CAPITOLO 13 - UN MODO PER CHIEDERE SCUSA

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Le campane della chiesa suonarono le tre di mattina ed Izuku si alzò per prepararsi ad andare al lavoro. Non gli piaceva arrivare in ritardo e sapeva che alle quattro doveva essere già da Alastor.
Prese il suo cambio e senza far troppo rumore uscì per dirigersi verso i bagni destinati a loro per darsi una rinfrescata al viso e lavarsi velocemente.

Nonostante fosse appena iniziata la primavera, fuori faceva ancora fresco ed al verdino vennero i brividi su tutto il corpo.

Cercò di fare tutto il più velocemente possibile per non disperdere troppo il calore corporeo.

Si mise a camminare a passo veloce verso la scuderia, ma quando arrivò difronte alla porta si accorse che la spranga messa la sera prima, era stata rimossa. Preoccupato che potesse essere successo qualcosa ai cavalli, entrò all'interno con il cuore in gola. A terra trovò una sorta di badile, lo raccolse nel caso avesse dovuto difendersi da qualche malintenzionato. Ad andatura lenta iniziò a guardare con circospezione tutta la zona, finché arrivò da Alastor.
Non c'era nessuno! allora chi aveva tolto la sbarra che bloccava l'ingresso? Per sicurezza decise comunque di ricontrollare ovunque per dissipare ogni dubbio. Niente, non c'era nessuno a parte lui. Magari era passato il maniscalco quando lui si stava lavando pensò.
Si mise così di buona lena ad accudire Alastor non prima però di avergli dato una buona dose di coccole. Poi gli sorse un dubbio...il giorno prima, il principe gli aveva tassativamente vietato di portare fuori il cavallo senza sua autorizzazione. Come avrebbe pulito quindi il suo box se tutti gli altri erano già occupati? Non poteva certo farlo gironzolare per la scuderia intanto che lui rassettava.
Insomma il principe pretendeva una cosa impossibile. Così decise di fare di testa sua, prese l'imbracatura e con molta calma la sistemò sul quadrupede, il quale non fece nessun movimento brusco.
Izuku si stupì di come era riuscito a metterla senza averlo mai fatto prima. Almeno così pensava. Condusse Alastor fuori e lo legò ad una staccionata.

- stai buono qui, io pulisco il tuo box e poi ti vengo a riprendere va bene? - disse Il verdino rivolgendosi al cavallo.

Alastor gli diede un colpo di muso sul petto, che Izuku interpretò come un ok.

Rientrò all'interno e di buona lena si mise a spazzare la cabina destinata al quadrupede. Pensò bene anche di dare una lavata a terra. Terminato il tutto dovette solo aspettare che si asciugasse per far rientrare Alastor.

Una volta tornati dentro, passò alla cura fisica del purosangue. Aveva visto all'interno del box tutti gli attrezzi del cavallo. Il principe aveva fatto incidere a fuoco il nome del suo destriero su ogni pezzo.
Li prese facendo attenzione a non farli cadere per non rovinarli. Da dove doveva iniziare? Poi come se lo avesse sempre saputo cominciò con la pulizia dei piedi, successivamente passò alla criniera, strigliò tutto il corpo, spazzolò il manto, il muso, gli arti e la coda. Successivamente prese una spugna morbida, la bagnò e pulì gli occhi. Ormai aveva quasi finito, mancava solo da mettere il grasso sugli zoccoli, riempire la mangiatoia di fieno e mettere acqua nell'abeveratoio. Fatto ciò, diede un'altra spazzata veloce, chiuse il box e salutó il destriero.
Era esausto, ma sapeva che la sua giornata non era ancora finita.

Lungo il sentiero che portava agli alloggi incrocio Mina che era intenta a stendere i panni.

- Buongiorno Mina! - disse il ragazzo felice di vederla.

- Ciao Asahi! Come sta andando il tuo primo giorno? - chiese la sua amica.

- bene grazie. Alastor è davvero mansueto, si è fatto pulire senza storie -.

- fantastico! Gli piaci proprio tanto a quel cavallo, l'ho visto ieri quando siamo andati da lui. -.

- e lui piace tanto a me -.

RICORDATI DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora