Capitolo 53 - Mezze verità

17 1 0
                                    

~Il tempo è un grande maestro. Peccato che uccida i suoi allievi.~

H.Berlioz

Amalia

Un giorno da sogno, ecco cosa avete avuto. Dal sabato sera in cui Joel si è presentato a casa vostra, siete stati sempre tutti e tre insieme, come una famigliola felice. E per quanto il timer del tempo ticchettava vicino al tuo orecchio, colorando ogni minuto con una sfumatura d'ansia capace di macchiare, sei riuscita comunque a gustarti quel piccolo raggio di sole che il destino ha voluto concederti.

Nonostante la concentrazione su Perla sia stata totalizzante, i tuoi sentimenti per l'uomo che hai sempre amato non hanno fatto che crescere sempre di più, ritornando a galla in cerca di aria fresca e divenendo palese a chiunque, soprattutto a te stessa.

Dopo averla messa a letto insieme a Joel, ti prepari una tisana mentre lui si abbandona sul divano con così tanto slancio che ti sembra quasi di sentire la base strusciare sul pavimento. Ti volti ad osservarlo mentre butta la testa all'indietro, cercando il contatto con la spalliera del sofà. Si passa il palmo della mano sugli occhi chiusi sfregandoli con forza.

«Sei stanco?»

«Sono esausto! Dovevi avvisarmi che era così stancante avere un figlio!»

«Quando era piccola, era molto peggio. Adesso è più gestibile, te lo assicuro.»

Il volto di Joel si rabbuia notevolmente e non puoi fare a meno di notarlo. Sei conscia del fatto che parlare del tempo perduto, accenderà sempre quella miccia di dolore dentro di lui e la colpa che percepisci sulle tue spalle, non si alleggerirà mai.

«Come era da piccola?»

«Un tripudio di riccioli! Con quei grandi occhi azzurrini... era veramente bellissima, ma del resto lo è anche adesso. E ti somiglia così tanto.»

Il sorriso colmo di orgoglio che rifiorisce sul suo volto è commovente, ti scalda il cuore e ti inumidisce gli occhi, costringendoti a sbattere le palpebre più volte per evitare di fare scorrere le lacrime.

«Martedì Perla inizia le elementari vero?»

«Si, l'ho iscritta alla Carducci, perché ?»

«Credi che.... potrei accompagnarla insieme a te?»

«Joel.... non devi chiedermelo, tu puoi fare tutto. Ma vorrei sapere una cosa: a Martina, cosa hai detto? Quale sarà il suo ruolo in tutto questo?»

Il suo volto torna di nuovo serio, si sporge in avanti, sfiora con i gomiti le ginocchia e unisce le mani, sprofondando il volto proprio nella piccola alcova che si è formata.

«Per ora le ho detto che dovevo lavorare. Sa che ho una mostra tra qualche settimana e di solito, non mi disturba mai quando faccio queste cose. Ma prima di fare il passo successivo, devo sapere una cosa. Dove mi hai fatto recapitare la lettera di cui parlavi?»

Ed eccolo lì, pronto come uno squalo a riprendere l'argomento che credevi morto e sepolto. Da un lato ti chiedi quando mai finirete di parlare di tutta questa storia, ma dall'altro non riesci a non domandarti se tutte quelle domande non nascondano altre motivazioni.

«Te l'ho lasciata sul bancone della cucina nel vecchio appartamento.»

Per qualche minuto resta in silenzio, sprofondando i suoi occhi nel paesaggio che si intravede fuori dalla finestra, mentre si accarezza il dorso del collo. Sembra che stia per dire qualcosa, ma il fiato gli si blocca in gola parecchie volte.

«Quindi l'hai lasciata lì e sei andata via?»

Annuisci velocemente nel momento in cui i suoi occhi si possono sui tuoi e una strana scossa elettrica vi attraversa repentinamente. Cerchi di nasconderti, direzionando la tua attenzione altrove e sentendo la tazza traballare nell'incavo delle mani.

Le Ragioni Del Cuore [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora