CAPITOLO 48 - NON TI SCORDAR DI ME ( seconda parte)

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Quando il biondo rientrò in stanza, il verdino stava dormendo abbracciato al suo cuscino con addosso una delle magliette del principe impregnata del suo profumo, Katsuki si soffermó a guardarlo e nonostante tutto sul suo viso apparve un tenero sorriso. Quanto era tenero il broccolo con la sua maglia che gli arrivava fino a metà coscia? Si avvicinó e gli diede un bacio sulla tempia.

- ti amo tanto broccolo, sei la mia vita! - gli disse Katsuki prima di prendere un cambio per andare a lavarsi; quando uscì il verdino era ancora nel mondo dei sogni, almeno così pensava il biondo, in realtà il sonno del ragazzo non era stato per nulla tranquillo, era pieno di flash back che gli ricordavano nei suoi incubi le atrocità a cui era stato costretto ad assistere e subire.

Izuku quando si svegliò trovò sul cuscino tre rose rosse e un biglietto.

Perdonami broccolo, non dovevo trattarti con indifferenza. Ti amo il tuo Katsuki.

Il verdino annusò il profumo dei fiori e se li portò sul cuore, e le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi, l'indomani avrebbe detto addio al suo unico grande amore, all'unico ragazzo che abbia mai amato fin da quando era piccolo, l'unica e la sola persona che avrebbe avuto per l'eternità il suo cuore.

Decise di alzarsi e andare a trovare sua madre, aveva bisogno di confidarsi con lei che lo aveva sempre capito, amato e protetto e quando la donna aprí la porta il ragazzo si buttó tra le sue braccia e non servirono parole perché la madre riusciva a capire anche i silenzi del figlio.

- piccolo mio, non lo fare, troveremo il modo per mandarlo in prigione - disse la donna con le lacrime agli occhi.

- mamma, lo sai bene quanto me che devo essere io a mettere fine a questa storia e nessun altro, tranquilla andrà tutto bene. - le disse Izuku per tranquillizzarla, in fin dei conti era figlio unico ed era più che normale che il verdino si preoccupasse per lei, ma sapeva che l'avrebbe lasciata in buone mani.

Dopo aver chiacchierato, pianto e persino riso, Izuku decise di andare a fare due passi, aveva bisogno di stare solo e trovare la concentrazione necessaria per quello che il giorno dopo avrebbe affrontato e si diresse nell'unico posto che fin dal primo giorno gli trasmetteva pace e tranquillità, il giardino reale, e si andò a sedere sotto all'unico ciliegio al suo interno; si appoggiò con la schiena al troncò dell'albero inspirando profondamente, poi sgranó gli occhi e con uno scatto di reni si tirò in piedi e iniziò a girare intorno al ciliegio scrutando attentamente tutto il tronco, fino a trovare quello che cercava, la scritta che Katsuki aveva fatto quando erano piccoli, quella scritta impregnata di promesse e desideri, le loro iniziali circondate e protette da un cuore, un unico e solo cuore...formato dai loro singoli organi uniti assieme e ci passò con delicatezza le dita sopra tracciando prima le loro iniziali partendo da quella del biondo la K e poi la sua, la I per poi passare sul cuore che ricordava molto bene quanto Katsuki si impegnò perché fosse perfetto, perfetto come quello che legava quei due bambini ormai divenuti ragazzi, quel qualcosa di perfetto che.nemmeno la morte sarebbe stata in grado di distruggere.

Non seppe quanto tempo passò seduto ai piedi di quell'albero che era stato testimone delle svariate marachelle combinate da lui e il biondo quando erano piccoli; tornarono alla mentre molti ricordi alcuni belli, alcuni buffi e altri dolci che li aveva visti protagonisti assieme, come la prima volta che presero in mano la spada, Katsuki sicuro di sé mentre lui non sapeva da che parte cominciare, talmente pesante era quell'arma che cadde di peso con il sedere facendo scoppiare a ridere il biondo che in quella quell'occasione gli aveva affibiato l'appellativo di Deku, ovvero buono a nulla, cosa che all'inizio al verdino diede parecchio fastidio ma con il tempo amò essere chiamato così perché ormai era un nomignolo che Katsuki usava solo con lui.

RICORDATI DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora