5. Haven't I given enough?

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Ci sono un innumerevole quantità di cose che abbattono il genere umano: situazioni spiacevoli a cui non si ha avuto tempo per prepararsi, serie di sfortune durante il corso delle giornate, continui soprusi, e potrei continuare ad elencarle per mol...

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Ci sono un innumerevole quantità di cose che abbattono il genere umano: situazioni spiacevoli a cui non si ha avuto tempo per prepararsi, serie di sfortune durante il corso delle giornate, continui soprusi, e potrei continuare ad elencarle per moltissimo tempo.
Ma se da tutte si ci riesce solitamente a rialzare con più o meno fatica, ce n'è una che lo rende particolarmente difficile: la delusione.

Ecco, oggi solo quella potrebbe abbattermi.

Oggi è una di quelle poche giornate in cui cerco di essere positiva al massimo.

Stamattina in classe è stato tranquillo, voglio dire nessuno mi ha infastidita più del solito che comunque vuol dire già tanto.

È appena suonata la campanella e io, Nikolaj e Liam stiamo andando alla rosticceria vicino scuola per pranzare, visto che dopo abbiamo il rientro.

Sto iniziando ad abituarmi alla loro presenza ed è inutile dire che mi sto affezionando.

Sei sicura? E se se ne vanno anche loro?

Non lo faranno. Penso. Lo spero.

Non ci voglio pensare, oggi niente brutti pensieri.

Ci sediamo al tavolino in fondo al locale e ordiamo.

Io e Nikolaj abbiamo preso cotoletta e patatine, Liam invece ha preso le lasagne, il pollo, le patate e un muffin.

Per dio nemmeno il tempo di iniziare che ha già quasi finito le lasagne.
Questo ragazzo non è solo una ciminiera a causa di tutto quello che si fuma, ha pure il verme solitario.

Con questo non voglio assolutamente criticarlo e solo che non riesco a capire come diamine sia possibile mangiare così tanto così velocemente. Se provo a farlo al quarto boccone mi farebbe male la pancia.

«Spero che il progetto sia interessante tanto quanto lo fa sembrare il prof», rompe il silenzio Nikolaj.

«Beh, lo spero anch'io. Ne ha parlato con tanto di quell'entusiasmo che dev'essere per forza interessante», aggiungo.

«Oh magari è semplicemente uno con un grande ego»
«Liam», lo richiamo.

«Che c'è? Sembra un po' un tipo a cui piace darsi arie»
«Sì, però se lo può permettere. Voglio dire i "progetti" degli altri insegnanti che hanno fatto fare alle altre classi gli anni passati non sono minimamente paragonabili al suo. Letteralmente mettevano dei video alla LIM e li facevano vedere ai ragazzi, e non penso che l'alternanza sia questo»

È vero che sembra uno a cui piace darsi arie, però magari ne ha tutto il diritto di farlo.

«In effetti hai ragione Gea. Posso chiamarti così? È dal primo che cerco di trovare un diminutivo al tuo nome ma è così particolare che non riesco», aggiunge Liam come se fosse un po' infastidito dal fatto di non riuscirmi a trovare un nomignolo.

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