totalmente il pranzo, trovando giustificazione al tuo

stomaco gorgogliante che ti fa compagnia da un po'.

Mentre osservi la città nuovamente invasa dai turisti, ti ritrovi nelle vicinanze della torre di Giotto e un'idea ti balena in testa. Ti ricordi di una catena di gelaterie che aveva aperto un distaccamento lì vicino

e, osservando i nomi delle vie che incontri, cerchi di orientarti per ritrovare la minuscola via a senso unico che ti ricordi.

Poi svolti alla tua destra e finalmente hai un'illuminazione: eccola!

Una discreta fila di persone arriva fino a fuori, occupando tutto il marciapiede, ti fa capire di essere nel posto giusto. Sbuffi, massaggiandoti con la mano lo stomaco che non accenna a terminare la sua rabbia e ti posizioni dietro ad una tenera famigliola dai capelli biondi come il grano. Gli occhi azzurri della tenera bambina più piccola, che si stringe alle spalle del padre, lasciano pochi dubbi al fatto che sia

straniera.

Ti fissa seria, scrutando ogni tua mossa, mentre tu esplodi in un sorriso rapido, accompagnato ad un universale movimento di mani.

Risponde subito al tuo approccio, mostrando una perfetta e amorevole sfilza di dentini bianchi adornati da due tenere fossette, che compaiono agli angoli della bocca. E in quell'attimo, con la consapevolezza di

avere la tua macchina fotografica in borsa, quel bisogno così familiare, ti assale e impugni saldamente la scocca nera, mettendoti dietro l'obbiettivo.

Il padre si volta, osservando il tuo accenno e ti lascia scattare la foto, tra le grida di gioia della figlia. Continui a scattare per qualche minuto senza sosta, estasiata dalla bellezza della luce e dalla spontaneità della tua nuova piccola amica.

Smetti solo nel momento in cui arriva il vostro turno e vedi andare via la piccolina, mentre si immerge in un gelato al cioccolato con tutto il suo faccino roseo e paffuto. Dal canto tuo, riponi di nuovo la macchina

fotografica, ma con uno spirito d'animo diverso e ben più leggero, così da prendere per le mani quel buonissimo cono contornato dal gelato alla nocciola con una gioiosa leggerezza del cuore.

Un'ora dopo ti ritrovi davanti all'ospedale di Careggi, sali quei pochi scalini in pietra, passi attraverso la galleria e, mentre stai per imboccare la porta scorrevole dell'ospedale, ti senti chiamare.

«Amalia!»

Ti volti, e alle tue spalle compare la madre di Joel che viene verso di te velocemente, agitando il braccio in alto, verso il cielo. La gonna nera aderisce al suo corpo, fasciandolo alla perfezione ed esaltandone le forme, mentre il ticchettio dei tacchi dei sandali dorati, si propaga per tutta la galleria.

Le Ragioni Del Cuore [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora