Con la gola secca e la voce roca, Landel disse al fratello con incontrollato giubilo: "Fandel?! Puoi sentire anche tu quest'inebriante odore divino?!"
Il suo gemello dopo aver emesso un'egra e al contempo gioiosa risata, rispose vispamente: "Si, fratello! Non posso credere alle mie narici!".
La bava colava loro dalla bocca e macchiava il terreno di sangue, generando le medesime chiazze che i loro aggressori avevano scagionato prima dalle loro esecrabili fauci.
Tutto s'era capovolto: i predatori adesso erano gli Elfi, con un'incontrollata arsione; e adesso tutti loro andavano contro colui che doveva essere il loro 'Prescelto'.
Dopo altri pochi secondi di scrutate malevole verso il loro Salvatore, follemente, un tocco Elfo che non controllava più la secchezza della sua gola, iniziò a correre verso Il Cavaliere sogghignando in maniera inquietante.
Diceva frasi del tipo: "Finalmente m'abbevererò!", "Non ne posso più di bere quello scarlatto Sangue!".
L'Ultimo Degli Ultimi lo aspettava messo di lato; solerte, con l'elsa impugnata con ambe le mani.
Appena l'improvvido Elfo s'avvicino con il suo velleitario pugnale e provò a colpire Il Cavaliere, quest'ultimo schivò l'orizzontale pugnalata; poi, con gli ormai vermigli guanti della sua armatura d'argento, ghermì l'emaciato braccio del poveretto dalle orecchie a punta con la mano sinistra;
dopodiché, con forza se lo portò vicino al volto e in men che non si dica, con un mirabile taglio l'infilzò da dietro la nuca, facendo passare la spada per il suo lungo naso, conferendogli una sporgenza più adunco.
Quasi si colpiva da solo. La sua cristallina arma, infatti, si fermò poco prima dell'apertura del suo elmo insanguinato.
Come uno spiedino Il Cavaliere sfilò la testa aperta del malcapitato dalla spada, la quale pareva non essere ancora satolla di sangue.
Dopo aver visto quella scena, gli altri Elfi, tutt'altro che spauriti, iniziarono ad attaccare in gruppo L'Ultimo Degli Ultimi, che aveva trovato il giorno perfetto per fare pratica con la nuova elsa.
Uno dopo l'altro, ogni elfo veniva dilaniato dal gladio marino del Cavaliere. S'era generata una fiumana di cadaveri, che paradossalmente dava anche colore a quella avvizzita steppa.
Guarda caso, dopo quella carneficina, gli unici ad esser rimasti in vita erano solo Fandel e Landel.
"Hai visto Fandel!? Li ha uccisi tutti!"
"Landel non preoccuparti...avremo più da abbeverarci per noi soli una volta ucciso!" rispose al fratello con la bocca che gli schiumava di bollicine rosso sangue.
Quei due non erano più i bizzarri Elfi conosciuti dal Cavaliere a Seblùsia, erano solo bestie che cercavano di placare la loro incolmabile arsione, e ora che il rimedio ad essa lo avevano dinanzi i loro increduli occhi non potevano di certo chetarsi.
Dall'elmo dell'Ultimo Degli Ultimi si poteva vedere quanto fosse adirato per quel tradimento. Quel tradimento, però, era involontario; perché beffardamente, la Creazione Scarlatta aveva concepito delle Creature che per abbeverarsi avevano bisogno d'acqua, in un mondo in cui l'acqua non esisteva più.
Il Cavaliere stufo di sentire confabulare gli Elfi su quanto fosse succulento, li attaccò con veemenza.
Landel balzò all'indietro ed iniziò ad incoccare con il suo arco qualche freccia di pietra.
Fandel, lasciato da solo, dovette scontrarsi contro l'ira funesta dell'Invocato Dell'Acqua.
Quest'ultimo, arrivatogli vicino esordì con una feroce spadata diretta verso il suo pronunciato viso.
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Le Cronache Scarlatte - Il Cavaliere
FantasyIn un mondo dominato dal più profondo blu del Mare, gigantesche e abominevoli Creature Marine dalle esecrabili fattezze vagavano dandosi battaglia. L'unico colore presente era il blu, che rendeva il tutto apatico e monotono. In quel mondo non v'era...