Capitolo 40 - fuochi d'artificio

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Amalia

Stavolta appena Joel ritorna in cucina, lo senti subito, percepisci i suoi passi pesanti grattare sul cemento.

I piccoli granuli scivolano sotto le suole, mentre ti volti verso di lui, noti le sue guance arrossate e il fiato corto. Dimostrazione palese di aver appena urlato.

«Che è successo?»

Si passa una mano sul viso, strusciando con maggior enfasi alla base del naso, proprio dove le mie narici si uniscono, strizza gli occhi e poi ti guarda facendo un respiro profondo.

«Niente di importante. Vado all'angolo della piazza a prendere l'ordinazione. Torno subito.»

«Ma non dovevano venire loro?»

«Il mio amico ha avuto un contrattempo e io preferisco fare due passi.»

Annuisci nel medesimo istante in cui il ragazzo oltrepassa la porta arrangiata e ti lascia sola di nuovo. Mentre il rumore dei suoi passi si propaga per la tromba delle scale, nella tua testa i pensieri che fluttuano dal primo pomeriggio, ormai stanno ballando la samba, ritmando ogni minima sfumatura di cui si arricchiscono minuto dopo minuto. Per un attimo il terrore che qualcuno possa aver detto a Joel qualcosa prima che tu possa aprire bocca, ti balena in testa.

Poi ti focalizzi sull'assurdità dei tuoi pensieri, sui voli pindarici che ogni tanto la tua mente è tentata di fare, e pregando per l'apparizione dell'esigua quantità del tuo raziocinio giornaliero, cerchi di calmarti. Riprendi il controllo del tuo corpo, della tua mente, concentrandoti sul respiro, sulla piccola quantità di ossigeno che entra ed esce dai tuoi polmoni.

Sai bene di dover affrontare il problema con lui, devi assolutamente farlo stavolta. Non puoi lasciare che gli eventi vi travolgano di nuovo, portando alla deriva la vostra storia.

Senti il tuo cellulare vibrare nella tasca dei tuoi jeans e, senza dubbi, lo prendi con la certezza di trovare il nome di Reeve che lampeggia sullo schermo. Tempo qualche secondo e i tuoi pronostici si avverano totalmente: ti chiede se vada tutto bene attraverso un messaggio di WhatsApp.

Proprio mentre formuli le parole congrue ad una risposta per un amico ficcanaso com'è l'americano, Joel si palesa davanti a te con due buste marroni colme di contenitori e sorridendo all'apice della serenità.

Della tempesta di prima non vi è più traccia, te ne rendi felicemente conto quando lo osservi sistemare tutto sul tavolo con i suoi soliti gesto calmi e delicati che ha ereditato dalla madre.

«Ho preso un po' di tutto, spero che tu abbia fame.»

«Non tantissima, ma fammi vedere...»

Ti allunghi verso i sacchetti aperti e lo aiuti a sistemare tutto sul ripiano di legno: tre piatti a base di farro e orzo, un consistente vassoio di crostini toscani e un altro di affettati misti, a cui aggiunge un sacchetto circolare contenente dei piccoli pezzetti di pane tagliato. L'essere stata a digiuno tutto il giorno ti porta il conto, facendoti aumentare esponenzialmente la salivazione e il bisogno di mettere qualcosa sotto i denti si fa consistente, impedendoti di pensare ad altro.

Apri il sacchetto trasparente, impugnando le posate bianche di plastica e inizi a mangiare con voracità sotto lo sguardo sorpreso del ragazzo.

Lo senti solo fare un veloce sorriso e segue a ruota il tuo esempio.

L'atmosfera sembra rilassarsi subito, proprio come i tuoi muscoli tesi e vi ritrovate, senza accorgervene, quasi due ore a parlare della festività di San Giovanni Battista, fino ad arrivare ai progetti dell'appartamento che ti mostra con orgoglio. Quando però afferra una piantina più piccola e ti prende per mano, addentrandosi in una delle stanze da letto, il tuo cuore perde un battito.

Le Ragioni Del Cuore [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora