25. Not afraid to face it

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Le paure sono belle

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Le paure sono belle.

Sono impazzita? Assolutamente no, semplicemente le reputo tali perché, a differenza di molte altre cose, si posso affrontare.

Non sempre è semplice e ci può volere più o meno tempo per abbatterle in base a quanta influenza hanno su di noi, ma ciò che conta è che è possibile sconfiggerle.

Ma questo lo si deve fare da soli.

È sbagliato dire che alcune cose "senza l'aiuto di qualcuno non si superano", infatti sarebbe più giusto dire che quel qualcuno ti guida dandoti una strada da seguire, ma alla fine è sempre il diretto interessato che deve agire.

Ormai non ho più nulla da perdere o forse non l'ho mai avuto, ma una cosa la so per certa: oggi affronterò Zoe.
Non mi importa delle sue amichette, loro sono semplicemente una conseguenza di qualcosa, o in questo qualcuno, di più grande, colei che sente di avere il potere di decidere della vita delle persone, beh oggi capirà che non è così.

La scuola è quasi finita, siamo ormai al primo giugno, e con essa finiranno molte altre cose.

Non sono più la ragazzina spaventata di una volta, ora mi sento più forte nonostante i tantissimi alti e bassi avuti negli ultimi due mesi e credo di aver trovato finalmente una stabilità, di aver raggiunto un accordo con me stessa.

Ed è a questo che penso mentre salgo le scale per andare in classe con Nikolaj al mio fianco.

Oggi si tratta di chiudere un cerchio che è durato fin troppo e non sono spaventata di affrontarlo. Per niente.

Nemmeno quando Zoe, altri compagni ed il prof dell'ora entrano in classe.

Ovviamente la mia intenzione non è quella di parlarle di fronte a tutti, non perché gli altri mi intimoriscano, ma perché ce l'ho con lei e con chi la segue e non ha senso che ascolti tutta la classe quando posso beccare solo i diretti interessati.

Lo farò a ricreazione, quando rimaremo solo io, Nik, Liam, Grace e le tre che mi interessano.

«Sei molto seria oggi Stellina. Va tutto bene?»

Andrà meglio una volta che questa giornata sarà finita perché solo allora saprò se ho fallito o se finalmente sono riuscita a mettere un punto al passato che mi tormenta.

«Sì, tutto apposto»

Gli sorrido sincera, sapendo che comunque vada lui sarà al mio fianco.

«Mm. Comunque, ci sei pomeriggio?»
«Per finire il progetto?»
«Sì, esatto»
«Certo che sì. Lo finiamo a casa tua giusto?»

Annuisce in risposta.

Il progetto in questione riguarda l'ultima presentazione da fare dedicata al percorso svolto durante l'alternanza.
Questa si terrà l'ultimo giorno di scuola, ovvero l'otto giugno, di pomeriggio alla presenza di tutti coloro che ci hanno supportato ed aiutato durante il percorso. Devo dire che è stata una bella esperienza dalla quale si è imparato molto, seppur abbia contribuito ad aumentare il mio livello di stress visto che si può dire che rimanevo a scuola ogni giorno.
Tuttavia, anche per questo, è arrivata l'ora di terminare.

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